Il gioco del mazzetto

Luogo: Scalvaia

Comune: Monticiano

Denominazione: Mazzetto, mazzino

Data/periodo: Questo gioco veniva praticato a Scalvaia fino agli anni Cinquanta, poi è stato lentamente abbandonato

Descrizione: Il mazzetto è uno dei tanti passatempi a squadre giocati con bastoni nelle zone rurali.
Ad ogni partita si fronteggiavano due squadre di due elementi ciascuna. Nel terreno – il mazzetto si giocava prevalentemente in spazi aperti quali campi o prati – si dovevano scavare, a circa otto metri di distanza l’una dall’altra, due buche profonde pressappoco tre dita, di circa dieci centimetri di diametro. Ciascuna buca veniva contornata da un’area circolare del diametro di una cinquantina di centimetri.
Veniva quindi estratta a sorte la squadra “che teneva la mazza” (squadra A) e i suoi due giocatori si ponevano ciascuno a lato dell’area circolare di una delle buche impugnando un bastone lungo circa un metro, che tenevano con un’estremità dentro la buca di competenza: le buche, infatti, andavano “protette” dagli avversari.

Gli altri due giocatori (squadra B) si ponevano ciascuno di fianco a un avversario, al lato opposto dell’area circolare. Uno di essi lanciava il “mazzetto” (un bastoncino lungo circa quaranta centimetri) verso il giocatore avversario, che lo doveva colpire con la mazza, come nel baseball, lanciandolo lontano. I due avversari dovevano quindi correre a recuperarlo. Nel frattempo, i giocatori della squadra A dovevano scambiarsi di posto velocemente. Il numero di questi scambi forniva loro altrettanti punti. Il battitore doveva quindi cercare di lanciare il mazzetto il più lontano possibile, in modo che fosse maggiore il tempo impiegato dai giocatori della squadra B per correre a prenderlo. Non appena questi tornavano indietro, avvicinandosi alle buche con il mazzetto recuperato per cercare di metterlo in una delle due, gli altri cercavano di renderle “inviolabili” infilandoci dentro l’estremità della mazza. Se gli avversari riuscivano a “imbucare” il mazzetto, la squadra A “perdeva la mazza”, ovvero cedeva il bastone agli avversari, che a questo punto si trovano nella posizione di ribattuta e non di lancio. Vinceva chi per primo arrivava al punteggio stabilito in partenza, che era variabile.

Autore scheda: Irene Raspollini

 

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