La figura del barbaresco

Luogo: Via dei Pispini, 54-56 – Siena

Contrada: Nobile Contrada del Nicchio

Descrizione: La parola “barbaresco” (o “barberesco”), con il significato di “colui, che ha in custodia i cavalli corridóri, barberi”, compare nella terza edizione (1691) del Vocabolario degli Accademici della Crusca.

Nel Palio di Siena, il “barbaresco” ha un’importanza fondamentale perché dal momento dell’assegnazione (il 29 Giugno e il 13 Agosto) è il responsabile assoluto del benessere fisico del cavallo. Il barbaresco viene scelto direttamente dal Capitano e il suo compito si esaurirebbe con il termine del mandato del capitano stesso, ma sovente il barbaresco rimane oltre il termine canonico anche per diversi anni.

Negli anni il ruolo di questa importante figura è rimasto uguale ma è cambiato l’approccio al “mestiere”. Fino a pochi anni fa il barbaresco era un contradaiolo appassionato di cavalli e spesso svolgeva la sua funzione (che durava per i pochi giorni del Palio) affidandosi all’esperienza e ai trucchi tramandati dai suoi predecessori, come i vari “beveroni”, bevande con ingredienti per lo più naturali (uova, latte e marsala o cognac) che dovevano dare maggiore “verve” al cavallo, ma che qualche volta sortivano effetto opposto (magari per una quantità sbagliata di Marsala o Cognac).

Oggi il barbaresco è un “semiprofessionista” che è coadiuvato dai suoi assistenti e da professionisti quali il veterinario, il maniscalco e, talvolta, anche dal pranoterapeuta. Così facendo il cavallo viene seguito a 360 gradi in modo da garantire il suo benessere e portarlo al Palio al massimo delle sue possibilità. In più, oggi, il barbaresco ed i suoi assistenti si muovono nel circuito delle corse “di provincia” tutto l’anno in modo da avere una visione più completa del lotto dei cavalli che verranno presentati alla tratta ed aiutare il Capitano nella scelta dei 10 barberi.

Alcuni “Barbareschi” sono diventati personaggi molto conosciuti e su di loro sono nate storie e leggende. I più noti sono sicuramente Lorenzo Fabbri detto “Pappìo” del Drago, (autore di una leggendaria passeggiata in piazza il giorno del palio con il “suo” Folco durante gli anni della guerra quando lo svolgimento del Palio fu sospeso) e Giancarlo Cambi detto “Baldassolo II” Barbaresco della Nobile Contrada del Nicchio per 36 anni (dal 1956 al 1992) durante i quali ha vinto ben 7 palii: 1957, 1960, 1961, 1969, 1981, 1984, 1988. A dimostrare l’amore che ha per i cavalli, Giancarlo porta sempre con se nel portafogli la fotografia di Balente, cavallo vittorioso nel 1981 e che l’anno successivo, andato in sorte al Leocorno e rimasto senza fantino, ritornò da solo nel rione dei Pispini fermandosi davanti alla stalla che lo aveva accolto solo 12 mesi prima.

Bibliografia:

AA. VV., “Vocabolario degli Accademici della Crusca”, ed. III Firenze, Accademia della Crusca, vol. II, 1691, pag. 199

Autore scheda: Nobile Contrada del Nicchio, Carlo Aldinucci

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