Pieve di San Lorenzo a Merse – Monticiano
Luogo: San Lorenzo a Merse
Comune: Monticiano
Data/periodo: 1108 – 1911
Descrizione: Anticamente giuspatronato dell’abbazia di San Lorenzo all’Ardenghesca, la chiesa è ricordata per la prima volta nei documenti nel 1108, dove è chiamata San Lorenzo a Foiano, anche se sembra di origine precedente, dell’XI o addirittura del IX secolo.
Fu in seguito patronato dei Marescotti (come attesta la lastra tombale trecentesca), fino al 1604 quando il giuspatronato fu loro revocato in seguito ad una lite con la curia di Siena.
Nel 1618 fu dichiarata pieve e vicaria foranea dal vescovo Alessandro Petrucci e le furono aggregate le chiese di San Michele Arcangelo a Iesa, dei Santi Filippo e Giacomo al Santo e di San Giovanni Battista di Recenza.
Negli anni Settanta dell’Ottocento furono compiuti lavori di rinforzo delle strutture, che furono seriamente danneggiate dal terremoto del 1909. Nel 1911 fu dunque compiuta una massiccia opera di restauro su progetto dell’architetto Egisto Bellini. L’aspetto attuale è frutto di tale restauro, eseguito con l’intenzione di ripristinare l’aspetto arcaico: furono eliminati gli altari barocchi e le pareti vennero tinteggiate a bande bianche e nere.
La facciata è ciò che rimane della costruzione più antica, legata a modelli architettonici romanici pisani: sagoma a capanna, portale sormontato da lunetta ad arco a tutto sesto, monofora aperta nella parte più alta, parato in grosse pietre di calcare di colore grigio, che nelle fasce decorative del portale si alternano a marmo verde di Vallerano, lo stesso impiegato anche nel Duomo di Siena (ciò farebbe pensare al probabile intervento di maestranze senesi verso metà Duecento).
Nella lunetta sovrastante il portale, secondo le fonti ottocentesche, era presente un affresco trecentesco, attribuito ad Andrea di Bartolo, raffigurante la Madonna col Bambino tra i Santi Lorenzo e Stefano, di cui restano forse tracce nel museo d’arte sacra del convento di Sant’Agostino a Monticiano.
Sulla facciata, a destra della porta d’ingresso, è scolpito il segno dell’Infinito simile ad un 8 accasciato (indica che la chiesa è la casa dell’Infinito).
All’interno presenta un’unica navata, tetto a capriate lignee e abside semicircolare; si nota anche un capitello murato nella parete usato come acquasantiera con motivo floreale, risalente alla metà del Duecento.
Poco resta degli arredi originari: sull’altare maggiore e sull’altare destro c’erano due tele di Giuseppe Nicola Nasini (fine XVII – inizio XVIII secolo), mentre sull’altare laterale sinistro una tela della scuola senese del Settecento. Il Merlotti, nel 1881, ricorda anche il gruppo ligneo intagliato da Pietro Montini dopo il 1716 e raffigurante la Visitazione della Vergine a Santa Elisabetta con San Lorenzo.
Da una porta vicina all’abside si accede alla chiesa della Confraternita della Misericordia, mediante una costruzione che sorge dove fino alla seconda metà dell’Ottocento era un seccatoio.
Si nota infine la traccia di un’altra porta, che fino all’Ottocento immetteva nel cimitero che occupava tutta la piazza antistante la chiesa.
Bibliografia:
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Guiducci A. M. (a cura di), Le Crete senesi, la Val d’Arbia e la Val di Merse, Milano, Mondadori, 1999, p. 134
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Merlotti G., Memorie storiche delle parrocchie suburbane della diocesi di Siena, a cura di Don Mino Marchetti, Siena, Cantagalli, 1995, pp. 226-230
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Rotundo F., Pagliaro R. (a cura di), Egisto Bellini (1877-1955). Disegni di architettura e di ornato, Pisa, ETS, 2007, pp. 19, 28, 184-190
Fonti:
Schede ICCD di riferimento: ASBAP Si e Gr: scheda di catalogo n. 00384966 (compilata da A. Munzù, 1994) – SBSAE Si e Gr: schede OA nn. 09/00420511-09/00420515 (1996)
Autore scheda: Giulia Vivi
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