Castello di Montarrenti – Sovicille

 

Luogo: Montarrenti

Comune: Sovicille

Data/periodo:  Le prime notizie documentarie che si hanno del Castello risalgono al 1156 quando il Vescovo di Volterra Galgano Pannochieschi conferma con una bolla, tra i beni posseduti dalla vicina pieve di Radicondoli, anche la “cappellam sancti Laurentii et sancti Andree in Monte Liurenti”. La presenza di una chiesa all’interno delle mura attesta a quella data l’insediamento di una popolazione cospicua. In effetti,  una serie di campagne di scavo archeologico  curate dall’Università di Siena, negli anni 1982-1984  ha evidenziato sia nel Cassero che nel Borgo, strutture abitative costruite con materiale ligneo e muri a secco, di almeno due secoli più antiche rispetto a quelle del  periodo romanico, indicato dalle fonti scritte.

Dagli spogli documentari tra il 1200 e il 1216 si ricava che il gruppo aristocratico  di nobili lambardi che dominava il castello era legato alla consorteria dei Conti di Frosini e inserito nel più vasto dominio degli Aldobrandeschi.  Interessante la notizia di in Lanfranchinus lambardus o lunbardus  che nell’aprile 1258 parte alla volta del regno di Francia per farsi curare da Luigi IX dalla grave infiammazione alla gola: “infirmitate (…) in gula que nucncupatur ghiandorle”. Come ha osservato il Francovich anche taluni interventi architettonici sarebbero da ascrivere a maestranze di area settentrionale. Il 5 settembre 1217 Montarrenti fu sottomesso dalla Repubblica di Siena a cui i tre consoli del castello giurarono fedeltà e obbedienza, impegnandosi al pagamento di un censo annuale di otto lire. Da quella data il Comune di Siena inviò a Montarrenti ogni sei mesi, un podestà fino al 1271 quando ormai gli abitanti erano così esigui da non poter sostenere il mantenimento di tale ufficio.

L’andamento demografico del Castello rimane quasi invariato per i secoli XIII e XIV: il numero di 32 fuochi censiti per gli anni 1284-1251 aumenta di sole tre unità nel rilevamento dell’Estimo del 1317-1320.
Attraverso l’Estimo del 1317-1320 sappiamo che l’insediamento era diviso in due parti: nella parte alta del Castello, il cassero per intero di proprietà di Giovanni Meschiati, membro della famiglia Petroni di Siena e il sottostante borgo abitato da contadini e piccoli proprietari terrieri, dove il Meschiati  possedeva anche otto case, una platea e undici casalini, piccoli appezzamenti di terra nel circostante territorio del Comune un imprecisato numero di domus e un mulino.

Attraverso l’Estimo sappiamo dell’esistenza di due palazzi , identificabili con le due torri ancora esistenti, di alcune platee, della via di accesso di carbonaie il tutto racchiuso da una cinta muraria. Incluso entro un ampio circuito murario, il borgo si sviluppava a forma di ferro di cavallo lungo le pendici del rilievo, e constatava di ventisei case, di venti casalini e una platea. La valutazione media delle case del borgo che si aggirava intorno alle 15-20 lire suggerisce un’articolazione su due piani con doppi volumi e più stanze.
Nel XV secolo tutta l’area seguì un progressivo impoverimento.
Nella visita del Gherardini del 1676 per conto dello stato senese, il “comunello” era abitato da soli nove nuclei familiari per un totale di quarantasei persone e sede di soli quattro poderi. Nel 1720 dalla descrizione di G. A. Pecci apprendiamo che le mura delle abitazioni erano crollate, che nella chiesa non si officiava più e che  le due torri dell’antico cassero erano occupate da un esiguo numero di pigionali.
Il complesso è stato restaurato tra il 1975 e il 1978 ad opera della Provincia di Siena che è l’Ente proprietario e ne ha  assegnato una parte all’Associazione Astrofili senesi.

Descrizione: Gli imponenti resti dell’insediamento fortificato rappresentano un elemento di forte suggestione paesaggistica. Particolarmente notevoli sono le due torri del cassero: quella ad ovest (torre A) situata ad una livello superiore rispetto all’altra e in origine merlata ha pianta lievemente trapezoidale e un paramento murario a filaretto piuttosto accurato con tre finestre gotiche di tipo senese all’altezza del secondo piano, al di sopra di una cornice modanata che corre su tre lati. Sul lato sud, a circa tre metri da terra, è una porta gotica con architrave piatta, sovrastanti alla quale, alla sommità della torre, sono due mensole di piombatoi scomparsi.

L’altra torre, sempre in filaretto ha al pianterreno del lato nord una porticina romanica con architrave su mensole convesse e arco sovrastante, un’altra porticina romanica ad arco a circa due metri da terra sul lato ovest e al piano superiore una finestra ad arco su ciascun lato, compreso quello est, altissimo sulla scoscesa pendice boscosa. Una cerchia muraria recinge tutto il complesso e include le due corti.

Nell’area del cassero sono altresì visibili varie  parti di murature in filaretto e una porta ad arco a tutto sesto che appartenevano ad una terza torre, poi inglobata in una struttura rurale.
Sono inoltre leggibili i resti della cortina difensiva con la porta di ingresso al Castello con un elevato ancora in buone condizioni.

La parte bassa dell’insediamento è costituita dal borgo contadino oggi completamente abbandonato e nascosto nella folta boscaglia. Quest’area era occupata dalle abitazioni  basso-medievali, disposte in regolari lotti allungati (casalini) ben leggibili nella planimetria del sito e racchiusi entro un ampio giro di mura che rappresentava l’anello difensivo più esterno dell’insediamento. 

Bibliografia:

AA.VV., I castelli del Senese. Strutture fortificate dell’area senese-grossetana, Siena, Nuova Immagine,  2006, p. 451

AA.VV., La Toscana paese per paese, vol. III, Firenze, Bonechi, 1981, p. 417

Ceppari Ridolfi M. A.,Turrini P., Sovicille: terra di confronti tra città, signorie comunità, in Ascheri M., Serino V. (a cura di) Sovicille. Spazio, tempo, umanità, Arti Grafiche Ticci, Siena, 2007, pp. 21-57,  pp. 33-35

Francovich R. e Roncaglia G., Un esempio di incastellamento nell’Alta Valle dell’Elsa:Il castrum di Motarrenti, in Guerrini R. (a cura di),  Sovicille, Milano, Electa, 1988, pp. 131-148

Bosi E., Matteini O., Pacifico M., Di castello in castello. Il Senese, Milano, I Libri del Bargello, Trainer International Editore, 1990, p. 295

Repetti E., Dizionario Geografico Fisico Storico della Toscana, Firenze 1833-1845 (versione on-line a cura del Dipartimento di Archeologia e Storia delle Arti dell’Università degli Studi di Siena, 2004), sub voce Montarrenti e Monte Arrenti in Val di Merse

Fonti:

ASBAP  Si e Gr: schede di catalogo  nn. 00311310,  00311311, 00311312 (compilate da M.  Poggi, 1991)

Autore scheda:   Silvio Masignani