Le leggende sul Barone Ricasoli

Luogo: Chianti

Comune: Gaiole in Chianti

Data/periodo: Dalla fine dell’Ottocento

Descrizione: Il barone Bettino Ricasoli è protagonista di diverse leggende popolari, perlopiù incentrate sugli aspetti oscuri e gotici della sua vita e della sua morte. Oltre che per la fama di uomo politico integerrimo, infatti, Bettino Ricasoli è ricordato per il suo fare aspro e severo, talvolta imperioso, che gli fa valere l’appellativo di “Barone di ferro”.

Il suo rapporto con il territorio di Gaiole è stato così intenso che ancora oggi molte persone ne parlano come se fosse sempre in vita, evidenziando il segno profondo che ha lasciato nella memoria locale. I racconti fanno emergere il ritratto di un uomo duro, intransigente, che mal sopportava di essere guardato negli occhi dai propri sottoposti, che esercitava una sorveglianza diretta e continua sul lavoro dei mezzadri (si narra che contasse perfino le pesche e i grappoli di uva per vegliare che niente sfuggisse al suo controllo), impegnato in continui calcoli e valutazioni sulla convenienza dell’investimento nel lavoro agricolo (sembra che avesse calcolato che un contadino costasse meno di un detenuto: 105 lire al giorno contro 150).

La sua severità emerge non solo nel controllo economico, ma anche in quello sociale: impose infatti una rigida educazione ai gaiolesi, vietò il culto della Madonna e introdusse quello di San Isidoro, il santo contadino che predicava l’obbedienza al padrone, facendo sostituire, nelle case e nei poderi, le immagini della Vergine con quelle del santo morto in Spagna.

Si narra poi che considerasse il latte materno fonte di giovinezza e che pretendesse di berlo direttamente dal seno delle donne in allattamento. Si racconta inoltre che non disdegnasse la compagnia delle contadine: si dice che una di loro, Assunta, che aspettava un figlio dal barone, fu cacciata da Brolio insieme al fattore, accusato di essere il padre del figlio illegittimo.

Attorno a queste storie, prende forma l’immagine dell’uomo maledetto, che è alimentata soprattutto dalle leggende nate attorno alla sua morte. Sembra infatti che il barone volesse domare una cavalla che resisteva alla sellatura. Malato di cuore da diverso tempo per un difetto alla valvola mitralica, Ricasoli cercò di frustare l’animale, ma ebbe un malore e cadde a terra, rialzandosi a fatica e rifiutando l’aiuto dei suoi servi. Ritiratosi nelle sue stanze in attesa del giornale “La lupa”, venne trovato morto dietro la sua scrivania.

Morto dunque senza ricevere l’estrema unzione, Bettino Ricasoli non venne sepolto subito, perché occorreva aspettare l’autorizzazione del Prefetto di Siena. La salma rimase quindi nella cripta della cappella di famiglia dal 23 ottobre, giorno della sua morte, fino al 2 dicembre. Questa lunga attesa di sepoltura alimenta l’idea dello spettro che rifiuta di essere interrato. Si racconta infatti che, durante il funerale, un improvviso e fortissimo vento si abbatté sui presenti; la bara divenne a un tratto pesantissima e nessuno riusciva a sollevarla, tanto che dovette intervenire il prete e praticare un esorcismo per calmare l’anima del defunto. Ma la tomba veniva interrata il giorno e la mattina dopo riemergeva dal terreno, tanto che, alla fine, la cassa fu sepolta presso il Borro dell’Ancherona, in prossimità di un dirupo, luogo da cui si pensava non avrebbe potuto fare ritorno. Cominciò a fare quindi la sua comparsa lo spettro di Bettino, che durante la notte spaventava i passanti, aggirandosi intorno al castello sul cavallo, seguito dai suoi cani. Le cameriere spesso ritrovavano il suo letto sfatto la mattina e pare che l’anima del defunto si aggirasse anche in cucina, dove si divertiva a rompere piatti e bicchieri.

Molti di questi episodi, chiaramente, si confondono con il mito. Certo è che, con Ricasoli, si conferma la “tradizione maledetta” di un Chianti popolato di fantasmi, che in questo senso rievocano per certi versi le atmosfere della tradizione anglosassone.

Bibliografia:  

Orlandini A., Il fantasma di Bettino. Genesi di uno spettro: la leggenda del Barone Bettino Ricasoli, Milano, Franco Angeli, 1988

Fonti:

Intervista a Fabio Mugnaini raccolta da Valentina Lusini e Pietro Meloni a Siena il 20 aprile 2013

Intervista a Francesco Ricasoli raccolta da Valentina Lusini e Pietro Meloni a Brolio, Gaiole in Chianti (SI), il 2 maggio 2013

Autore scheda: Pietro Meloni

0 commenti

Lascia un Commento

Vuoi partecipare alla discussione?
Fornisci il tuo contributo!

Lascia un commento