Libri colonici delle aziende agrarie
Luogo: Rapolano Terme, Asciano
Comune: Rapolano Terme, Asciano
Data/periodo: Le prime notizie storiche riguardanti l’utilizzo di un libretto per registrare il saldo finale annuo risalgono già al XIX secolo
Descrizione: Su questi piccoli registri, fino al Novecento, venivano annotate le entrate e le uscite considerate “a mezzo” nel contratto stipulato tra il mezzadro e il padrone. A queste voci andavano sottratte le produzioni già previste, suddivise a metà, come ad esempio l’olio e i cereali. Se alla chiusura dell’anno era presente un credito o un debito a carico del colono, questo veniva inserito nel registro dell’anno seguente. Il debito verso il mezzadro, invece, non veniva praticamente mai saldato dal padrone e in alcune situazioni poteva servire a saldare eventuali debiti accumulati dalla famiglia colonica.
Con i patti stipulati tra la fine degli anni Dieci e la fine degli anni Venti del XX secolo, si cercò di inserire l’obbligatorietà della liquidazione del credito nei confronti del mezzadro entro la fine dell’anno, con un margine massimo di quattro mesi. Questa regola, in realtà, non venne mai messa in pratica: solo in casi estremi, come per la necessità di medicinali, per l’emergenza di annate produttive particolarmente difficili o in occasione di matrimoni, i padroni potevano anticipare alcune piccole somme. Spesso, in particolar modo tra gli anni Quaranta e gli anni Cinquanta, i contadini si organizzavano con iniziative di resistenza pacifica per cercare di ottenere la liquidazione del credito, anche attraverso la confisca degli introiti delle vendite o l’appropriazione di parte del raccolto.
L’innovazione del libretto colonico con tutte le voci in entrata e in uscita migliorò sensibilmente i rapporti tra fittavolo e padrone, permettendo di fatto al mezzadro di avere costantemente sotto controllo lo stato dei propri conti ed evitando errori, dimenticanze o truffe. Inoltre, il capoccia poteva orientare le scelte economiche in maniera più consapevole, visto che in alcuni poderi i conti venivano registrati con cadenza mensile.
Osservando nel dettaglio un libretto colonico risalente al XX secolo, si noteranno alcune caratteristiche costanti. Sulla copertina sono indicati l’anno di riferimento, l’azienda agraria di cui faceva parte il podere e il nome del podere stesso, oltre all’identità del capoccia della famiglia in affitto. Inoltre, durante la dittatura fascista, era presente un riquadro con frasi sull’agricoltura attribuite a Benito Mussolini. In seguito, questi motti vennero sostituiti da messaggi promozionali delle varie associazioni di categoria, come ad esempio la CONFEDERTERRA. Nella seconda di copertina spesso erano presenti pubblicità, mentre nelle prime pagine era elencata la “Costituzione della Famiglia Colonica”: tutti i componenti erano indicati con nome, cognome e grado di parentela con il capoccia. Il libretto riportava poi una serie di elenchi relativi al capitale bestiame, alla consistenza numerica e specifica del bestiame, alla stima viva di riconsegna, alle scorte morte, al conto stalla e alle raccolte. Infine, veniva redatta la pagina in cui si verbalizzava la chiusura del conto colonico annuale.
Fonti:
Libretti colonici della famiglia Polvani
Autore scheda: Nicola Patti
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