Rocca di Crevole – Murlo

Luogo: Crevole

Comune: Murlo

Data/periodo: 1180 – 1555. La sua origine è certamente antecedente al 1189; al 1555 risale il suo abbandono e smantellamento

DescrizioneI ruderi della Rocca di Crevole sorgono posti all’estremità della cresta collinare che divide la valle del torrente Crevole dal Crevolicchio. Oggi Crevole di mostra come un piccolo villaggio di case con una modesta chiesa che, un tempo, conteneva la celebre Madonna di Crevole del Duccio di Buoninsegna, oggi esposta al Museo dell’Opera del Duomo di Siena. Nel punto più alto e boscoso spiccano i suggestivi ruderi, che consistono in un lato di un’altissima torre in pietra in cui sono ancora visibili le tracce di tre piani, di un frammento di muro intermedio e di un altro muro interpretabile come avanzo di un palazzo che conserva una finestra ad arco; attorno corre una cinta muraria di cui rimangono tratti del basamento.

Durante la Repubblica di Siena (1125-1559 circa), il Castello di Crevole si trovava ad essere la Rocca ed il centro del dominio feudale del Vescovo di Siena, ma con la caduta della Repubblica cadde anche la Rocca di Crevole che, durante gli scontri, venne assalita, saccheggiata e diroccata. Sicuramente nel 1189 il complesso doveva esistere da tempo come attesta la bolla di papa Clemente III nella quale, fra le pievi e i castelli confermati al vescovo Bono, compare anche “Castellum de Crevole cum arce nominis eiusdem”.
Crevole contendeva a Murlo l’onore di essere il più importante centro del dominio del vescovo, tanto che vi era conservato l’archivio del Vescovado e nel 1323, per incarico del vescovo Malavolti, vi furono compilati gli statuti del Feudo. Leggenda vuole che il fantasma di Donusdeo Malavolti, morto decapitato intorno al 1300, si aggiri la notte fra le rovine nell’atto di indicare il punto esatto in cui è custodito l’archivio vescovile della città di Siena, con la speranza che il patrimonio venga scoperto e custodito adeguatamente; solo allora la sua anima troverà pace.

Nel 1377 il Governo di Siena, occupò militarmente, insieme ad altre, la fortezza di Crevole per espugnarla agli avversari del governo obbligando gli abitanti a custodirla a proprie spese e imponendo, lì come a Murlo e a Macereto, il pagamento di una fideiussione di mille fiorini d’oro a garanzia del non ricettaggio di banditi. La riconquista della Rocca da parte dei Ghibellini nel 1380 costò la perdita dell’archivio del Vescovado, mandato a fuoco durante l’assalto. Nonostante il risultato nel 1385 tutte le fortezze furono restituite al vescovo, passaggio di potere questo che risultò comunque nuovamente provvisorio tanto che, prima nel 1391 e poi nel 1403, il Comune di Siena assunse ancora la custodia del cassero per il tempo di guerra. Cessato lo stato di guerra è registrato al 1404 il passaggio da un castellano del Comune a uno vescovile, Perino da Napoli “fameglio di messer lo vescovo di Siena”.
Durante la guerra di Siena Crevole fu continuamente presa di mira dai nemici finché, il 16 novembre del 1554, il forte fu costretto ad arrendersi. La notizia colpì tanto la città di Siena che gli Otto di Guerra disposero che per tre giorni si tenessero le botteghe serrate al fine di favorire l’intensificazione dei lavori di fortificazione.

Dopo la capitolazione di Siena, Crevole fu ripresa dai francesi nell’agosto del 1555; il conte Sforza tentò di prenderla operando vari assalti ma fu sempre respinto dai duecento fanti comandati da Faustino da Perugia il quale però, alla fine, vista l’inutile resistenza, abbandonò e smantellò la rocca per trovare rifugio con la sua truppa a Montalcino. Ridotta ormai allo stato di rudere furono poi anche gli abitanti che contribuirono al suo disfacimento prelevando e riutilizzandone i materiali; i vescovi cercarono più volte di porre rimedio a tale fenomeno processando chi asportava pietre, ferro e quant’altro, condannando anche con la confisca di tutti i possedimenti. Tuttavia tali misure non debbono aver avuto un effetto risolutivo considerato che, come dimostra il confronto fra le rovine oggi visibili e quelle raffigurate nei disegni del Romagnoli, eseguiti nei primi decenni dell’ottocento, il saccheggio si è protratto per secoli.

Bibliografia:

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Cammarosano P. e Passeri V., I castelli del senese. Strutture fortificate dell’area senese-grossetana, Siena, Nuova Immagine Editrice, 2006

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Repetti E. Dizionario geografico, fisico, storico della Toscana, vol. 5, Firenze, Coi tipi di Giovanni Mazzoni, 1833-1843

Fonti:

Archivio di Stato di Siena, Balìa 471, 473, 773

Archivio di Stato di Siena, Casseri e fortezze 31

Archivio di Stato di Siena, Concistoro 58, 59, 64, 161, 259, 454

Archivio di Stato di Siena, Consiglio Generale 187, 201