Museo TePoTraTos a Monticchiello

Luogo: Monticchiello

Comune: Pienza

Data/periodo: Dal 2004

Descrizione: Tepotratos è un omaggio al mondo contadino, alla sua cultura, alle sue forme di divertimento e al suo teatro; è un’installazione multimediale, un percorso sensoriale che suggerisce un coinvolgimento emotivo.
Si dice “mondo contadino” ma, almeno in questa parte di Toscana, si legge “mezzadria”. Cos’è stata la mezzadria? In sintesi, pur nelle varianti: un contratto, un sistema di organizzazione del territorio e un sistema sociale. Certo una formula in continuo divenire, che è andata avanti per secoli: dal XI al XX.
Il contratto nella sua forma più comune era quello tra proprietari e coloni: i primi mettevano i capitali e la proprietà di partenza; i secondi, sostanzialmente, la forza lavoro e le conoscenze di cui erano depositari (oggi si direbbe il know-how). I prodotti agricoli che ne derivavano erano divisi più o meno alla pari.

Il borgo e le campagne erano spazi organizzati e ‘costruiti’ attorno alle esigenze di quel mondo: anche qui nasce il paesaggio ‘toscano’, i casolari sulla cima delle colline per proteggerli dall’erosione, dall’instabilità dei terreni; il rapporto tra quelle case sparse e i loro ‘poderi’, ovvero le unità territoriali affidate alle cure di un gruppo di mezzadri. Così come i filari di cipressi a segnare confini o la mancanza di recinzioni…
La mezzadria era però anche una società, un sistema complesso di rapporti umani. Un mondo al cui interno trovavano posto i bisogni umani più comuni: creare legami, comunicare, divertirsi, condividere visioni del mondo…
Una società, appunto. Che però si è rapidamente inabissata quasi senza lasciare tracce: perché? Perché la mezzadria non scriveva, certo… I mezzadri erano in gran parte analfabeti. Ma anche perché i mezzadri hanno vissuto per secoli lo stigma, la vergogna, la soggezione della loro condizione di fronte a gruppi sociali forti, che trasformavano le differenze culturali in forme di controllo e subordinazione. Qualcosa però è rimasto: tracce, oggetti, volti, parole, sberleffi e suoni, canti e imprecazioni… Segnali di una memoria da inseguire avvicinandosi a Tepotratos.
Tepotratos sorge in un ex-granaio della metà del Settecento. Luogo importante per la vita di generazioni di mezzadri, è qui che venivano portati tutti i cereali prodotti: per essere pesati e poi divisi con il proprietario. Il granaio era appunto un magazzino per la quota di grano che spettava alla proprietà, cosí come le cantine sottostanti per il vino.
Uno spazio altamente simbolico, dunque, anche nella collocazione: al centro del paese, dove sorgevano gli edifici più rappresentativi per la comunità, ovvero la Chiesa e poco piú là il Palazzo Comunale.

Il Granaio oggi è proprietà della cooperativa del Teatro Povero. Mentre la parte più ampia ospita il museo, il resto è utilizzato per attività comunitarie, dalle prove della banda, ai concerti, alle riunioni della cooperativa e della compagnia teatrale. Oltre a ciò, accoglie un servizio di distribuzione dei farmaci alla cittadinanza; è sede dell’ufficio turistico; di un piccolo emporio che permette di trovare giornali e altri articoli; è utilizzato per mostre d’arte, dibattiti, incontri culturali; ospita un centro di accesso assistito alla rete internet (rete PAAS della Regione Toscana), nonché l’archivio storico del Teatro Povero di Monticchiello. E ancora oggi, da tutti, è chiamato semplicemente così: il Granaio.
L’edificio che raccoglieva i frutti di una divisione a lungo vissuta come ingiusta e imposta, oggi è una ricchezza per la comunità e per chi viene da fuori, frutto dell’impegno volontario di tutti coloro che hanno mantenuto vivo in questi anni il Teatro Povero.
Tepotratos non è un museo sul Teatro Povero, bensì un progetto nato all’interno di questa particolare esperienza sociale e culturale.
Sulle scene calcate in estate e inverno, gli attori-cittadini di Monticchiello ricostruiscono il senso del loro passato, delle trasformazioni avvenute e di quelle ancora in corso. Molto presto, nella storia di questo teatro hanno assunto capitale importanza alcuni dei temi che animano Tepotratos: la dimensione contadina mezzadrile da cui molti di qua provenivano; la forza eversiva, in quella dimensione, del teatro tradizionale; l’energia sotterranea di storie di vita e di lotte, che continuamente si riallaccia al presente, come un sottile filo rosso di cui ogni volta sbrogliare la matassa.

Attraversare Tepotratos e le sue stanze, dunque, è come fare un giro nella pancia del Teatro Povero, scoprendo le visioni, i suoni, le suggestioni e le storie che lo animano, lasciando che tutto questo vi parli proprio come potrebbe fare uno spettacolo teatrale: senza spiegare troppo, puntando a farvi sentire qualcosa prima ancora che a convincervi di qualcosa…

Bibliografia:
Clemente P., TePoTraTos “scene del teatro popolare tradizionale toscano”in collaborazione con Associazione Culturale Tepotratos e Fondazione Musei Senesi, Milano, Silvana Editoriale, 2010

Autore scheda: Gianpiero Giglioni

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