Il mestiere dello “scavino”
Luogo: Chiusi
Comune: Chiusi
Data/periodo: XIX secolo fino agli inizi del Novecento
Descrizione: Nel variegato mondo degli scavi archeologici condotti a Chiusi nell’ottocento, i personaggi più conosciuti sono esponenti di nobili famiglie e grandi proprietari terrieri come i Paolozzi o i Casuccini o del clero come Giovan Battista Pasquini o Luigi Dei; personaggi interessati alla ricerca di storie patrie, i quali possedevano i mezzi finanziari e gli interessi culturali indispensabili ad attivare le ricerche e alimentarne lo sviluppo.
Nondimeno nessuno di questi personaggi operò direttamente sul campo, limitandosi ad organizzare i lavori, scegliere i terreni da indagare e incaricare personale di fiducia di occuparsi del lavoro.
Per questo particolarmente rilevanti anche se poco conosciute appaiono le figure degli “scavini” di professione.
Se la gran parte degli uomini che materialmente scavarono i terreni alla ricerca di antichità altri non erano che semplici contadini che lavoravano al servizio dei notabili e proprietari terrieri dediti alle ricerche di antichità, nell’andar del tempo alcuni di essi si trasformarono in “liberi professionisti”.
I più abili fra questi misero le proprie capacità al servizio dei grandi latifondisti interessati alle ricerche sulle loro terre, spartendosi poi i materiali rinvenuti.
Se la gran parte di questi “scavini” rimangono a noi sconosciuti, i nomi di alcuni di essi ci sono giunti tramite le descrizioni di viaggiatori di passaggio a Chiusi e interessati alle scoperte archeologiche.
In alcuni casi il mestiere di “scavino” si trasmetteva di padre in figlio, come nel caso della famiglia Foscoli: Pietro Foscoli, il più importante e conosciuto fra i cercatori di antichità della prima metà dell’ottocento, seguirono i due figli Santi e Giovan Battista che si occuparono di scavi e commercio di antichità fino alla fine del secolo.
Altre celebri famigli di “scavini” chiusini furono quelle dei Mignoni, con i fratelli Oreste e Martino, e dei Santoni il cui ultimo esponente Alibrando, morto nel 1933, fu anche l’ultimo “scavino” di Chiusi.
Fra questi “scavini” alcuni raggiunsero una fama tale da essere chiamati ad operare anche fuori Chiusi e dell’Etruria, seguendo importanti personaggi dell’epoca che, affascinati dai metodi di lavoro, si facevano accompagnare nei loro tours archeologici. Uno degli esempi più interessanti è quello di Pietro Foscoli che alla metà dell’ottocento accompagnò l’erudito inglese George Dennis nel suo viaggio in Sicilia.
Bibliografia:
Barni – G. Paolucci, Archeologia ed antiquaria a Chiusi nell’Ottocento, Milano 1985
Autore Scheda: Luca Nasorri
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