Erano tre tambù

Luogo: Montagnola senese, zona di Sovicille

Comune: Sovicille

Data/periodo: Primi del Novecento

Descrizione: Si tratta di un canto tradizionale che abbiamo raccolto nel 1994 dalla signora Gina Dami, lucchese di nascita emigrata in provincia di Siena per lavoro e poi rimasta definitivamente per mettere su famiglia. La sua memoria portentosa ha fatto sì che il suo patrimonio di canti e novelle arrivasse fino ad oggi in linea femminile: Gina ha cantato e raccontato per Francesca che a sua volta l’ha fatto per le figlie  Katie e Michela e ora, diventata nonna, a sua volta racconta e canta per Giorgia e Vittoria. Durante l’esecuzione è aiutata nel canto e nel ricordo dalla figlia Francesca Lurini.

Varianti di questo canto sono diffuse un po’ in tutta Italia, ma non solamente. È la storia del tamburino che torna dalla guerra e che fa innamorare la figlia del re. Il finale però è quasi sempre a buon fine, il tamburino svela di essere anche lui imparentato con grandi potenti o quantomeno di avere un’ottima “dote”. In questa versione invece il finale è a sorpresa e mette in evidenza la capacità tutta popolare di ridimensionare e rendere più credibile una storia che altrimenti è troppo lontana dalla vita quotidiana.
Abbiamo avuto segnalazioni di canti molto simili anche in altre nazioni. Segnaliamo ad esempio “El tres tambors”, con testo e musica assai simili, diffuso in Spagna nella regione catalana.

Un’ulteriore curiosità: nel testo il tamburino viene chiamato “El més petit de tots” e la statua a lui ispirata scolpita da un artista spagnolo, diventò la mascotte della lotta contro il fascismo.

Testo della canzone:

Erano tre tambù, tornavano dalla guerra

Oilà, tarabalalà, tornavano dalla guerra.

Il più piccin dei tre avea un mazzo di rose

Oilà, tarabalalà, avea un mazzo di rose.

La figliola del re se ne stava alla finestra

Oilà, tarabalalà, se ne stava alla finestra.

Dimmi oh tambù, mi daresti codeste rose

Oilà, tarabalalà, mi daresti codeste rose.

Le rose te le do quando sarai mia sposa,

Oilà, tarabalalà, quando sarai mia sposa.

Vieni oh tambù e vallo a di’ a mio padre

Oilà, tarabalalà, e vallo a di’ a mio padre.

Riverito signor re, mi daresti la vostra figlia

Oilà, tarabalalà, mi daresti la vostra figlia.

Mia figlia te la do, ma dimmi le tue ricchezze

Oilà, tarabalalà, ma dimmi le tue ricchezze.

Le mie ricchezze so’ tamburo e le bacchette

Oilà, tarabalalà, tamburo e le bacchette.

E vanne via tambù, ti fo mettere in galera

Oilà, tarabalalà, ti fo mettere in galere.

Dimmi oh tambù, oh che difesa hai

Oilà, tarabalalà, oh che difesa hai.

Le mie difese so’ la Francia e l’Inghilterra,

Oilà, tarabalalà, la Francia e l’Inghilterra.

Vieni oh tambù e sposerai mia figlia,

Oilà, tarabalalà, e sposerai mia figlia.

Io vo nel culo a te e alla tu’ figliola

Io vo nel culo a te, a te e a chi te la loda

Oilà, tarabalalà, a te e a chi te la loda.

Fonti:

Dal Nostro Canto, “Ninna nanne, Filastrocche e storie per bambini di tutte le età”, Cd autoprodotto, Sovicille, 2010

Links:

Sito dell’associazione culturale “Le Radici con le Ali”

Autore scheda: Andrea Fantacci