La poesia di Alda Merini per il Leocorno

Luogo: Piazzetta Virgilio Grassi – Siena

Contrada: Contrada del Leocorno

Settore di riferimento: Poesia

Data/periodo: 2007

Descrizione: In occasione della vittoria riportata sul Campo nell’agosto del 2007, la grande poetessa Alda Merini, legata da profonda amicizia al pittore del Drappellone Ugo Nespolo, dedicò alla Contrada una poesia, che fu pubblicata nel Numero Unico “Oro Leocorno” e che rimane una delle più importanti testimonianze letterarie del nostro patrimonio culturale.

Da un punto di vista formale tale testo, che si compone di versi irregolari di lunghezza compresa tra endecasillabi e novenari, consta di dieci versi in tre strofe, la prima di descrizione, e le ultime due di sentenza (gnome), richiamando lontanamente l’andamento del sonetto, in cui le quartine illustrano e le terzine concludono e spiegano il concetto. È presente l’anafora della parola “vittoria”, ripresa per ben tre volte, una a chiusura della prima quartina e per due volte ad inizio verso nell’ultima terzina, mentre foneticamente sono presenti molte riprese in gutturali che evocano il suono degli zoccoli, della corsa e del Palio.

Il colore dominante della poesia è il bianco – la colomba, il chiarore delle stelle, il pelo dell’unicorno, il corno, ovvero l’arma che “non faceva guerra bianca”. Ciò rimanda al tema della purezza che si contrappone alle impurità millenarie, collegandosi anche all’aspirazione all’alto e all’immagine del balzo, che è ovviamente il balzo della vittoria ma è anche il desiderio di trascendere il confine tra cielo e terra, elevandosi al di sopra delle miserie umane. Da questi aspetti è possibile accostare la figura del mitico animale all’immagine del poeta, ed infatti la stessa Merini dice altrove che “il poeta è un unicorno”. La vittoria del poeta-unicorno non è cruenta, non fa “sanguinare i prati” (in netto contrasto col bianco di cui sopra), ma è una vittoria di ragione e di bellezza, che non impedisce agli altri di volare ma piuttosto sa elevarsi verso le stelle perché non “aggredisce i cieli”. La vittoria del Leocorno non può quindi che essere alata.

Eppure tu mitico animale

con un solo corno che non faceva guerra bianca

alle impurità millenarie

hai avuto il balzo della vittoria.

Così a volte la colomba che è in noi

e che sembra non aggredire i cieli

vola così in alto da contemplare le stelle.

Vittoria alata che non atterrano nessuna,

vittoria di grazie e di giudizio

che non fa sanguinare i prati.

(Alda Merini)

Bibliografia:

Borsani A., Il buio illuminato di Alda Merini, in Il suono dell’ombra. Poesie e prose 1953-2009, Mondadori, Milano 2010 pp. IX-LXIII

Redivo R., Alda Merini, dall’orfismo alla canzone. Il percorso poetico (1947-2009) (prefazione di Pino Roveredo), Asterios Editore, Piccola Bibliothiki, novembre 2009, p. 240

Fonti:

Oro. n.u. della Contrada del Leocorno. 16 Agosto 2007

Note: Su commento di Valentina Tinacci.

Autore scheda: Contrada del Leocorno, Laura Doretto

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