Il museo della Contrada della Lupa

Luogo: Via di Vallerozzi – Siena

Contrada: Contrada della Lupa

Data/periodo: Il museo è stato aperto nel 1961

Descrizione: Il Museo della Contrada della Lupa non è un Museo nel senso stretto del termine, non è un luogo chiuso dove viene esposta la storia, ma anzi è un luogo “vivo”, dove ancora oggi si effettuano varie attività della Contrada stessa.

Entrando dall’ingresso accanto alla chiesa dei Santi Rocco e Giobbe, possiamo vedere alla sinistra l’accesso interno alla Chiesa, mentre a destra è possibile entrare nella Sala di Rappresentanza, o del Seggio, così chiamata proprio perché è qui che il Seggio (l’organo eletto per prendere decisioni sulla vita quotidiana della Contrada) si riunisce, ed è qui che le Consorelle vengono ospitate durante il loro Giro per la festa del santo patrono. In questa sala sono presenti vari oggetti di notevole importanza ed interesse, fra i quali un tavolo di legno intarsiato raffigurante lo stemma della Contrada; uno stendardo della Società di Mutuo Soccorso; una lettera autografa di Giuseppe Garibaldi, nei quali ringrazia la Società per la nomina a Presidente Onorario. A destra di questa stanza, attraverso una saletta di passaggio, già Archivio della Contrada prima del trasloco nei nuovi locali, si accede alla Sala delle Monture, dove sono esposti i costumi usati per la passeggiata storica dagli inizi del Novecento ad oggi. Quest’ala è stata recuperata e restaurata nel 1933 e sul soffitto si riconoscono gli stemmi nobiliari dei componenti del Seggio che seguì i lavori. Sopra gli armadi che contengono le monture, è possibile vedere alcuni dei tamburi utilizzati per il giro del santo patrono (celebrato la prima domenica di settembre di ogni anno).

Tornando indietro, e girando a destra, si attraversa quindi il cosiddetto Cappellone, interamente affrescato, e proseguendo, passando accanto alle corde delle campane della chiesa, si scende verso quello che attualmente è l’ingresso ufficiale del Museo, ricavato grazie ai lavori di recupero dell’abside, prima tamponata da un edificio posteriore, nel 1961. Lasciandosi sulla destra una curiosa bandiera di primo Novecento donata alla Contrada dalla famiglia Clerici Bagozzi, si scende nella monumentale Sala delle Vittorie, corrispondente all’antica cripta dell’oratorio, dove sono esposti in ordine cronologico parte dei palii vinti dalla Contrada, tra i quali particolare menzione meritano il palio vinto alla presenza di Garibaldi (1867), con accanto foto autografa di Garibaldi al fantino vittorioso, e a quello noto come “Palio della Liberazione” del 1945, il primo palio corso nel dopoguerra. Questo ambiente, come quelli a seguire, sono stati ristrutturati tra la fine degli anni ottanta e il 1995 grazie a un articolato progetto dell’architetto bolognese Enzo Zacchiroli, che ha saputo interpretare i suggestivi ambienti ipogei e i materiali costruttivi originali, innestandovi il motivo decorativo dei marmi del pavimento, a richiamare i colori della Contrada.

Proseguendo nel percorso, si incontra una vetrina con gli arredi liturgici un tempo appartenuti alla Compagnia (Sala dei Paramenti Sacri) e si accede nella Sala Beneforti, nella quale sono esposti gli ultimi due palii vinti dalla Lupa (1973, 1989), entrambi con il capitano Vittorio Beneforti. In questa sala sono presenti anche bozzetti di bandiere realizzati tra la fine dell’Ottocento e l’inizio del Novecento, una bandiera di recente acquisizione di metà Ottocento, donata della famiglia Marmoross Sergardi, un bandierone usato per la passeggiata storica, e un originale leone di marmo usato per l’afflusso di acqua nella Fontenuova. 

Oltre alla piccola sala con alcuni costumi in panno lenci e i preziosi bozzetti dell’artista Umberto Giunti, si raggiunge l’ultima sala del Museo, nota come Sala d’Armi o Sala dei Priori: vi sono esposte, fra l’altro, le armature del Duce dei precedenti treni di monture (1914, 1955, 1981). Alle pareti spiccano numerosi masgalani vinti dalla Contrada: si tratta di trofei conferiti annualmente alla Contrada che nei due Palii abbia primeggiato per eleganza dei propri figuranti e per i giochi eseguiti con le bandiere e col tamburo (dallo spagnolo “mas galante”, più elegante), che di solito consistono in vassoi o bacili d’argento. Su un’altra parete si nota invece lo stendardo ottocentesco della Compagnia di San Rocco, oltre ad un labaro rappresentante il medesimo santo patrono.

 Bibliografia:

Appiani M., Losi S., Petreni G., Petreni R., Sensi S., Tesori e memorie di Contrada. La Contrada della Lupa, Siena, 2007, pp. 18-23

Autore scheda: Contrada della Lupa, Dario Presentini

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