Palazzo Campana a Colle di Val d’Elsa
Luogo: Colle di Val d’Elsa
Comune: Colle di Val d’Elsa
Descrizione: Palazzo Campana prende il nome da Francesco Campana, ambizioso e lungimirante uomo politico originario di Colle, che trasferitosi a Firenze divenne il primo consigliere colligiano dei Medici. Francesco Campana, all’apice della sua carriera, volle costruire un palazzo nella sua città natale e affidò il progetto all’architetto fiorentino Giuliano di Baccio d’Agnolo e la gestione dei lavori al fratello Camillo.
La struttura esterna del palazzo, ispirata alle dimore della nobiltà fiorentina del primo Cinquecento, rappresentò il modello di riferimento per le casate che, nel corso del XVI secolo, costruirono o rinnovarono le loro abitazioni. L’importanza del palazzo non risiede solo nella struttura architettonica, ma anche nella posizione scenografica che occupa all’interno del tessuto urbano, dal momento che l’edificio sorge nel punto di collegamento tra il Borgo e il Castello, dove si trovava la porta di accesso alla città murata, distrutta durante l’assedio delle truppe del Duca di Calabria.
Per la costruzione dell’edificio, fu demolita una parte delle mura e fu livellato il terreno in cui si trovava la porta cittadina, mentre il ponte d’accesso al castello venne ricostruito nelle forme attuali insieme al palazzo.
L’edificio doveva avere una diversa articolazione planimetrica e un maggiore sviluppo verticale, ma il progetto rimase incompiuto per l’insorgere di difficoltà tecniche ed economiche.
La facciata è caratterizzata da una grande apertura ad arco con paramento a bugnato che immette in via del Castello; ai lati dell’arco si trovano coppie di finestre inginocchiate con ampi davanzali, colonne e timpani curvilinei e rettilinei. Il rivestimento in questa metà inferiore è in arenaria con bugnato d’angolo, mentre nella metà superiore è ad intonaco. Al secondo piano si trova una fascia ornamentale con mensoloni binati e medaglione centrale, che si ripetono anche negli angoli; la fascia è interrotta al centro da una terrazza con una bella ringhiera in ferro battuto. Sui mensoloni probabilmente dovevano impostarsi tre finestre che invece sono state aperte in numero di due, alternate ad essi. Sul lato destro del palazzo ritornano nelle finestre e nei terrazzini i motivi decorativi della facciata.
L’ala sinistra dell’immobile non venne mai realizzata e al suo posto venne sistemato un giardino all’italiana con aiuole, fontana e decorazioni a vaso sui muri di recinzione; l’accesso al giardino è su via del Castello, dove si apre un cancello in ferro battuto con l’emblema della famiglia Ceramelli, proprietaria del palazzo dai primi del Settecento.
Dal giardino si può entrare nel corpo principale del palazzo, ancora leggibile nella struttura originaria con ambienti voltati. Alcune stanze dai soffitti dipinti e dalle porte decorate sono riferibili ai lavori eseguiti da Raffaello Ceramelli, gonfaloniere di Colle, che decise di restaurare ed abbellire il palazzo con pitture, secondo il gusto del suo tempo.
L’ingresso principale si trova in via del Castello; questo accesso immette nell’ala destra dell’edificio, quella che è stata più pesantemente rimaneggiata. Lungo questo lato si trova un’altra area verde con pergolato, di forma irregolare perché in corrispondenza di un bastione e delle antiche mura, alla quale si accede mediante rampe rettilinee in travertino.
Due iscrizioni in marmo che si trovano all’interno ricordano la visita di Ferdinando III, che il 13 settembre 1820 onorò la casa del gonfaloniere Raffaello Ceramelli, e la visita del Granduca Leopoldo II, che vi soggiornò con il suo seguito per tre giorni nel 1845, ospite di Tommaso Ceramelli (anch’egli gonfaloniere).
L’edificio non conserva invece stemmi e iscrizioni riferibili alla sua origine, quasi a testimoniare la sfortuna politica che accompagnò i Campana dopo la morte del segretario granducale, che segnò l’inizio del progressivo decadimento della famiglia fino alla sua estinzione nel 1682.
Il palazzo è passato di proprietà dai Campana ai Renieri per via ereditaria. Nel 1703 venne acquistato dalla famiglia Ceramelli e da questa mantenuto fino a quando, nel 1873, per l’estinzione della linea, passò per matrimonio ai Tarugi e poi alla famiglia Susini.
Oggi il palazzo risulta diviso tra diverse famiglie.
Bibliografia:
Bastianoni C., Casprini F. e Ninci R., Guida storica illustrata di Colle di Val d’Elsa, Pisa, Pacini Editore, 2011, pp. 69-71
Braccagni M. e Rossi L., Colle, Siena, Periccioli, 1989
Fargnoli N. e Rotundo F., Edilizia civile a Colle di Val d’Elsa nel Cinquecento: cantieri e committenti in AA.VV., Colle di Val d’Elsa nell’età dei granduchi medicei. “La Terra in Città et la Collegiata in Cattedrale”, Firenze, Centro Di, 1992, pp. 89-98
Francioli M. e Francioli E., Colle di Val d’Elsa. Studio monografico e guida, Colle di Val d’Elsa, Editoria Tipografia Boccacci, 1978
Fonti:
Convegno su I Ceramelli a Colle, organizzato da Federica Casprini per la Società degli Amici dell’Arte in collaborazione con l’Amministrazione Comunale di Colle di Val d’Elsa (novembre 2007)
SBAP SI: 09/00385335 (Brunetti G. 1994) – 09/00494909 (Cipriani O., Nepi M., Paciri E. 1998)
Autore scheda: Silvia Vellini
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