Chiesa di Santa Caterina delle Ruote a Radicondoli
Luogo: Radicondoli
Comune: Radicondoli
Data/periodo: 1343. La costruzione della chiesa di Santa Caterina della Ruote risale al Trecento, una serie di modifiche nel corso del Cinquecento, del Seicento e poi del Novecento hanno reso la struttura come la si vede oggi. Nel 1996 è stato restaurato il campanile
Descrizione: La chiesa prende il nome dal monastero che fu eretto nel 1343 dal Vescovo di Volterra Ranuccio Allegretti e subito abitato dalle monache claustrali di Sant’Agostino. Ancor prima, sul luogo del monastero, aveva luogo un vecchio ospedale che era intitolato a Santa Caterina delle Ruote. Dal XVI secolo il monastero era adibito anche a orfanotrofio femminile, e al suo interno si svolgevano attività didattiche che andavano dalla scuola dell’infanzia, fino alla scuola media superiore. La prima chiesa, contemporanea all’istituzione del monastero, risale al Trecento, sappiamo che nel 1378 fu subito ampliata con il concorso dei fedeli.
Tracce della prima costruzione rimangono nella facciata, dove s’intravede il portale di tipo senese sovrastato da un rosone. Alla facciata in laterizio è addossata una scalinata che permette di raggiungere l’ingresso, sovrastato da un timpano triangolare modanato in cui è posta una piccola riproduzione in terracotta della Santa titolare della chiesa. Santa Caterina d’Alessandria tiene in mano la ruota dentata con la quale fu uccisa, divenuta suo simbolo di riconoscimento. Nel 1656 un fulmine danneggiò la chiesa, distrusse parte del campanile e fece cadere la campana sul tetto che si sfondò, le vetrate andarono in polvere e si ruppe l’organo. Probabilmente la facciata attuale fu completata ne corso degli interventi di restauro che seguirono e che interessarono anche la volta.
L’altare maggiore si salvò e lo si può vedere ancora oggi com’era nel 1635, quando fu realizzato grazie alla donazione di un privato: è in stucco dipinto a finti marmi, presenta due colonne per ciascun lato e il timpano spezzato, al centro è la tela di Sebastiano Folli, datata 1607 con Il Martirio di Santa Caterina d’Alessandria caratterizzata dal vivace cromatismo. Alle pareti laterali erano attaccate due tele, una con La Madonna con il Bambino e l’altra con Santa Rita che sono state tolte durante il restauro del 1987, effettuato dopo la caduta delle coperture.
Nel corso dei rifacimenti degli anni Ottanta del Novecento, un pittore contemporaneo ha sistemato gli stucchi e gli intonaci delle pareti e ha sostituito alla precedente pittura col Sant’Agostino della volta, l’Agnello mistico, come simbolo cristologico, circondato da raggi luminosi e corredato dall’iscrizione dell’Apocalisse di Giovanni “AGNUS OCCISUS AB ORIGINE MUNDI”. Lo stesso pittore ha realizzato affreschi alla destra e alla sinistra dell’altare; il primo finge un trittico e mostra Sant’Agostino Vescovo e Dottore della Chiesa al centro, Santa Monica, madre del santo, alla destra e il Fonte battesimale, in ricordo del battesimo del Santo, alla sinistra. Nella parete opposta si vedono, ai lati, le due figure di Santa Caterina d’Alessandria e Santa Rita da Cascia, riconoscibili attraverso le iscrizioni presenti nella fascia sottostante e al centro sono dipinte Tre suore agostiniane in preghiera, mentre sullo sfondo s’individua il profilo Radicondoli.
Bibliografia:
Cucini C., Radicondoli, storia e archeologia di un Comune senese, Roma, Multigrafica editrice, 1990, pp. 405-428
Frana lacci P., Rotundo F., Radicondoli e il suo territorio, paesaggio e itinerari culturali, Siena, Nuova Immagine, 1999, pp. 71-73
Repetti E., Dizionario geografico fisico storico della Toscana contenente la descrizione di tutti i luoghi del granducato, ducato di Lucca, Garfagnana e Lunigiana, Vol. 4, Firenze, Allegrini e Mazzoni, 1841, p. 717
Fonti:
Scheda ICCD di riferimento: ASBAP Si e Gr: scheda di catalogo n. 00385322 (compilata da P. Francalacci, 1994)
Cherubinelli P., Saltarelli A., Il monastero agostiniano di Santa Caterina della Ruota di Radicondoli, dattiloscritto inedito, Radicondoli, 1969
Links:
Note: Ora la chiesa è gestita dalle suore agostiniane dipendenti dal Monastero di Santa Croce di Figline Val d’Arno. Le suore abitano attualmente nel vecchio convento, adiacente alla chiesa.
Autore scheda: Irene Sbrilli