Feste del Chianti

Luogo: Chianti

Comune: Gaiole in Chianti, Castellina in Chianti, Castelnuovo Berardenga

Descrizione: Alessandro Fo, poeta e docente di letteratura latina presso l’Università di Siena, ha letto per noi alcune sue poesie che riguardano alcune feste nel Chianti, in particolare a Gaiole e Castellina in Chianti. Si tratta di festività mondane, legate all’effervescenza della vita culturale senese che attirava – ed attira – nelle sue campagne personaggi ed intellettuali provenienti da diverse parti del mondo, risaldando quell’idea di un Chiantishire dove la borghesia europea ed americana – oggi anche i nuovi ricchi provenienti dall’Est Europa e dall’Asia – sembrava trovarsi pienamente a suo agio. Fanno da specchio alle poesie di Alessandro Fo, le immagini di due fotografi senesi, Marco Muzzi e Marco Bruttini, che nel Chianti hanno raccolto scatti sulle processioni, la vita domestica e rurale della mezzadria e delle classi popolari. Un Chianti polifonico, ricco di voci e di immagini, di profondità religiosa e di riflessività, come nella poesia La splendida frittata verde. Studio mondano per il giovine Andrea Guasparri:

Nella serata, pure nobiliare (in Chianti:

c’erano Fuffi, Lalla, l’Arbasino,

Ubaldo Soldanieri e la contessa Mica)

dieci chilometri di classe di vantaggio

sul gruppo aveva la signora B.

 

Seduto al pozzo mentre cantava il coro

lui se ne innamorò. Oh

yes, il gevgo di Masaccio e il Masolino,

ma meglio valse il pasticcio di zucchino

se cenando in giardino

l’ebbe di fianco e la poté servire.

 

Sostando a lungo la fila contromano

ebbe l’ardire

di offrirle una frittata,

l’ho presa grazie; ma non vedo saggiata

questa verde (con l’uvetta);

è vero, no; ne accetti una fetta

benché sia solo – eccola – un preteso

per offrire invece al più presto

ogni mio complimento a lei perfetta.

 

Sul dolce giunse invece alquanto tardo.

Non le incresca, son già qui, troppo golosa.

Che peccato… (cioè: Dio, come ardo).

 

Ma nel salone affrescato

lo accolse un suo sorriso, quanto largo.

Dalla poltrona bianca al largo

fino alla sua parete

si distese la rete.

Vi passarono Brahms, una penna, un rossore,

due squadre (l’architetto, lei col braccio alzato

attorno al collo del marito;

lui, con l’amico).

E uscendone, lei che gli strinse la mano (Fo 1995 pp. 51-52).

 

Bibliografia: 

Fo A., Otto Febbraio, All’insegna del pesce d’oro di Vanni Scheiwiller, Milano 1995

Autore scheda: Pietro Meloni