Dina Ferri

Luogo: Ciciano

Comune: Chiusdino

Settore di riferimento: Poesia

Data/periodo: 1908-1930

Descrizione: Dina Ferri è stata, per il breve tempo che la vita gli ha concesso di passar su questa terra, poetessa toscana intensa e vivace. Era nata ad Anqua, nel comune di Radicandoli, il 29 settembre del 1908. Figlia di mezzadri, come tanti in quei tempi, i genitori si trasferirono quasi subito dopo la sua nascita in un podere a Ciciano, nel Comune della vicina Chiusdino. Poetessa autodidatta, poiché per la sua condizione di povertà non ebbe possibilità di studiare – i suoi genitori la ritirano dalle scuole elementari per mandarla ad accudire le greggi, lavoro tipicamente femminile. Tornò a scuola dopo qualche anno, vittima di uno degli incidenti più comuni tra i mezzadri dell’epoca: perse tre dita nel trinciaforaggi, quando ancora non avevano inventato il “freno” per evitare questa sciagura tanto diffusa. A scuola si fece notare per il suo talento e poté andare a studiare all’istituto Santa Caterina di Siena dove si diplomò nel 1929.

L’inizio di una vita che soltanto l’anno successivo sarebbe terminato, a causa di una influenza che la tenne agonizzante per oltre 4 mesi, fino al giorno della sua morte, il 18 giugno 1930, all’età di 22 anni. Di lei ci resta il lascito del suo quaderno di appunti, diario di pensieri e di poesie, che lei stessa aveva intitolato Quaderno del nulla. Il diario divenne libro nel 1931. Fabio Mugnaini, nella riedizione del volume di Dina Ferri nel 1999, ci ha invitato a riflettere su come il percorso di questa donna sia stato importante non solo dal punto di vista letterario – legato al valore delle sue poesie – ma anche da quello antropologico e sociale, perché si tratta della “nascita di una scrittrice per cooptazione”. È vero, infatti, che lo status di poetessa gli è riconosciuto dall’ambiente aristocratico senese (Aldo Lusini e Piero Misciattelli), in un’atmosfera di benevolenza di fronte a quella che per loro era una “poetessa pastorella”, ingenua e grezza, di un talento “originario”, ossia non costruito nella formazione scolastica e nell’eredità familiare. Poetessa contadina e subalterna, si guadagna per brevissimo periodo l’ammirazione di una Siena intellettuale e ci lascia poesie piene di desiderio, come Vorrei:

 

Vorrei fuggire nella notte nera,

vorrei fuggire per ignota via,

per ascoltare il vento e la bufera,

per ricantare la canzona mia.

 

Vorrei mirare nella cupa volta

Fise le stelle nella notte scura;

vorrei tremare ancor come una volta,

tremar vorrei, di freddo e di paura.

 

Vorrei passar l’incognito sentiero,

fuggir per valli, riposarmi a sera,

mentre ritorni, o giovinetto fiero,

chiamando i greggi, e piange la bufera.

Bibliografia:  

Ferri D., Quaderno del nulla, Siena, Il Leccio 1999