L’armeria Ricasoli

Luogo: Castello di Brolio

Comune: Gaiole in Chianti

Data/periodo: L’armeria dinastica della famiglia Ricasoli raccoglie manufatti che coprono un arco temporale di oltre 700 anni

Descrizione: Quella della famiglia Ricasoli è una delle più importanti armerie nobiliari italiane, visitabile presso le stanze del museo Ricasoli, ospitato al castello di Brolio.

Non si tratta di manufatti acquisiti a scopo di collezione, ma rappresentano il patrimonio di armi (trasmesse nel tempo per diversi generazioni) utilizzate dai rappresentanti della famiglia a partire dal XII secolo fino al XIX. L’arco temporale ci suggerisce la stabilità della permanenza dei Ricasoli presso il Castello di Brolio.

La collezione comprende, tra l’altro, preziose spade da caccia, sulle cui impugnature sono incise scene che ritraggono l’attività venatoria. Molte spade hanno il fodero in pelle di squalo, particolarmente ruvida, che svolgeva una duplice funzione: quella di affilare la lama e quella di pulirla. Tra le spade da caccia spicca una coltella del Trecento, probabilmente uno dei pezzi più antichi presenti nell’armeria.

Di particolare interesse gli elmi e le armature, danneggiati perché usati nelle battaglie o con piccoli segni di usura e singole ammaccature causati dalle prove di impatto eseguite per verificarne la resistenza. Due elmi attirano l’attenzione del visitatore: un elmo con due ganci e una specie di zuccotto. Il primo ci fa capire quanto il ferro fosse raro nelle campagne, tanto che, al termine di uno degli innumerevoli scontri tra Senesi e Fiorentini, alcuni oggetti venivano riconvertiti e riciclati per usi quotidiani: l’elmo in questione è diventato, infatti, un secchio da pozzo. Il secondo elmo prende il nome di “cervelliera” e risale al Quattrocento: veniva indossato dai soldati che si lanciavano all’assalto delle mura dei castelli e serviva per ripararli dagli oggetti incendiari o distruttivi che venivano gettati dall’alto.

Forse tra i manufatti più suggestivi ci sono gli archibugi firmati dai famosi artigiani Acquafresca di Bargi, di cui probabilmente esistono solo una cinquantina di esemplari simili in tutto il mondo. Questi archibugi, che presentano decorazioni in oro e argento, sono stati realizzati per Bindaccio Ricasoli e suo figlio di tredici anni.

È possibile poi trovare balestre intarsiate, risalenti al Settecento, che venivano usate per la caccia di volatili e caricate non con dardi ma con pallottole di pietra per non rovinare la carne della selvaggina. Presenti anche molte pistole, costruite in Italia, con decorazioni in argento, albarde settecentesche che venivano usate per le cerimonie, spade militari e sciabole dell’Ottocento. Un’armeria suggestiva per la varietà e il valore storico-artistico dei pezzi presenti, che ci racconta un passato dove i manufatti da guerra erano oggetti fondamentali non solo per la battaglia ma anche per l’attività venatoria e la difesa personale.

Fonti:

Intervista a Camelia Liteanu raccolta da Valentina Lusini e Pietro Meloni al Museo Ricasoli, (castello di Brolio, Gaiole in Chianti), il 2 maggio 2013

Autore scheda: Pietro Meloni

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