Romano Bilenchi

Luogo: Colle di Val d’Elsa

Comune: Colle di Val d’Elsa

Settore di riferimento: Letteratura, giornalismo

Data/periodo: XX secolo

Descrizione: Lo scrittore Romano Bilenchi è nato a Colle di Val d’Elsa nel 1909 e il suo legame con la città natia emerge in molte pagine della sua elegante prosa, dove i riferimenti spazio-temporali assumono connotati introspettivi, dilatandosi in una dimensione mnemonica di ricordo, come un luogo del passato a sé stante sempre presente e vivo.

La campagna colligiana e gli edifici industriali, che si trovavano ai suburbi dell’abitato, prendono forma letteraria grazie a fatti realmente vissuti dallo scrittore, soprattutto da bambino: «Mio padre, nonostante fosse un industriale, era un attivo socialista di sinistra, pacifista e antimussoliniano e così mia madre. Il mio nonno paterno, che non ho conosciuto, era un uomo di sinistra, capitano dell’VIII reggimento garibaldino: uno dei Mille» (La gioia di scrivere).

Era una realtà strapaesana che lo scrittore ha saputo rendere con simpatiche macchiette di sapore pittoresco, con una squisita caratterizzazione del paesaggio, che trova un parallelo immediato con le prime opere pittoriche di Mino Maccari, figura che ha impresso una traccia indelebile nella vita di quegli anni. Maccari, infatti, abitava vicino a San Marziale, località cara ai pellegrini dove passa il fiume Elsa «Lì, il fiume, prima di giungere ad un ponte, era più largo che in qualsiasi altro tratto del suo corso; sotto il ponte l’acqua faceva ressa contro una chiusa e veniva deviata nelle gore che la incanalavano verso le fabbriche del paese. Il fiume, per la chiusa, sembrava arrestarsi all’ombra del ponte e dei folti alberi cresciuti sulle due rive. Di là dalla chiusa il suo letto era stato rifatto dagli uomini, come il selciato di una larga strada in discesa: piccole pietre l’una accanto all’altra per parecchi metri, forse per accelerare il flusso della corrente dopo averlo trattenuto per tanto tempo. Quando veniva alzata la chiusa, l’acqua si metteva a correre precipitosamente sulle pietre: a ogni commessura, a ogni ciuffo d’erba nato fra pietra e pietra, a ogni sasso gettatovi dai ragazzi che passavano sul ponte, schiumava bianca e lucente. Oltre il ponte e lungo il fiume sorgeva una piccola segheria di marmo, alla quale si arrivava subito dalla strada per una viottola fiancheggiata da una siepe di ribes. La segheria pescava con le fondamenta nel fiume: una scala a due rampe con una ringhiera si immergeva nell’acqua, e legata alla ringhiera c’era sempre una barca. Sopra la segheria in alcune stanze imbiancate a calce, abitava Maccari. Ogni sera dopo la scuola prendevo la bicicletta e, attratto dal fiume, dalla barca e dal ribes quando era maturo, accompagnavo i cugini di Maccari fino a San Marziale. Così si chiamava quel luogo, che allora mi stava nel cuore più di ogni altro simile paesaggio fluviale che si potesse incontrare percorrendo la campagna che circonda il paese» (Amici).

Bilenchi racconta che a Colle alla fine del XIX secolo non «vi erano fabbriche con le sirene che gettano gridi stupidi, tristi, monotoni: anzi, quando si costruì la grande ferriera, si ebbe il pudore di fabbricarla su una riva dell’Elsa, nascosta in modo da non turbare con la sua bruttezza e tetraggine l’immenso ed armonioso quadro della natura» Le vie del centro storico sono rese con parole vive, intrise di folklore, come la pittoresca via delle Romite: «il luogo è singolarmente bello: una stradicciola antica, tra case antichissime, in principio della quale si alza come a sentinella verso gli estranei, o a far gli onori di casa agli amici, la torre dove nacque e abitò Arnolfo di Cambio» (Vita di Pisto).

La città d’inizio secolo aveva ancora radicate tradizioni, usi costumi e feste popolari la fiera del 21 settembre, un grande mercato di cibi e animali che ancora oggi si svolge in piazza Arnolfo e nelle strade limitrofe: «Fin dalla sera avanti si capisce che a Colle ci sarà qualcosa di grande, di memorabile: la fiera del 21 settembre, fiera degli uccelli e delle cipolle, la più importante dell’annata./ Camions, automobili, barrocci e calessini cominciano ad arrivare alla spicciolata, altri giungeranno durante la notte. In poche ore Piazza della Sacca e Piazza Sant’Agostino, e tutte le strade prossime alle rimesse sono invase e ingombre di veicoli di ogni sorta. I fieraioli staccano le bestie e le ‘rimettono’, e dopo essere stati a fissare la camera, si mettono a girellare per il paese. Venditori di formaggio di Parma, coi vestiti a quadretti; mercanti di stoffa, di stoviglie, di oggetti più vari; venditori di cipolle e di uccelli; accattoni e cantastorie, si ritrovano in questo lembo di paradiso e si raccontano le vicende, le avventure, gli imbrogli e gli affari più grassi compiuti durante l’annata. Nessuno mai manca all’appello a meno che non sia morto o che sia fallito o che abbia fatto fortuna[…]» (La fiera del 21 settembre).

Gli ambienti del conservatorio di San Pietro (oggi Museo) dove Bilenchi frequentò le scuole, vengono trasfigurati nelle pagine del Conservatorio di Santa Teresa con riferimenti precisi agli spazi architettonici: «Il discorso tornò di nuovo su Santa Teresa. Ognuna delle donne descrisse quel luogo secondo le proprie preferenze. Tutte furono d’accordo nell’esaltare la quiete dei cortili quadrangolari cinti da porticati e verande che d’inverno venivano chiusi internamente da vetri. In mezzo ai cortili si innalzavano palme più alte dei tetti» (Conservatorio di Santa Teresa).

Benché il paesaggio come luogo della memoria abbia avuto un ruolo importante nella narrativa bilenchiana, sono le vivide caricature dei personaggi colligiani che hanno animato i primi racconti dell’inizio degli anni Trenta, Pisto per esempio è il protagonista del primo libro pubblicato: si narra la storia di un cugino della madre con un passato da garibaldino che torna a Colle dopo la sconfitta di Mentana per darsi ai bagordi. Un testo che esalta un modus vivendi strapaesano, pieno di fascino e ammirazione agli occhi dei giovani fascisti d’allora, come era lo scrittore stesso. Difatti la politica socialista tradizionalmente legata alla città fu guardata positivamente da Bilenchi solo più avanti nel tempo: negli anni di Strapaese scrisse anche la Cronaca dell’Italia meschina ovvero storia dei socialisti di Colle, sferzando una dura critica al movimento politico e in particolare a Vittorio Meoni (soprannominato Il Papa), suo esponente di punta. Un testo che, insieme a Vita di Pisto, fu disconosciuto da Bilenchi, che cambiò fazione militando nelle file del PCI dal 1942.

Bibliografia:

Bilenchi, Le parole della memoria. Interviste 1951- 1989, a cura di L. Baranelli, Fiesole, Cadmo, 1995

Bilenchi, La ghisa delle Cure e altri scritti 1927- 1989, a cura di G. Van Straten, Fiesole, Cadmo, 1997

Bilenchi, Opere complete, a cura di B. Centovalli, M. De Paoli, C. Nesi, Milano, Bur, 2009

Romano Bilenchi da Colle di Val d’Elsa a Firenze, a cura di V. Scheiwiller, Milano, Scheiwiller, 1991

Tracce. Bilenchi a Colle. Colle in Bilenchi, a cura di A. Giannelli et al.. coordinamento di L. Lenzini,  Fiesole, Cadmo, 1999

Romano Bilenchi nel centenario della nascita. Atti dei convegni di Milano e Colle di Val d’Elsa ottobre-novembre 2009, a cura di B. Centovalli, L. Lenzini, P. Maccari, Firenze, Cadmo, 2013

Un uomo contro. Romano Bilenchi. Biografia per immagini, a cura di B. Centovalli, Milano, Effigie, 2009

Documenti:

Biografia di Romano Bilenchi

Fonti:

Fondo manoscritti, Università di Pavia

Note: Nel 1990 è nata l’Associazione ‘Amici di Romano Bilenchi’, con lo scopo di promuovere lo studio e la conoscenza dell’opera e della figura dello scrittore. Nel tempo l’associazione ha organizzato varie attività: il Premio Romano Bilenchi rivolto sia alle scuole secondarie toscane sia alla critica; la pubblicazione del “Bollettino degli amici di Romano Bilenchi” (annuale) e la cura del coordinamento della collana “Bilenchiana” edita da Cadmo (Fiesole), diretta da Luca Lenzini. Ha curato inoltre l’inventario della biblioteca di Romano Bilenchi (circa 16.000 voll.), donata al Comune di Colle Val d’Elsa da Maria Bilenchi. Organizza dibattiti, presentazioni di libri, iniziative legate a Bilenchi e alla sua attività.

Autore scheda: Federica Casprini

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