Il Molino Muratori

Luogo: Via della Stufa Secca – Siena

Contrada: Contrada della Lupa

Data/periodo: Il Molino Muratori fu attivo tra agli anni quaranta e gli anni ottanta del Novecento; tuttavia già dal 1867 qui era attivo un mulino a vapore che alimentava l’opificio e la tipografia di Alessandro Mucci. Oggi, nell’area corrispondente all’ex mulino, si trovano gli edifici della Banca d’Italia

Descrizione: Il Molino Muratori, gestito da Giovanni Muratori, apprezzato industriale, capitano vittorioso della Lupa, gratificato con il Mangia d’argento nel 1960 ed impegnato in molte attività sociali e sportive cittadine, per molti anni ha occupato una vasta zona di via della Stufa Secca, dando lavoro a tanti senesi e non solo. Quello di Muratori, però, non era il primo mulino della zona: nello stesso luogo, infatti, aveva operato con un mulino a vapore, che forniva forza motrice anche ad una tipografia, l’opificio di Alessandro Mucci. Il titolare, personaggio eccentrico ma di larghe vedute, nel 1867 per primo in città fece montare nel suo stabilimento della Stufa Secca un motore a vapore alimentato a lignite della potenza di circa trenta cavalli che, oltre a produrre farina, forniva forza motrice ad una tipografia dello stesso proprietario. I risultati furono sorprendenti ed in poco tempo il suo stabilimento divenne il più importante della città, mentre la novità ebbe tanta rilevanza sul tessuto economico senese che via della Stufa Secca divenne ufficialmente via del Vapore fino al 1931, quando fu ripristinato il vecchio storico nome.

Alla fine dell’Ottocento, la proprietà di molino e tipografia passò a Carlo Nava, che fece costruire un elegante palazzo con aperture ad arco ogivale e con soffitti interni impreziositi dai dipinti del pittore purista senese Cesare Maccari. Molto popolari erano “i cavalli del Nava”, animali di notevole stazza, superiore a quella dei soprallassi impiegati nel corteo storico, che tiravano i grandi carri che portavano la farina. Negli anni venti la tipografia fu rilevata dagli Ex Combattenti, una cooperativa formata da reduci della guerra, azienda molto apprezzata che rimase sul mercato fino agli anni sessanta.

Nel 1937, infine, il molino passò a Giovanni Muratori che realizzò importanti varianti alle strutture esistenti, modificando il citato palazzo Nava, che ospitava anche i locali del Dopolavoro Ferrovieri, incrementando gli spazi destinati ad uffici, silos e magazzini e creando anche alloggi per alcuni dei numerosi dipendenti. Gli ultimi importanti lavori realizzati da Muratori, che aveva stabilimenti anche a Taverne d’Arbia e Buonconvento, furono effettuati nel 1960 quando, per rispondere alle lagnanze dei cittadini che lamentavano i problemi legati al continuo passaggio di autotreni ed autocarri in una strada molto stretta come la Stufa Secca, il titolare decise di spostare nell’area che guardava Pian d’Ovile il piazzale di manovra, dando vita anche ad un comodo parcheggio per i suoi ingombranti mezzi e realizzando moderni servizi per i suoi dipendenti quali refettorio, spogliatoi, docce e moderni uffici.

Fra il 1986 ed il 1988, infine, la Banca d’Italia, che aveva acquistato l’intera area da Muratori, realizzò la sua nuova filiale senese affidando il progetto all’architetto Enzo Zacchiroli, autore di lì a poco, della ristrutturazione del museo della contrada della Lupa): con un radicale intervento di demolizione dei fabbricati che salvò soltanto il palazzo Nava, si dette così vita ad un apprezzato complesso ben integrato con il resto della zona.

Bibliografia:

Luchini L. (a cura di), Le pietre raccontano. Vallerozzi e dintorni, I Gemelli, Quaderno 9, Siena, Contrada della Lupa, 2013, pp. 116, 121-124

Autore scheda: Contrada della Lupa, Luca Luchini

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