Il Palio di Garibaldi

Luogo: Via Vallerozzi, Museo della Contrada della Lupa – Siena

Contrada: Contrada della Lupa

Data/periodo: 15 agosto 1867

Descrizione: Nelle suggestive sale del Museo della Contrada della Lupa si conserva un curioso cimelio risorgimentale legato a una figura simbolica non solo per Siena, ma per l’Italia tutta: Giuseppe Garibaldi. Nell’agosto del 1867, “l’Eroe dei Due Mondi” soggiornava infatti a Rapolano Terme, dove, grazie alle salubri acque sulfuree, “della ferita di Aspromonte mitigava gli spasimi”. In occasione del suo passaggio a Siena, le autorità cittadine decisero di anticipare di un giorno del Palio di agosto, per permettere a Garibaldi (e a ben quattrocento garibaldini!) di presenziarvi; nei clamori cittadini, egli poté assistere alla festa dalla terrazza del Circolo degli Uniti.

All’uscita dai canapi, le favorite erano la Lupa, con il fantino Mario Bernini detto Bachicche sul cavallo Morello, il Montone, la Pantera e la Selva; ma il Montone cadde al primo San Martino e la Selva, con Pietro Locchi detto Paolaccino, che al secondo giro aveva raggiunto la Lupa, fu tenuta indietro a suon di nerbate da Bachicche. La vittoria della Lupa, che reca nel proprio emblema una lupa con i gemelli di romana memoria, fu interpretata dal Generale come un buon auspicio per la conquista di Roma.

Se per la Lupa l’ultimo palio vinto risaliva al 2 luglio 1854, per Bachicche fu “il cappotto”, cioè il secondo palio vinto consecutivamente in quell’anno, dopo la vittoria, in luglio, nel Nicchio, e addirittura “il bis” del cappotto del 1862 con Onda e Giraffa: una carriera in salita dopo un celebre e turbolento esordio quando, nel 1861, vinse per i colori della Tartuca (all’epoca giallo e nero come l’insegna asburgica imperiale) e fu quasi linciato dal pubblico garibaldino poiché ritenuto un traditore degli ideali risorgimentali.

In quel fatidico 1867, a fine corsa, Bachicche si recò con altri rappresentanti della Contrada a rendere omaggio a Garibaldi presso l’albergo “Aquila Nera” (situato presso l’attuale galleria Odeon) e, fra inchini e commozione, ricevette in dono una fotografia, sulla quale il Generale appose una significativa dedica: “A Mario Bernini, campione della Lupa vittoriosa, augurio della vittoria di Roma”. Pochi giorni prima, infatti, l’illustre ospite era stato invitato da Paolo Lombardi, il più importante fotografo in città, a farsi ritrarre nella “terrazza di posa” alla Costarella, a due passi da Piazza del Campo. Dato che lo studio si trovava all’ultimo piano di un antico palazzo, Garibaldi, affetto da una fastidiosa artrite, fu issato su una sorta di portantina realizzata sul momento dai suoi volenterosi seguaci con una poltrona fissata a pali da tenda: superati così i centodieci ripidi scalini, egli fu immortalato in una delle sue immagini più note. Austero e affascinante nella sua ampia camicia rossa, cucita con cura e ornata da bottoncini dorati, con il fazzoletto nero attorno al collo, Garibaldi, nonostante lo sguardo vivace, mostra gli inesorabili segni dei suoi sessant’anni intensamente vissuti: la folta barba brizzolata, i capelli, più radi, e le mani affusolate che poggiano su un bastone. 

Nel 1896, Bachicche, costretto in condizioni di estrema povertà, in cambio di 219 lire vendette alla Lupa la foto autografata, che tuttora è visibile nella Sala delle Vittorie, assieme al drappellone, entro una preziosa bacheca lignea sulla quale corre la didascalia: Perché il patriottico augurio / onde l’eroe popolare / il decimo sesto d’agosto del MDCCCLXVII / rispondendo all’entusiasmo della contrada / elevò il pensiero al vicino trionfo di Roma / non andasse oblato / per lontananza di tempo”.

Esattamente nello stesso 1896, nei giardini della Lizza fu collocato l’imponente monumento equestre dedicato a Garibaldi (destinato, dai progetti iniziali, all’attuale piazza del Sale) e, ironia della sorte, il Palio straordinario corso a settembre per celebrarne l’inaugurazione fu vinto dalla contrada dell’Istrice. Tuttavia, il legame tra Garibaldi e la Lupa non si risolse con la sola vittoria del 1867, ma ebbe seguito con ulteriori contatti epistolari e con la nomina a presidente onorario della Società di Mutuo Soccorso nel 1879: Garibaldi accettò di buon grado, come documenta la lettera di risposta inviata da Caprera e pure conservata in Museo. La bandiera della Società sfilò quindi nel corteo funebre dell’eroe; e infine nel 1907, in occasione del centenario della nascita, la Lupa omaggiò di nuovo il Generale dedicandogli la cornice del palio del 1867, che reca intagliata, sulla sommità, una sua effigie.

 Bibliografia:

Appiani M. (a cura di), La Contrada della Lupa, Tesori e memorie di Contrada, Losi S., Petreni G., Petreni R., Sensi, S. Siena 2007, pp. 20, 45

Luchini L. (a cura di) Le pietre raccontano. Vallerozzi e dintorni, I Gemelli, Quaderno 9, Siena, Contrada della Lupa, 2013, pp. 158-159

Fonti:

Giuliano Catoni e Alessandro Leoncini, testimonianze orali

Autore scheda: Contrada della Lupa, Elisa Bruttini

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