La plastica dei tartari di Leonardo De’ Vegni
Luogo: Bagni San Filippo
Comune: Castiglione d’Orcia
Data/periodo: 1766 – 1801
Descrizione: Leonardo De Vegni nasce a Chianciano nel 1731 (morì a Roma nel 1801). Per volere dei genitori si laureò in diritto civile e canonico presso l’università di Siena. Fin da ragazzo dimostrò una spiccata predisposizione per lo studio delle arti e del disegno, per la poesia e per le scienze. A parte qualche incarico di carattere giuridico De Vegni continuò a dedicarsi ad altre attività e alla morte del padre poté definitivamente impegnarsi nelle materie che più lo interessavano comprese le ricerche sulla “plastica dei tartari”. A Bagni San Filippo, dove la famiglia aveva delle proprietà, sorgano acque termali ricche di carbonato di calcio che solidificandosi formano delle particolari concrezioni bianche. Questa proprietà di cementificazione, servendosi dei depositi calcarei delle acque, venne studiata e utilizzata dal De Vegni che inventò la tecnica della “plastica dei tartari” per creare alcuni oggetti. Per la loro produzione, tra cui motivi decorativi in “tartaro”, nel 1766 istituì un’apposita fabbrica che divenne famosa tanto da essere visitata, nel 1769, dal granduca di Toscana Pietro Leopoldo.
Il procedimento attuato dal De Vegni per realizzare questa sorta di marmo artificiale, venne da lui stesso illustrato in una memoria presentata all’Accademia dei Fisiocritici di Siena nel 1788, ma pubblicata solo nel 1808, dove descrisse con dovizia di particolari il suo metodo: “senz’aiuto di scalpello, o simile arnese, ottengo, quasi immediatamente dall’acqua, bassorilievi di qualunque grandezza, e di qualunque più fino intaglio, candidi, lucidi e duri a mio piacimento, potendoli avere di tutte quelle consistenze, che abbiamo sopra notate: che sicuramente posso ampliare tale invenzione per ornati d’architettura, lapide scritte, vasche di fontane, e vasi di giardini d’opera rustica, e simili, resistenti all’intemperie dell’aria al pari di un marmo”. Il procedimento della “plastica dei tartari” era dovuto come, ci spiega lo stesso architetto, a come le acque tartarizzanti sono determinate a deporre il tartaro loro configurato, colorato, duro, trasparente, e resistente, come a me piace. Le forme concave dei lavori che si volevano ottenere venivano sospese su legni in modo che, da come si faceva battere l’acqua, vi cadessero dentro gli spruzzi dell’acqua minerale, che le riempivano di molecole di tartaro. Si formavano così i bassorilievi, chiamati “plastiche dei tartari”.
Anche Emanuele Repetti, nel suo Dizionario, descrive il metodo invento da De Vegni: «Devesi all’ingegnere Leonardo Vegni l’industrioso metodo di riempire con l’incrostazione delle acque termali di S. Filippo le forme concave che vi si espongono; e ciò mediante la caduta dell’acqua medesima dall’alto sopra correnti traversi sospesi alquanto da terra. Intorno all’apparato stanno appese quelle forme che si vogliono destinare a ricevere li spruzzi dell’acqua, perché ivi si depositi in tenuissime molecole il candido tartaro. L’operazione può farsi lenta o più sollecita, e ciò a proporzione che si avvicina o si allontana la caduta dell’acqua ad effetto di abbandonare una minore o maggiore dose di calce carbonata». Con questa tecnica, nel 1771, realizzò sei bassorilievi da applicare sopra sei finestre del padiglione della Meridiana di Palazzo Pitti, a Firenze, di cui oggi non rimane traccia; un altro fu realizzato in seguito e destinato alla fonte di Seggiano.
Fra i bassorilievi ancora oggi visibili troviamo quello per la porta al Sole a Chianciano Terme, in cui è raffigurato il busto di profilo del Cristo e i due bassorilievi ovali che sono all’interno dell’ingresso dell’Albergo Terme a Bagno San Filippo. Essi rappresentano due busti di personaggi maschili in abito settecentesco: quello a destra ha sotto il busto la figura del mondo e una leva, con la scritta “Dic ubi consistam”. L’allusione, come riporta Gabriella Contorni, è da riferirsi ad Archimede, nel bassorilievo si trova la data 1777 e la firma dell’esecutore, Giuseppe Pagliari, che fu allievo del De Vegni e scultore della plastica dei tartari. Sempre servendosi di tale singolare tecnica, De Vegni, aveva costruito due mulini ai Bagni di San Filippo, i quali, risultano dismessi nel 1930.
Bibliografia:
G. Contorni, Bagni San Filippo. Antiche Terme nel senese, Firenze, 1988
Comune di Chianciano Terme, Leonardo De Vegni Architetto Chianciano 1731-1801, Atti delle “giornate di studio” Chianciano Terme 11-13 maggio 1984
Autore scheda: Valentina Pierguidi
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