Il borgo di Chiatina e la grotta del beato Alberto – Buonconvento

Luogo: Chiatina 

Comune: Buonconvento 

Denominazione: Villa Chiatina 

Data/periodo: IX secolo 

Descrizione: La località di Chiatina è tra le più antiche nel territorio di Buonconvento, il toponimo richiama l’antica chiesa di San Pietro in Clatina, oggi è invece nota come Villa Chiatina dal nome della villa padronale, che ne è al centro e che in origine era un castello di epoca medievale. 

La località si trova percorrendo la strada provinciale 451 che da Buonconvento conduce allAbbazia di Monte Oliveto Maggiore, circa due chilometri e mezzo dallinnesto situato appena prima del Convento olivetano di San Nazario. 

Secondo la tradizione nel IX secolo qui vi era una curtis, ovvero un centro produttivo di tipo rurale, dalla struttura indipendente e afferente ad un unico capo, il feudatario, che in questo caso pare fosse il Conte Winigi (o Giunigi) di Ranieri di Siena. Winigi, di origine franca, fu legato imperiale di Ludovico il Pio e fondatore nell’anno 867 dellAbbazia della Berardenga, o Badia di San Salvatore a Fontebona in località Badia Monastero, a cui successivamente fu annessa Chiatina ed entrambe concesse ai monaci camaldolesi. 

I conti della Scialenga, eredi del Winigi, si riappropriarono della località, che a lungo fu rivendicata dalla comunità camaldolese. 

In questa località nacque nell’anno 1135 il beato Alberto, detto appunto da Chiatina, il quale fu dapprima pievano di Pava presso San Giovanni d’Asso, poi della Pieve a Elsa a Colle Val d’Elsa, dove, secondo il Repetti (Dizionario Geografico Fisico Storico della Toscana) morì in odor di santità il 17 agosto 1202. 

Qui rimane ancora, un po’ coperta dalla vegetazione, la grotta dove il beato Alberto si ritirava in preghiera, meditando sulle Sacre Scritture. Il giovane Alberto fu mandato a studiare a Siena e subito divenne noto per le sue virtù. Mentre esercitava il ministero a Colle fu colto da paralisi e secondo la leggenda il suo corpo si ricoprì di piaghe, ma rimase integro nelle sue facoltà mentali e accettò il male che lo aveva colpito continuando ad andare in soccorso dei sofferenti come lui. La grotta del Beato Alberto divenne meta di pellegrinaggio per molti che gli chiedevano aiuto ed egli continuò ad avvicinare il prossimo agli insegnamenti cristiani. 

Chiatina passò nel Trecento alla famiglia Biringhieri e poi ai Piccolomini fino alla metà dellOttocento, come testimonia anche Papa Pio II Enea Silvio Piccolomini nella sua celebre opera I Commentarii nel descrivere l’Abbazia di Monte Oliveto Maggiore. 

Successivamente Chiatina divenne proprietà dei Ricci, famiglia della ricca borghesia di agricoltori, che possedeva numerosi terreni in Val dArbia e palazzi signorili nel centro storico di Buonconvento, assai noti per la loro particolare decorazione in stile Liberty, quali Palazzo Ricci Soccini sede del Museo dArte Sacra della Val dArbia e la Villa La Rondinella. 

Attualmente il sito si compone di una vasta area boschiva e a semina e di una casa colonica, un parco e un oratorio. Il giardino allitaliana è racchiuso da una siepe e da una cortina di cipressi e il bosco allinglese con piante di leccio. Lorigine dellOratorio della Villa Chiatina è probabilmente coeva agli edifici mezzadrili, in quanto non risulta esistente all’epoca del Catasto Leopoldino alla metà del XIX secolo. 

La Fattoria Chiatina fa parte oggi di unazienda agricola privata, un tempo proprietà della famiglia Socini, assai abbiente e nota fin dal XIV secolo, tra di loro vi furono banchieri, notai e perfino teologi, fautori di un movimento ereticale sviluppatosi nel XVI secolo, che contestava alcune dottrine della Chiesa e che prese proprio il nome di Socinianesimo.  

Bibliografia:  

Bonelli Conenna L., Pacini E. (A cura di), Vita in villa nel Senese, Pacini Editore, Pisa 2000, p. 528 

Cammarosano P., Passeri V., I castelli del senese, Nuova Immagine Editrice, Siena 2006, p.178 

Carli N., Civitelli G., Giannettoni G., Pellegrini B., Buonconvento: ambiente, arte e cultura, Circ. Cult. Amici di Buonconvento, Arezzo, 2005, pp. 71-74 

Papa Pio II Piccolomini, I Commentarii, Adelphi, Milano 1984, p. 1947 

Repetti E., Dizionario Geografico Fisico Storico della Toscana, Vol. I, Cassa di Risparmi e Depositi, Firenze 1833, p. 700 

Fonti: 

Schede Soprintendenza per i Beni Architettonici e per il Paesaggio di Siena e Grosseto N°: 00385646, 00385645 

Note: Chiatina è oggi di proprietà privata e gli edifici che la costituiscono, quali le antiche case coloniche, risultano disabitate e in parziale stato di abbandono. 

Autore scheda: Agnese Fanti 

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