Il chioccolo

Luogo: Iesa

Comune: Monticiano

Descrizione: La “caccia con il chioccolo” è una tecnica venatoria molto antica che si
pratica utilizzando richiami acustici a fiato, detti appunto “chioccoli”, coi quali si attirano gli
uccelli migratori comuni. Il termine “chioccolo” deriva da “chioccolìo”, impiegato per
definire il verso del merlo. È una caccia simile alla pipée dei francesi, di cui può essere
considerata una variazione.

Il chioccolo è diffuso in diverse parti di Italia, anche se, a seconda della zona, viene
realizzato con materiali differenti. A Iesa i “chioccolatori”, cioè i cacciatori che utilizzano il
chioccolo, impiegano generalmente il ciocco, cioè il rizoma dell’erica (detta anche “scopo
maschio”), che viene trattato secondo lo stesso processo che si segue per la fabbricazione
delle pipe: la radica viene bollita, stagionata e lavorata con piccoli torni, raspa, lima e carta
vetrata. Talvolta si impiegano altri legni come quello di fico o quello di ulivo.
Il chioccolo classico è composto di tre parti: il merlo, la “loccaiola” e la zampogna (detta
anche “civetta”). Chioccoli più semplici, realizzati in ottone o più semplicemente in latta, si
presentano come fischi sagomati concavi, con un foro preciso, saldati a stagno da una
fascetta.

Esistono chioccoli maschi e chioccoli femmine, a seconda della tonalità del suono
prodotto: una più cupa, che imita il verso del merlo maschio, e una più acuta, che imita il
verso della femmina.
C’è poi il richiamo del tordo sassello, quello che imita il verso della civetta e dell’allocco.
Nel “chioccolo maremmano”, un po’ più grande e scomodo da maneggiare, sono presenti,
assemblati assieme, oltre al chioccolo del merlo anche i richiami della civetta e
dell’allocco.

La caccia con il chioccolo inizia a ottobre, con il passaggio dei primi tordi e merli. È una
caccia che si fa in silenzio e in assoluta assenza di vento (altrimenti gli uccelli non
sentono). Ci vogliono inoltre le condizioni adeguate al passo e alla sosta degli uccelli, che
si fermano qualche giorno in luoghi adatti per riposarsi e rifocillarsi. È una caccia vagante:
il chioccolatore si muove nel bosco, spostandosi da una posizione all’altra, ascoltando i
versi degli uccelli e usando il richiamo per farli avvicinare. Chioccola e fa brevi pause per
ascoltare: se ci sono merli o tordi nelle vicinanze subito rispondono e, incuriositi, vanno
incontro al suono. Spesso, con la stagione avanzata, può capitare che inizialmente non ci
siano risposte. Allora si può provare ad imitare il verso dell’allocco o della civetta,
inducendo gli uccelli diurni (come ghiandaie, allodole, merli, pettirossi, fringuelli e scriccioli)
ad avvicinarsi per allontanare i rapaci dal proprio territorio.
Oggi la tradizione di questa caccia si sta perdendo, mentre fino a qualche decennio fa, come
ricordano a Iesa, tutti i cacciatori avevano il chioccolo in tasca.

Autore scheda: Pietro Meloni

 

 

0 commenti

Lascia un Commento

Vuoi partecipare alla discussione?
Fornisci il tuo contributo!

Lascia un commento