Villa La Suvera a Casole d’Elsa

Luogo: La Suvera

Comune: Casole d’Elsa

Data/periodo: Castello documentato nel 1138; trasformazione in villa nel secondo decennio del Cinquecento; decorazione interna della cappella alla metà del Settecento

Descrizione: Sono poche le notizie relative al castello de La Suvera prima del 1507, quando Pandolfo Petrucci, signore di Siena, lo fece acquistare dalla Repubblica per farne dono a Papa Giulio II. La prima attestazione certa del castello risale al 1138 e si trova tra gli atti del monastero di Sant’Eugenio, vicino Siena. Documenti di età successiva ricordano inoltre la Chiesa di Sant’Andrea tra i possessi dell’Abbazia di San Lorenzo dell’Ardenghesca.

Nel 1216 il castello era già sottomesso a Siena, che lo distrusse nel 1267 per il mancato pagamento dei dazi. Con un documento del 1382, gli abitanti de La Suvera chiesero a Siena di ricostruire la fortificazione.

Agli inizi del Cinquecento, una volta acquisito il castello, Papa Giulio II avviò la trasformazione in residenza della roccaforte medioevale, le cui tracce sono ancora evidenti nel corpo laterale e nella base a scarpa. L’armonia dell’intero complesso e il sapiente gioco di equilibri tra l’edificio medioevale e quello rinascimentale portano a confermare la tradizionale attribuzione del progetto a Baldassarre Peruzzi, architetto ufficiale della famiglia Chigi, attivo non solo a Roma ma anche nel territorio senese, dove progettò le dimore di campagna a Le Volte, Belcaro e Montorsoli.

La nuova struttura de La Suvera si sviluppa su tre ordini, alleggeriti su due facciate contrapposte da un triplo loggiato con archi a tutto sesto. Il primo ordine presenta alti pilasti, il secondo colonne in travertino con capitelli dorici e il terzo colonne rastremate verso l’alto con capitelli ionici.
L’architettura è stata completata da una decorazione all’antica che, anche se decisamente semplificata, è in linea con quelle presenti nelle fabbriche peruzziane nell’Urbe. Infatti, la critica ha riferito a un pittore aggiornato sui cantieri romani del secondo decennio del Cinquecento le grottesche presenti nel loggiato del piano nobile e le raffigurazioni del Carro del Sole e del Carro della Luna nel soffitto dei saloni che vi affacciano.

Di grande interesse è anche il giardino all’italiana, definito da ordinati spazi geometrici disegnati da basse aiuole in bosso, presente nel versante sud-occidentale della villa.

L’apparato decorativo della cappella che affaccia nel giardino settentrionale fu completamente rinnovato alla metà del Settecento dal proprietario Bernardino Perfetti, celebre improvvisatore senese, incoronato poeta in Campidoglio nel 1725 dal pontefice Benedetto XIII. A Giuseppe Maria Mazzuoli junior si deve il busto fittile del Perfetti ubicato in una nicchia della controfacciata sul portone d’ingresso. Il resto della sobria decorazione in stucco si ispira a un barocco austro-bavarese, mentre le tele ovali sulle pareti laterali e il San Carlo Borromeo sull’altar maggiore sono riferiti da Ettore Romagnoli al pittore Franchini.

Bibliografia:

Bonelli L. e Fattorini G. Per pascere gli occhi e l’anima: le predilezioni estetiche dei proprietari di ville in età moderna, in Bonelli Conenna L. e Pacini E. (a cura di), Vita in villa nel Senese: dimore, giardini e fattorie, Pisa, Pacini Editore, 2000

Giffi Ponzi E. e Passeri V., Itinerario IV, in Cimino L., Giffi Ponzi E. e Passeri V. (a cura di), Casole d’Elsa e il suo territorio, Radda in Chianti, Studium Editrice, 1988, pp. 162-163

Autore scheda: Patrizia La Porta

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