Pieve di Santa Maria a Castello a Monteriggioni
Luogo: Monteriggioni
Comune: Monteriggioni
Data/periodo: Anno 971
Descrizione: Da una permuta di beni situati nella iuditiaria de plebe s. Marie sito Magrugnano tra il Vescovo di Volterra Pietro e un tale Winildo, ricaviamo la prima menzione della pieve al Castello e del suo vasto territorio, che comprendeva le zone tra il corso dell’Elsa e quello dello Staggia.
Per tutto l’XI secolo fu sede di importanti atti di vendita di beni della famiglia dei Lambardi di Staggia, fondatori della vicina Abbadia a Isola: fu lo stesso papa Alessandro II che concesse nel 1062 alcuni beni all’Abbazia stessa. Ma fu senza ombra di dubbio il XII secolo il momento di maggiore importanza del piviere: lo testimonia il soggiorno dell’Imperatore Corrado II, che qui sottoscrisse un privilegio al Vescovo di Volterra (in episcopatu wulterrensi iuxta plebem de Castello) e la dotazione di ben trentatré suffraganee. Il declino progressivo della Badia a Isola, inoltre, consentì al pievano di accampare diritti sulle proprietà dell’Abbazia e di svolgere importanti funzioni giudiziarie.
Già nel Duecento, la pieve si era dotata di un chiostro e di ambienti conventuali: in un documento del 1215 alcuni uomini della Valle di Strove si dettero infatti al Comune di Siena apud plebem de Castello intus in claustro plebis.
Nonostante il Trecento fosse iniziato con una buona situazione economica per la Pieve a Castello, la peste nera e le guerre provocarono, tra il XIV e il XV secolo, l’abbandono sia della chiesa che del Battistero di San Giovanni da parte del suo popolo, che si affidò per i sacramenti alla Badia a Isola.
Nel corso del 1800, la popolazione in continua crescita impose il restauro della chiesa, che è rimasta aperta al culto fino a qualche decennio fa.
Il complesso di Pieve a Castello, costituito da chiesa, battistero ed edifici di epoca medievale, rappresenta senza dubbio una pregevolissima testimonianza dell’architettura altomedievale toscana, paragonabile per importanza alle chiese battesimali lombarde dell’inizio dell’XI secolo.
Della chiesa originale, che aveva una pianta basilicale a tre absidi e copertura lignea, rimangono soltanto la navata centrale e parte della tribuna. Originariamente a salienti, la facciata si presenta oggi con una struttura a capanna con occhio sovrapposto al portale, di epoca più tarda. Sul fianco meridionale si notano ancora (tamponati) cinque archi poggianti su pilastri che separavano la navata centrale da quella laterale destra, mentre su quello settentrionale sono ancora visibili due delle tre arcate della fase romanica della costruzione. La parte meglio conservata della chiesa è la tribuna, realizzata con ciottoli di fiume e frammenti di pietra misti a laterizi legati da malta: l’abside centrale presenta su tutta la superficie delle lesene che sostengo due archetti pensili rifiniti in laterizio. L’interno della chiesa è oggi intonacato: dalla navata laterale destra si accedeva al battistero, una costruzione che si presenta all’esterno a base ottagonale e copertura a unico spiovente.
I recenti restauri hanno modificato la vocazione del luogo trasformando l’intero complesso in residenza turistica d’epoca.
Bibliografia:
AA.VV., Chiese medievali della Val d’Elsa. I territori della Via Francigena tra Siena e San Gimignano, Empoli, Editori dell’Acero, 1996
Benvenuti A. et al., Il Chianti e la Valdelsa senese, Milano, Mondadori, 1999
Cammarosano P., Monteriggioni, Milano, Electa, 1983
Cresti R. e Martellucci M., Monteriggioni. Storia di un territorio e della sua gente, Monteriggioni, Betti Editrice, 2009
De Simonis P. e Molteni G., Monteriggioni e il suo territorio, Siena, Protagon Editori Toscani, 1997
Repetti E., Dizionario geografico, fisico e storico della Toscana, 3, Firenze 1883
Note: Trattandosi di una proprietà privata, l’accessibilità alle visite è limitata.
Autore scheda: Cristina Cicali
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