L’altra metà del paesaggio

Luogo: Val d’Elsa

Comune: Casole d’Elsa

Descrizione: Il paesaggio, come ricordano molti studiosi che negli ultimi secoli hanno analizzato e descritto questo particolare “oggetto”, non è un fenomeno naturale. Geroge Simmel, uno dei più autorevoli sociologi del Novecento, affermava: il fatto che le cose visibili su un pezzo di terra siano “natura” – certo insieme alle opere dell’uomo, che tuttavia inquadrano la natura – e non tratti di strada con grandi magazzini e automobili, non fa ancora di questo pezzo di terra un paesaggio (Simmel 2006: 53-54). La “natura”, da sola, non è dunque sufficiente a definire il paesaggio. Ci vuole in effetti qualcosa di più, dal momento che per parlare di paesaggio è assolutamente essenziale la delimitazione, l’essere compreso in un orizzonte momentaneo o durevole; la sua base materiale o le sue singole parti possono avere semplicemente il valore di natura ma, rappresentate come “paesaggio”, richiedono un essere-per-sé che può essere ottico, estetico, legato ad uno stato d’animo, reclamano un rilievo individuale e caratteristico, rispetto a quell’unità indissolubile della natura, nella quale ogni pezzo può essere soltanto un punto di passaggio delle forze universali dell’esistenza (Simmel 2006: 54).

È quindi lo sguardo, la capacità di creare una cornice visiva, che trasforma una “natura” in un “paesaggio”. È la visione soggettiva, emozionale, che evoca un sentire individuale e collettivo: individuale in quanto intimo godimento estetico e ripiegamento interiore; collettivo in quanto interpretazione culturalmente determinata del bello. Va da sé: nessun paesaggio è “universalmente bello”, anche se ci piacerebbe immaginare che la nostra porzione preferita di mondo, incorniciata e contemplata nei limiti del nostro sguardo, venisse riconosciuta per un valore di indiscutibile piacevolezza. Ebbene, i paesaggi cambiano continuamente, assumendo le forme desiderate da chi li contempla. Così, quando osserviamo un “bel paesaggio”, dobbiamo ricordarci che sempre ci somiglia, che rappresenta un insieme di proiezioni e predilezioni situate, quand’anche condivise.

A Casole d’Elsa, in un assolato pomeriggio di agosto, mi sono ricordato che Eugenio Turri ci suggerisce di prestare attenzione all’altra metà del paesaggio: il cielo.

Bibliografia:

Simmel G., Saggi sul paesaggio, Roma, Armando Editore 2006

Turri E., Il paesaggio e il silenzio, Venezia, Marsilio 2004

Autore scheda: Pietro Meloni

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