L’omo salvatico

Luogo: Chianti

Comune: Castellina in Chianti, Gaiole in Chianti, Radda in Chianti, Castelnuovo Berardenga

Data/periodo: Presente nelle leggende popolari in diverse parti d’Europa, ha origine nel Genius Silvanus romano. La sua presenza nelle leggende popolari è attestata sin dal Medioevo

Descrizione: Nelle leggende popolari presenti in Europa sin dal Medioevo, l’homo silvanus viene descritto come un uomo dall’aspetto animalesco, legato allo stato di natura. Si tratta di una figura ambivalente, che compare nella narrativa popolare di diversi paesi e in alcuni casi si lega alla religiosità pagana. Come suggerisce Alessandro Falassi, questo personaggio rappresenta il confine tra natura e cultura, essendo di fatto soglia simbolica tra lo spazio abitato, vissuto, domestico e quello inesplorato, marginale, pericoloso.

Nel Chianti, l’homo silvanus è il cosiddetto “omo selvatico” (o anche “omo salvatico”), che abita prevalentemente nei boschi, nelle zone non coltivate e tuttavia prossime ai poderi mezzadrili. Il bosco, da sempre, incarna la paura per l’ignoto e spesso è teatro delle azioni del maligno, che nella narrativa popolare si manifesta soprattutto di notte, in special modo nell’opera di personaggi fantastici come le streghe o sotto forma di animale mefistofelico come il capro, il cinghiale o il serpe regolo. Non è un caso infatti se nella fiabistica le vittime vengono spesso abbandonate nei boschi, alla mercé di queste malvagie creature. E non è ancora un caso se proprio in questi luoghi di perdizione si verificano spesso apparizioni miracolose come quelle mariane, che servono a ristabilire l’ordine e ad esorcizzare la paura della sovversione.

In questo scenario, l’omo salvatico è rappresentazione del ferino dal quale occorre proteggersi: nelle campagne chiantigiane, infatti, quando una donna partoriva si era soliti vegliare sulla sua stanza per le prime notti di vita del neonato, per evitare che questa infernale creatura potesse rapirlo e portarlo con sé nei boschi.

Bibliografia:

AA.VV., Cultura contadina in Toscana. La casa e gli animali, Vol. II, Firenze, Bonechi, 1970

Falassi A., Stiaccini P. G., Di Corato R., Pan che canti vin che salti. Cucina povera e cucina ricca del Chianti, Siena, Editrice I Torchi chiantigiani, 1988

Poppi C., Silvano Optimo Maximo. Continuità e trasformazioni dell’“uomo selvaggio” come paradigma culturale, in “La Ricerca Folklorica”, 36, pp. 65-70, 1997

Video:

Intervista ad Alessandro Falassi raccolta da Valentina Lusini e Pietro Meloni a Castellina in Chianti (SI) il 30 giugno 2013

Autore scheda: Pietro Meloni

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