Bosco delle Carline – Radicondoli
Luogo: Val di Merse
Comune: Radicondoli
Data/periodo: 8.000 a.C.
Descrizione: Bosco delle Carline si estende per 1255 ettari nel Comune di Radicondoli ed ha un’altitudine media di 500 metri s.l.m.. Nell’area circoscritta del Bosco delle Carline si trovano molti poderi, oggi disabitati, che un tempo ricoprivano un ruolo fondamentale nell’economia locale. I poderi erano dati in gestione ai mezzadri, i quali si occupavano principalmente della coltivazione dei campi e dell’allevamento di bovini, ovini e suini. I proprietari si riservavano il taglio del bosco. Proprio in uno di questi poderi, Prativigna, nacque nel 1908 la poetessa Dina Ferri.
L’area è stata progressivamente abbandonata nel periodo tra le due Guerre mondiali e solo negli ultimi anni si avverte un tenue ripopolamento grazie all’attività agrituristica e venatoria. La composizione del bosco è molto eterogenea: sono prevalenti le latifoglie come il castagno, il rovere, il cerro, l’acero, il corniolo, il nocciolo e il biancospino. In questa zona sopravvivono ancora dei castagni secolari denominati “Patriarchi della natura”.
Nel sottobosco sono presenti felci, graminacee, pungitopo, ginepro, edere, rovi, ciclamini, funghi, muschi e nelle zone più soleggiate primule, bucaneve, viole e fragoline di bosco. Questa notevole biodiversità vegetale permette la coabitazione di diverse specie animali, quali il cinghiale, daini e caprioli ma anche istrici, volpi, scoiattoli, tassi e lepri. Numerose anche le famiglie di uccelli presenti nell’area: upupe, gufi comuni, ghiandaie, picchi oltre a merli e pettirossi.
Nel periodo intorno alla Seconda Guerra Mondiale un gruppo di giovani uomini si rifugiarono nel fitto bosco per sfuggire alle angherie delle milizie nazifasciste e diventarono partigiani dando vita alla XXIII Brigata Garibaldi Guido Radi “Boscaglia”.
L’area è scarsamente abitata e le tracce di una recente antropizzazione si trovano in quelle che erano le Terme delle Galleraie: stabilimento termale aperto nel 1987 vicino ad un albergo che fu fatto costruire nel 1862 dal conte Bulgarini d’Elci: albergo con 27 camere, 14 bagni per i trattamenti, 4 vasche per le balneazioni e una piccola chiesa. La bellezza e la generosità del territorio hanno permesso la ristrutturazione di uno dei poderi più vasti della zona: la Fattoria di Tegoni, oggi sede di un’azienda produttrice di Olio extra vergine di oliva e allevatrice di maiali di razza Cinta senese, pregiata carne per la produzione di ottimi salumi. Affiancata all’azienda agricola troviamo la scuderia ed il maneggio con cavalli allevati in completa libertà. Nell’area troviamo i ruderi del Castello di Elci e del Castello di Fosini nati attorno al X-XI secolo e trasformati in epoca moderna in fattorie mezzadrili. Il Castello di Elci nacque come baluardo difensivo del territorio dei conti Pannocchieschi d’Elci mentre il Castello di Fosini, inizialmente proprietà dei vescovi di Volterra passò dopo diverse fasi anch’esso sotto l’influenza dei Pannocchieschi d’Elci.
Bibliografia:
“Radicondoli e il suo territorio, paesaggio e itinerari culturali”, Paolo Francalacci e Felicia Rotundo, 1999, Nuova immagine editrice
“Bosco delle Carline. Carta naturalistica e escursionistica”, Comune di Radicondoli, Centro studi Ethoikos, D.r.e.a.m. Italia
Autore scheda: Alessandra Bettini