Palazzo Pretorio di Casole d’Elsa

Luogo: Casole d’Elsa

Comune: Casole d’Elsa

Descrizione: A metà circa della via che congiunge l’imponente rocca (realizzata nel 1363 da Francesco di Vannuccio) alla Collegiata di Santa Maria Assunta, sorge il Palazzo Pretorio, identificato come tale per la presenza sul prospetto di numerosi stemmi, databili per la maggior parte tra il Quattrocento e il Seicento e riconducibili a personalità che hanno ricoperto cariche pubbliche nella terra di Casole.

L’architettura del palazzo (trasformato prima in edificio scolastico e poi in centro congressi) risulta fortemente compromessa; solo nel paramento murario irregolare e rimaneggiato della facciata si leggono ancora le tracce delle ghiere in laterizio pertinenti alle antiche aperture. Quest’ultime, nel corso dei secoli, sono state sostituite da cinque accessi al piano terra (di cui quattro con stipiti e ampi archi a tutto sesto in pietra) e da quattro finestre al piano superiore, ridotte a forma rettangolare.

Indicazioni utili per la cronologia del palazzo, che un tempo era sede del Podestà, dei Priori e delle magistrature, sono rintracciabili negli stemmi: i più antichi risalgono alla metà del Quattrocento, anche se il blasone Saracini, a giudicare dalla forma, potrebbe risalire anche alla fine del Trecento o agli inizi del secolo successivo, costituendo un significativo ante quem per la datazione dell’edificio.

Note sostanziali sulla storia dell’edificio si ricavano dalle epigrafi a corredo degli stemmi e dall’iscrizione presente nell’affresco di Giacomo Pacchiarotto, oggi conservato al Museo Civico Archeologico e della Collegiata, ma proveniente da una sala del palazzo (probabilmente quella delle adunanze). L’affresco infatti, raffigurante la Madonna col Bambino fra i Santi Donato, Michele Arcangelo, Sebastiano e Nicola, fu realizzato “AL TEMPO DEL MAGNIFICO PODESTA’ ALIXANDRO DI / FRANCESCO ARINGNERI ET DELLI SPECTABILI ET / HONOREVOLI PRIORI FRANCESCO DER[ICCI ?] / [CERBONE] [NA ?]BRULLI GHUIDO DI FRANCESCO [SALVATORE DI NICOLAO SANTI DI CERBONE POLO DI BARTOLOMEO ET PIERO DI MASO CAMARLENGO NEL MDX]X ADI’ [XXI DI] LUGLIO”. Si tratta di un dipinto votivo nel quale sono raffigurati Sancto Nicoluò et Sancto Donato et Sancto Michele Arcangelo singolari advocati et difensori della Terra di Casole nonché el Glorioso Martire, missere Sancto Sebastiano sia Protectore et Difensore del Populo di Casule et liberi quello di pestilentia et contagiosi morbi, così descritti nel contemporaneo Statuto del 1492-1554 (si veda Fusai 2010).

Ai Podestà sono riconducibili gli stemmi di Francesco di Petruccio Del Grisa, che esercitò nell’anno 1465, e di Niccolò di Bartolomeo Salvi, in carica nel 1530. I restanti blasoni, databili tra la fine del Quattrocento e il 1722, appartengono ai pretori, ai capitani di giustizia e a benefattori che in tempo di carestia si adoperarono per la comunità casolese (si ricordino ad esempio Antenore De Vecchi, Iacopo e Girolamo Luti).

A eccezione dei due potenti e ricchi lignaggi casolesi degli Aringhieri e dei Galgani, le personalità che si sono avvicendate nel corso dei secoli al governo di Casole appartenevano tutte a importanti famiglie senesi dell’antica nobiltà o legate all’ascesa al potere del governo dei Nove. Il dato emerso dallo studio araldico conferma la storica egemonia politica e culturale di Siena nei confronti del centro valdelsano, anche quando a metà del Cinquecento la città stessa fu annessa al Granducato mediceo.

Bibliografia:

Cimino L., Giffi Ponzi E. e Passeri V., Casole d’Elsa e il suo territorio, Roma, Studium Edizioni, 1988

L. Fusai, Lo Statuto di Casole: prefazione, edizione del corpo statutario con approvazione e riforme in Regesto (anni 1492-1554), edito a cura del Comune di Casole d’Elsa,  Colle di Val d’Elsa, Vanzi, 2010

Autore scheda: Patrizia La Porta

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