Il fabbro di Buonconvento

Luogo: Buonconvento

Comune: Buonconvento

Data/periodo: La bottega del “fabbro di Buonconvento” è stata aperta nel 1946 da Aldo Borgogni

Descrizione: L’artigianato in provincia di Siena era fortemente legato al mondo mezzadrile. Gli artigiani risiedevano perlopiù nei borghi, dove c’erano le botteghe dei fabbri, degli stagnini o dei carradori; nei poderi si potevano incontrare invece artigiani itineranti come seggiolai o maniscalchi.

Il lavoro del fabbro, in particolare, era fondamentale per il buon andamento dei lavori in campagna.

Mario Borgogni, da tutti ancora conosciuto come il “fabbro di Buonconvento”, racconta: allora si diceva che era una bottega al servizio dell’agricoltura… si lavorava con il contadino ma sotto la supervisione della fattoria: qui veniva il mezzadro, però tacitamente il padrone era consapevole che il contadino andava dal fabbro e lui avrebbe pagato successivamente.

Ogni stagione aveva i suoi lavori, tra un pochino ci sarebbe stata la semina e allora bisognava sistemare le seminatrici, poi a primavera c’erano il fieno e allora c’era un altro tipo di macchina da adoperare e niente… praticamente ogni stagione aveva le sue attrezzature in movimento. Quando si rompeva qualcosa venivano dal fabbro, erano clienti fissi e anche la fattoria ci contava: sul falegname, sul fabbro…

I momenti principali del lavoro del fabbro erano la forgiatura, ovvero il riscaldamento del ferro nella forgia, la battitura del ferro caldo sull’incudine, con tenaglie e martello, e la tempera, ovvero il raffreddamento repentino del ferro nell’acqua della pila. Il fabbro riparava e fabbricava vari strumenti da lavoro: falci, zappe, vanghe, erpici, aratri, ecc. Era soprattutto indispensabile per la ferratura degli animali: c’era anche da sistemare chi aveva le vacche, le mucche, i vitelli, i buoi. Lì bisognava ferrarli, perché erano i buoi che si usavano per l’aratura; poi a volte si azzoppavano e allora con il veterinario bisognava capire il sistema per rimetterli in carreggiata il prima possibile.

A Buonconvento erano presenti cinque fabbri, fino a che, con la fine della mezzadria, il lavoro si è ridotto drasticamente e ne sono rimasti due, di cui uno, Mario Borgogni appunto, ancora nella sua bottega di via Percenna n. 19. Andandoci, si ripercorre la storia della bottega, acquistata nel 1946 dal padre di Mario, Aldo, e ora gestita dal figlio di Mario, Francesco. Appesi nel nero bruciato delle pareti – testimoni involontarie del lavoro della forgia, accanto alla quale si scambiavano a volte due chiacchiere col fabbro in cambio di un po’ di calduccio – si confondono centinaia di oggetti indispensabili al ritmico lavorìo del fabbro: martelli, tenaglie, scalpelli, chiodi, ferri di cavallo, chiavi; nel locale dominano invece la morsa (sotto la finestra), l’incudine (al centro del locale), la forgia e la pila (poste l’una accanto all’altra insieme al ventilatore) e il maglio elettrico, introdotto per battere meccanicamente il ferro senza bisogno dell’aiuto di un apprendista.

Fino al 1984, il padre Aldo aveva in bottega due operai, dei quali fece a meno con l’arrivo del figlio Mario, che da qualche anno, a causa della sopraggiunta anzianità, fa da collaboratore a Francesco, attuale fabbro del paese, che è rimasto nonostante tutto: forse perché siamo un po’ attaccati a questo odore di ferro… è sempre più dura, eh, a resistere… nei paesi è strano perché la gente s’arrangia molto da sola. Quando c’ha bisogno di qualcosa di grosso la compra, le piccolezze se le fa da sé. L’unico vantaggio è che non abbiamo da pagare l’affitto; siamo rimasti per questo, la bottega era nostra e non pagavamo operai.

Bibliografia:

Molteni G., Buonconvento: Museo della Mezzadria senese, Fondazione Musei Senesi, Milano, Silvana Editoriale, 2008

Solinas P. G. (a cura di), Gli oggetti esemplari. I documenti di cultura materiale in antropologia, Montepulciano, Editori Del Grifo, 1989

Fonti: 

Intervista a Mario Borgogni nella sua bottega di via Percenna n. 19 a Buonconvento, realizzata da Fabio Carnelli il 14 Ottobre 2013

Autore scheda: Fabio Carnelli

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