Le sculture di Antony Gormley a Poggibonsi

Luogo: Poggibonsi

Comune: Poggibonsi

Settore di riferimento: Arte contemporanea

Data/periodo: Antony Gormley realizza il progetto Fai spazio prendi posto. Makin space, taking place nel 2004

Descrizione: Antony Gormley, classe 1950, londinese, è noto per le sue sculture site-specific, ossia interventi artistici pensati e ideati per luoghi specifici.

Nel 2004, in occasione della nona edizione di Arte all’Arte. Arte, architettura, paesaggio, un progetto dell’Associazione Arte Continua realizzato in collaborazione con i Comuni di Buonconvento, Colle di Val d’Elsa, Montalcino, Poggibonsi, San Gimignano, Siena, i curatori Achille Bonito Oliva e James Putnam hanno chiesto a Gormley di realizzare una serie scultorea per la città di Poggibonsi. È nato così Fai spazio prendi posto. Makin space, taking place: sette sculture in ferro con i nomi degli abitanti e dei turisti che hanno fatto da modelli, collocate presso la stazione, in Piazza Rosselli, accanto alla scuola elementare Don Milani, in Fortezza, in Piazza Cavour, nel Centro Commerciale Val d’Elsa e presso l’ex Ospedale Burresi.

Per approfondire l’opera di Gormley e il suo rapporto con la città di Poggibonsi ho intervistato Mario Cristiani, presidente dell’Associazione Arte Continua.

“Fai spazio prendi posto/Makin space, taking place” può essere definito un progetto di arte partecipata?

Making Space/Taking Place è sicuramente un progetto di arte partecipata. Alla base stessa dell’opera dell’artista per Poggibonsi c’è stata la volontà di coinvolgere attivamente la cittadinanza locale sia in fase ideativa, sia durante la realizzazione del progetto. Abbiamo individuato un segmento rappresentativo di persone che vivono a Poggibonsi o che sono legate a questa cittadina, sulle quali sono state poi modellate una serie di sculture fuse in acciaio.

Il nostro obiettivo era ed è stato quello di rendere le sculture una prova materiale della vita delle persone che potesse sopravvivere alla vita biologica dei singoli. La nostra speranza era che le sculture rimanessero per sempre presenti nel tessuto della città e così è stato.

Storicamente, Poggibonsi è un luogo di transiti e trasformazioni urbane: dal Medioevo, quando la città era un importante mercato per commercianti che attraversavano la via Francigena, allo sviluppo industriale durante Novecento, sino ai bombardamenti durante la Seconda Guerra mondiale. Oggi le sculture fanno parte del paesaggio urbano di Poggibonsi e con esso instaurano un dialogo. Basti pensare alla statua che accoglie i passeggeri che arrivano e partono dal binario due della stazione. Nello scegliere i luoghi in cui collocare le statue si è tenuto conto della memoria e della storia degli spazi?

Un altro tassello del coinvolgimento della cittadinanza da parte di Gormley per questo progetto è stato quello relativo alla memoria storica della città e dei suoi abitanti. I ricordi dei cittadini di Poggibonsi – di chi ha vissuto attivamente l’ambiente urbano che ci circonda – sono stati raccolti da Associazione Arte Continua attraverso un sondaggio che è stato supervisionato da assistenti dello studio dell’artista.

L’indagine ci ha permesso di raccogliere un estratto della memoria storica collettiva e di connetterla attraverso le sculture, che a loro volta riproducevano reali cittadini di Poggibonsi, alla nostra città.

Durante la realizzazione delle sculture è stata avviata un’indagine sociologica che ha portato alla realizzazione di una “mappa psico-geografica” di Poggibonsi. Potrebbe spiegarci la particolarità di questo progetto di mappatura?

La mappatura psico-geografica è stata realizzata proprio per individuare dei luoghi cittadini che non fossero solo “fisici”, ma anche snodi di ricordi, sensazioni ed emozioni legate allo spazio che ci circonda. Ai cittadini sono state sottoposte alcune domande come: “Cosa pensi di Poggibonsi?”, “Com’è cambiata negli anni?”, “Quali sono i luoghi della città a cui associ un valore positivo e quali i luoghi a cui associ un valore negativo?”. Sulla base delle loro risposte sono stati scelti i luoghi di collocazione delle sculture. Ricordiamo come per oltre vent’anni la ricerca di Antony Gormley è andata in direzione della scoperta del corpo umano, dell’“immagine umana” in cui il corpo è il luogo di memoria e di esplorazione.

Bibliografia:

Gormley A., Fai Spazio Prendi Posto. Making Space Taking Place, San Gimignano, Gli Ori, Associazione Arte Continua, 2006

Fonti:

Intervista a Mario Cristiani raccolta da Massimiliano Coviello nell’ambito del progetto “Ecomuseo della Val d’Elsa”, 2014

Autore scheda: Massimiliano Coviello

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