I Pispini

Luogo: Via dei Pispini all’incrocio con Santa Chiara – Siena

Contrada: Nobile Contrada del Nicchio

Data/periodo: Fontana costruita nella prima metà del XVI secolo e successivamente oggetto di modifiche e restauri

Descrizione: Il toponimo è correlato alla cinquecentesca fonte posta in Santa Chiara, popolarmente chiamata “con i pispini” (“Fonti a Pispini” la chiama Girolamo Macchi in un disegno dei primi del Settecento) per la sua particolare struttura. Per come viene nitidamente raffigurata da Francesco Vanni nel 1595, ma anche in un disegno anonimo di primo Seicento, un elemento verticale posto al centro della vasca esagonale sorreggeva due tazze sovrapposte; da quella superiore, di circonferenza più piccola dell’altra, zampillava un getto d’acqua, che veniva raccolto nel piatto sottostante e nel bacino. Il travaso del prezioso liquido doveva avvenire anche attraverso delle cannelle. La fonte, insomma, aveva già l’aspetto attuale. Invece lo schizzo del Macchi sembra rappresentarla con la sola tazza sottostante, ma forse si tratta di una semplificazione del disegno.

Sin dal Quattrocento, a Siena, lo zampillo d’acqua era chiamato popolarmente “pispino”, o più di sovente con il vezzeggiativo “pispinello”, termine probabilmente derivato da “pispolo”, con il quale ancora oggi si chiama la cannella di una fontana. Lo spettacolo offerto da questi “pispinelli” era talmente inedito, rispetto alla tradizionale tipologia delle fonti senesi, che il nome finì per identificare l’intero rione e la sua strada principale, che assunse la denominazione di via dei Pispini con lo stradario del 1871 (in precedenza, il tratto dalla porta all’oratorio di San Gaetano era detto dell’Abbadia Nuova, mentre da qui a Pantaneto si chiamava via del Fiore).

Sin dal 1356, gli abitanti del popolo di Abbadia Nuova si erano rivolti al Comune perché fosse impiantata una fonte nel cuore del loro rione, in un luogo che avrebbero scelto loro stessi, non solo per soddisfare le quotidiane necessità idriche, ma anche per fronteggiare l’altissimo rischio di incendi dovuto alla concentrazione di fornaci presenti nel quartiere, specificando che le spese sarebbero state a proprio carico. Nel corso del Quattrocento si susseguirono altre petizioni simili, sempre tese a dimostrare l’urgenza di dotare il rione di una fontana sufficientemente ricca d’acqua. Dopo tanto insistere, finalmente i lavori ebbero inizio e intorno al 1470 la fonte in Santa Chiara con il suo lavatoio risulta completata. Gli esigenti abitanti dell’Abbadia Nuova, però, non erano ancora soddisfatti e il 23 giugno 1534 la “congregatione et contrada della Abbadia Nuova” dichiarò al Comune di voler realizzare una nuova fonte in sostituzione della precedente, che non rispondesse solo alle esigenze idriche del quartiere ma che potesse anche “onorare la dicta contrada”.

E quelle dei nicchiaioli non erano semplici chiacchiere, tanto che presentarono anche il disegno di “un raro et bellissimo fonte”, di vaga ispirazione peruzziana, un’opera che in effetti, una volta realizzata intorno al 1545, diventerà un vanto per l’intera città, introducendo per la prima volta a Siena il concetto di fontana monumentale, mentre fino allora aveva prevalso l’intento di erigere strutture concepite in modo da proteggere il prezioso bene.

Nell’aprile del 1937, la fontana fu spostata in piazza Santo Spirito per consentire l’accesso meccanizzato alla caserma Santa Chiara. Nel 1949 la tazza superiore franò (un ragazzo vi si era aggrappato per recuperare una palla caduta al suo interno) e solo dopo molte rimostranze fu reintegrata nel 1955. Grazie alla ferrea volontà della Contrada del Nicchio, nel 2001 la fontana è tornata nel sito originario.

Bibliografia: 

Bargagli Petrucci F., Le fonti di Siena e i loro acquedotti. Note storiche dalle origini fino al MDLV, voll. 2, Siena, U. Periccioli, 1974, vol. I, pp. 319-323

Barzanti R., Cornice A., Pellegrini E., Iconografia di Siena. Rappresentazioni della città dal XIII al XIX secolo, Città di Castello, Edimond, 2006

Comune di Siena, Stradario della città di Siena, Siena, Lazzeri, 1871

Cresti R., Martellucci M., Stradario (Stranario). Curiosità e stranezze nei toponimi di Siena, Siena, Betti, 2004, pp. 17-19

Fiorini A., Siena. Immagini, testimonianza e miti nei toponimi della città, Siena, Alsaba, 1991, p. 338.

Nobile Contrada del Nicchio, In Santa Chiara ci s’ha una bella fonte… Inaugurazione, restauro e ripristino della “Fontana dei Pispini”, Siena, Arti Grafiche Ticci, 2001

Serino V. (a cura di), Siena e l’acqua: storia e immagini di una città e delle sue fonti, Siena, Nuova Immagine, 1997, pp. 84-8

Fonti: 

Macchi G., Memorie, ms. D. 107, c. 430 (Archivio di Stato di Siena, Manoscritti D. 107 e D.111)

Autore scheda: Nobile Contrada del Nicchio, Roberto Cresti

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