Tinaia Del Taja a Buonconvento

Luogo: Piazza Garibaldi n. 10

Comune: Buonconvento

Denominazione: La tinaia (o Tinaio) Del Taja

Data/periodo: E’ certo che i Taja giunsero a Buonconvento intorno alla metà del Settecento; il palazzo e la fattoria furono probabilmente ristrutturati a inizio Ottocento

Descrizione: La Tinaia del Taja, di proprietà del Comune dagli anni Ottanta, dal 2002 è sede del Museo della Mezzadria senese di Buonconvento. La persistenza, ancor oggi, del nome Taja nella designazione di questo edificio ricorda l’influenza che questa famiglia ebbe a Buonconvento, dove costruì, oltre alla fattoria, l’asilo liberty Grisaldi Del Taja, il teatro dei Risorti e il cosiddetto palazzo del Taja, al quale la tinaia era collegata da un passaggio sopraelevato, posto sopra Via del Sole.

Il complesso sorgeva inizialmente sulle mura trecentesche, che sono poi state inglobate dall’edificio grazie la costruzione ottocentesca della rimessa Del Taja, oggi sede della biglietteria del museo. Al piano terra è possibile ancora oggi vedere i tini novecenteschi in cemento, nei quali veniva lasciato fermentare il mosto, che veniva poi svinato e infine conservato nelle botti della cantina sottostante.

Nello Carli, scrittore ed ex assessore di Buonconvento impegnato nel progetto di realizzazione del museo, racconta che i Taja possedevano all’epoca sedici poderi e che nella tinaia c’erano tini di legno, alti circa du’ metri e mezzo, du’ metri e ottanta… e i contadini portavano lì l’uva dove veniva… c’è il torchio laggiù, quindi veniva torchiata per fare il vino.

Al piano superiore c’era invece il granaio. Continua Nello: per andare di sopra non ci sono le scale ma c’è quel passaggio [l’ascenderia] e lì ci passavano con dei piccoli carri tirati da un animale, da un asino o un mulo e… il grano però era di proprietà del proprietario, quello che andava di sopra.

Letizia Cosci, figlia del sotto-fattore dei Taja, ci dà un altro ritratto vivo della tinaia: io sono nata qui e di conseguenza mi ricordo tutto quello che era cinquant’anni fa… insomma sono ricordi di una bambina chiaramente… che ha visto la trasformazione nel tempo di questo edifici; un edificio che io mi ricordavo attivo… e pullulava di persone che lavoravano, persone fisse che lavoravano all’interno del palazzo, all’interno della fattoria e persone che venivano da fuori in occasione per esempio della mietitura, in occasione soprattutto della svinatura e i contadini che venivano a portare l’uva appunto al tinaio oppure le sementi, il grano che veniva portato nel granaio. 

Nello Carli racconta che, quando con la fine della mezzadria Amministrazione Comunale e abitanti sentirono l’esigenza di organizzare una serie di esposizioni di oggetti provenienti dal mondo contadino, lo fecero proprio nella tinaia che, conservando l’architettura del luogo, è divenuta poi la suggestiva e funzionale custode del patrimonio materiale e immateriale della mezzadria senese.

Bibliografia:

Carli N., Civitelli G. e Pellegrini B. (a cura di), Buonconvento dal ‘500 all’800, Circolo Culturale Amici di Buonconvento, 1993

Molteni G. (a cura di), Buonconvento: Museo della Mezzadria senese, Fondazione Musei Senesi, Milano, Silvana Editoriale, 2008

Carli N., Civitelli G., Giannettoni G. e Pellegrini B. (a cura di), Buonconvento. Ambiente, arte, cultura, Circolo Culturale Amici di Buonconvento, 200

Fonti: 

Bartoli A. La trebbiatura, Relazione di ricerca n.12 per la realizzazione di studi e ricerche relativi ai contenuti del Museo Etnografico della Civiltà contadina di Buonconvento, coordinatore P. G. Solinas, Università degli Studi di Siena e Amministrazione Provinciale di Siena, 1996

Intervista a Nello Carli realizzata da Fabio Carnelli a Buonconvento l’11 ottobre 2013

Intervista a Letizia Cosci realizzata da Fabio Carnelli a Buonconvento l’11 ottobre 2013

Autore scheda: Fabio Carnelli

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