Gli Orbachi

Luogo: Vicolo degli Orbachi – Siena

Contrada: Nobil Contrada del Bruco

Data/periodo: X-XXI secolo

Descrizione: Gli Orbachi: questo è il nome che, familiarmente, i Brucaioli danno a questa riservata e caratteristica porzione del territorio della Contrada che, benché abbia subito notevoli modifiche, conserva caratteristiche prettamente medioevali ed un affaccio, veramente incantevole, sugli spazi verdi sottostanti, i tetti degli immobili che si arrampicano per le coste d’Ovile e all’orizzonte, la Basilica dell’Osservanza con, alle spalle, le colline del Chianti ed il profilo dell’Appennino.

Secondo la tradizione, il nome “orbachi” deriva dalla presenza, nei secoli andati, in questi terreni, di numerose piante di alloro che, come sappiamo, hanno come frutto una bacca (da questo: bacche d’alloro e poi, non si sa come, orbachi).

Le origini di questa zona ed il suo sviluppo sono strettamente legati alla Via Francigena o Romea e, più esattamente, alle attività di vario genere che si svilupparono intorno al tratto nord-est di questa importantissima via di comunicazione medioevale.

Al termine del X ed inizi dell’XI secolo, fra il “burgus de Sena” e quello di “Camollia”, nel poggio che dominava la Valle Rozzi, esisteva la Chiesa di San Donato, intorno alla quale si sviluppò un borgo grazie all’attività del prete titolare della Chiesa ed alla presenza di ricoveri e xenodochi.

Nel 1090 circa, il prete donò ai monaci Vallombrosani un ospedale e un grosso appezzamento di terreno; l’ospedale fu trasformato in monastero e la costruzione prese il nome di San Michele e San Benedetto al Monte di San Donato fuori le mura.

I monaci, oltre a curare l’aggregazione e l’organizzazione degli abitanti delle zone di loro proprietà, promossero, con la coltivazione del loro terreno, lo sviluppo dei borghi di San Donato e di Ovile.

La zona degli “orbachi”, infatti, occupa il declivio che da piazza dell’Abbadia (da Abbazia), ove oggi si affaccia la Chiesa di San Donato, scende fino all’attuale via degli Orti.

Secondo alcuni storici, proprio dalla presenza, nelle coste d’Ovile, di molti orti infestati da bruchi deriva il nome della Contrada; la strada, infatti, fu chiamata, inizialmente, “ strada dei bruchi” ed in seguito prese il nome di Costa degli Asini o delle Bestie, per poi assumere quello di Via degli Orti.

Documenti del 1300 ed in particolare i registri delle Lire (registri ove venivano riportate le tasse pagate dai cittadini in base alle loro attività e condizioni) ci dicono che nel borgo dell’Abbazia di San Donato abitavano lavoratori dell’Arte della lana, vi era la presenza di botteghe, di albergatori e anche di edifici di valore, fatta eccezione per via degli Orbachi.

Dalla piazza dell’Abbazia scendevano, verso le coste ed il piano d’Ovile, rispettivamente a destra ed a sinistra della Chiesa e del monastero, due vie: una, Via degli Orbachi di dentro, detta anche “chiasso buio”, che sfociava nell’attuale Via dell’Abbadia; l’altra, Via degli Orbachi di fuori, che aveva un ingresso dalla piazza, tutt’oggi visibile, costituito da due colonne ed un architrave nel quale è scolpita l’invocazione Sancte Michael Archàngele defende nos in pràelio.

Presso la Chiesa di San Donato, aveva sede la Compagnia laicale di San Michele Arcangelo che venerava, nel suo Oratorio, l’immagine della Madonna con Bambino, detta della Disciplina Maggiore; alla fine del Settecento, dopo la soppressione delle Compagnie laicali, lo splendido dipinto su tavola, acquistato da un Brucaiolo, fu donato alla Contrada del Bruco e tuttora è custodito nell’Oratorio della stessa.

Oggi delle due vie ne è rimasta una che è divenuta un vicolo tranquillo e gli orti, uno spazio verde pubblico, curato dalla nostra Contrada; qui si trova la stalla, dove viene gelosamente custodito il cavallo nei giorni del Palio e vi sono organizzate iniziative che sono ulteriore motivo di aggregazione per i contradaioli.

Autore scheda: Nobil Contrada del Bruco, Antonio Basili

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