Archivio Venturi Gallerani a Monticiano
Luogo: Monticiano
Comune: Monticiano
Data/periodo: Al fondo Archivio Venturi Gallerani afferisce documentazione compresa tra il 1463 ed il 1940, con copie a partire dall’anno 1361
Descrizione: La documentazione afferente al fondo riguarda in massima parte la famiglia Venturi che, nel 1612, si unì a quella dei Gallerani per volontà testamentaria di Giulio Gallerani, sposatosi nel 1603 con Lucrezia di Ascanio Venturi, istituita erede del marito nel 1611 a condizione che uno dei suoi nipoti prendesse l’arme e il cognome dei Gallerani. Il matrimonio e la conseguente adozione di Augusto di Ascanio Venturi contribuirono alla nascita di una famiglia tra le più eminenti della nobiltà senese, insignita sin dalla seconda metà del XIV secolo dei maggiori incarichi pubblici e dell’appartenenza all’Ordine di Santo Stefano.
Alla fine del XVII secolo, i Venturi Gallerani si legarono alla comunità di Monticiano attraverso importanti acquisizioni patrimoniali, con la gestione della locale produzione del ferro e l’avviamento di attività artigianali sul territorio.
L’archivio di famiglia restituisce abbondante documentazione, in massima parte contabile, relativa all’amministrazione di proprietà terriere, quali, tra le più importanti, la tenuta del Belagaio e di Moverbia, la ferriera di Ruota e quella di Gonna, acquistate negli anni 1571 e 1590 e divenute ben presto principale attività della famiglia. È particolarmente interessante rilevare che la conduzione e la gestione dei poderi, degli appezzamenti boschivi e delle terre abbiano determinato, all’interno dell’archivio, la sedimentazione di piante pre-catastali e disegni che comprovassero anche visivamente i confini delle proprietà e la loro conseguente difesa.
Vi sono inoltre numerosi documenti di altre famiglie quali, ad esempio, gli Azzoni, dai quali i Venturi Gallerani acquisirono buona parte del loro patrimonio immobiliare e fondiario nel territorio di Monticiano, o i Barsini, che all’inizio del XIX secolo rilevarono dalla famiglia senese la proprietà del podere del Monte e l’attività della ferriera di Ruota.
L’archivio restituisce anche tracce degli indispensabili rapporti che i Venturi Gallerani intrecciarono con le istituzioni della comunità: si segnala infatti la presenza di una copia dello statuto della comunità del 1559 (l’originale è custodito presso l’Archivio di Stato di Siena), di atti relativi all’infeudazione di Monticiano al marchese Orso d’Elci, concessa da Ferdinando II nel 1629, e della copia della visita compiuta dall’auditore Gherardini nel 1677, documento che costituisce una preziosissima fonte sulle coeve istituzioni della località e sulla sua consistenza demica.
Al fondo Archivio Venturi Gallerani, legato al seminario arcivescovile di Siena nel 1941 dalla contessa Flavia Venturi Gallerani Resta e pervenuto all’Archivio di Stato di Siena nel 1968 a seguito di un acquisto, afferiscono attualmente 139 unità. La documentazione giunse all’Istituto senese corredato di due inventari: l’uno, parziale, fu compilato nel 1772 dall’abate Cesare Scali su commissione di Augusto e Giuseppe Venturi Gallerani, l’altro, dattiloscritto, fu redatto nel 1958 sulla scorta di quello settecentesco.
L’attuale consistenza del fondo comprende 102 unità inventariate dallo Scali e 37 buste di documentazione otto-novecentesca, descritte solo nell’inventario compilato nella seconda metà del XX secolo. Rispetto alla descrizione dell’abate senese, ad oggi si deve constatare la perdita di un centinaio di pergamene – allora rinvenute in una sacca – e di ben 251 libri di amministrazione, originariamente custoditi in un armadio.
Nel 1770 l’abate Cesare Scali, curatore del riordinamento dell’Archivio delle Riformagioni di Siena tra il 1776 ed il 1779, ricevette da Augusto e Giuseppe Venturi Gallerani l’incarico di riordinare l’archivio di famiglia affinché la documentazione in esso custodita fosse correttamente conservata. L’operazione rivelava l’esigenza dei committenti di garantire la gestione delle memorie familiari, intese nell’accezione di fonti comprovanti l’appartenenza al patriziato cittadino, anche attraverso la compilazione di alberi genealogici, e la consistenza patrimoniale acquisita nel corso dei secoli. Cesare Scali effettuò, in linea con una metodologia d’impronta illuminista, un ordinamento per materia e su base cronologica al fine di facilitare e rendere immediata la consultazione dei documenti da parte dei Venturi Gallerani. Lo scopo era dunque quello di dotare l’archivio “voluminoso”, verosimilmente piuttosto disordinato, di uno strumento utile al reperimento di documentazione in base a criteri pratico-giuridici.
Il fondo conserva poi libri di memorie, contratti, tomi di carteggio, scritture matrimoniali, testamenti, fidecommessi, memorie onorifiche, carte confluite nell’archivio in seguito ad acquisti di beni immobili e proprietà fondiarie o aggregate in conseguenza di matrimoni ed eredità.
Bibliografia:
Notizie degli Archivi Toscani, in “Archivio Storico Italiano”, CXVIII, 1960, p. 487
Guida Generale degli Archivi di Stato, IV, Roma, Ministero per i Beni Culturali e Ambientali, 1994, pp. 203-204
Petreni F., L’archivio Venturi Gallerani conservato presso l’Archivio di Stato di Siena, tesi di laurea, rel. Stefano Moscadelli, Università degli Studi di Siena, A. A. 2007/2008
Fonti:
Archivio di Stato di Siena, Inventari 127 [1958]
Archivio di Stato di Siena, Guida-inventario, III, Roma, Ministero dell’Interno, 1977 (Pubblicazioni degli Archivi di Stato, XCII), pp. 148-149, 161
Archivio di Stato di Siena, Archivio Venturi Gallerani 101-102
Archivio di Stato di Siena, Particolari famiglie senesi 195 [Venturi]
Documenti:
Autore scheda: Alessia Zombardo
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