Chiesa di Sant’Albano a Quinciano – Monteroni d’Arbia
Luogo: Quinciano
Comune: Monteroni d’Arbia
Data/periodo: XIV secolo
Descrizione: La Chiesa di Sant’Albano si trova nella località di Quinciano, poco distante da Monteroni, una frazione piccola e quasi disabitata ma nota anche per un’altra meraviglia architettonica, la Cappella Pieri Nerli, graziosa testimonianza del Purismo senese.
L’edificio ha origini medievali e dimensioni assai contenute, ha un prospetto molto semplice, come dimostrano alcuni elementi architettonici, riferibili al Romanico: strette monofore nel profilo laterale, il portale sormontato da un massiccio blocco in travertino, l’oculo circolare al centro della facciata e il campanile a vela.
Era dipendente dalla pieve di San Giovanni Battista nel piccolo borgo di Lucignano d’Arbia e nel XV secolo passò ai canonici di Santa Maria degli Angeli in Valli a Siena fino al 1780.
Oggi la chiesa è di proprietà privata e attualmente non accessibile in quanto è in fase di restauro insieme all’adiacente canonica.
Conservava fino a pochi anni fa importanti testimonianze artistiche, oggi esposte al Museo d’Arte Sacra della Val d’Arbia di Buonconvento, la più antica è la lunetta di Sano di Pietro con l’Incoronazione della Vergine e Angeli, probabilmente il coronamento di una grande pala d’altare, purtroppo mai identificata. L’opera rappresenta la fase matura del pittore senese (1470 circa), capace di raggiungere tramite l’attenzione ad ogni dettaglio una vivace eleganza disegnativa e cromatica, come si nota dalle raffinate vesti dei personaggi sacri e dall’accuratezza degli strumenti musicali degli angeli. Le espressioni attonite dei personaggi, tipiche della produzione di Sano, si uniscono alla delicatezza degli incarnati.
Sull’altare maggiore si trovava l’Assunzione della Vergine coi Santi Albano e Pietro di Rutilio Manetti datata al 1608. La tela, che conserva ancora la cornice originale, fu donata dall’arcivescovo Camillo Borghesi, futuro Papa Paolo V, il quale apparteneva alla Confraternita di San Pietro a Buonconvento, zona in cui la famiglia aveva residenze e possedimenti terrieri.
L’opera era stata attribuita precedentemente a Francesco Vanni per via dei caratteri barocceschi, tipici del periodo giovanile del Manetti, quali la resa degli angeli paffuti che circondano festanti la Madonna suonando e lanciando fiori. Vivacità ed estro creativo sono presenti anche nelle vesti cangianti dei santi e nella piccola scena centrale del martirio di Sant’Albano, permeata di echi fiamminghi. Albano è ritratto in sontuose vesti da soldato romano, era infatti un pagano e morì martire nel III secolo in Inghilterra, durante una delle persecuzioni cristiane, per essersi consegnato ai persecutori al posto di un sacerdote che egli aveva accolto in casa sua. Da questo Albano era stato istruito nella fede cristiana e si era convertito, si fece dunque arrestare al suo posto e subì percosse e atroci torture, venne infine decapitato.
Nella chiesa di Quinciano si trovavano anche due statue in legno policromato raffiguranti la Vergine Annunciata e San Giuseppe col Bambino, collocate ai lati di un affresco seicentesco Salvator Mundi, oggi esposte al Museo di Buonconvento.
La Vergine annunciata opera di anonimo scultore senese degli inizi del XVII secolo risente ancora della produzione del secolo precedente vicina al Beccafumi, la postura è plastica ed enfatica. Più pienamente barocca e caratterizzata da una vivace policromia è la statua del San Giuseppe col Bambino, sebbene di fattura abbastanza modesta, opera di ignoto senese della prima metà del Seicento.
Bibliografia:
Carli N., Civitelli G., Giannettoni G., Pellegrini B., Buonconvento: ambiente, arte e cultura, Circ. Cult. Amici di Buonconvento, Arezzo, 2005, pp. 19-20
Fattorini G., Sano di Pietro. Qualità, devozione e pratica nella pittura senese del Quattrocento, Giornate di studio nel sesto centenario della nascita, Silvana Editoriale, Siena 2012, p.150, 158
Guiducci A.M. (A cura di), Le Crete senesi, la Val d’Arbia e la Val di Merse, Ed. Mondadori, Milano, 1999, p. 44-45
Guiducci A.M. (A cura di), Museo d’Arte Sacra della Val d’Arbia, guida del museo, Protagon Editori Toscani, Siena, 1998, pp. 48-49, 139-40, 146, 152-53
Note: Attualmente il complesso è di proprietà privata e sia la chiesa che la canonica sono inaccessibili a causa di lavori di ristrutturazione.
Autore scheda: Agnese Fanti
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