Pieve di San Fortunato a Murlo

Luogo: Murlo

Comune: Murlo

Data/periodo: 1275. La pieve è ricordata nel XII secolo, ma la costruzione attuale risale alla fine del Cinquecento. Nel XVII secolo furono eretti i due altari del transetto e il fonte battesimale

Descrizione: Non conosciamo la data della fondazione della chiesa di San Fortunato che in origine doveva avere una funzione castellana e che assunse solo in un secondo tempo il titolo di pieve, dalla vicina chiesa di Carli. Probabilmente, secondo quanto si legge nei documenti, questi passaggi avvennero tra il XII e il XIII secolo. Non è giustificata l’ipotesi che a Murlo fosse presente un convento domenicano, mentre sappiamo che nel XV secolo il cappellano era un frate domenicano. Durante le guerre di Siena, Murlo, come gli altri Castelli circostanti furono assaltati dalle truppe imperiali. In seguito il castello, le mura e probabilmente anche la chiesa furono restaurati grazie all’arcivescovo Bandini Piccolomini, la cui arme era incisa su un lapide nella porta di accesso al borgo.

Alla fine del XVI secolo la chiesa di San Fortunato a Murlo era parrocchia e gestiva la chiesa di Carli, le cappelle di Lupompesi, di San Biagio e dell’Antica, gli oratori di Tintoni e di Sant’Orsola a Casalino. Fino alle soppressioni del 1785, nella pieve di Murlo avevano sede la Compagnia del SS. Sacramento o della Buona Morte, quella del Rosario e quella di Santa Maria delle Nevi, ciascuna aveva un altare e tra le festività che celebravano, oltre a quella del patrono il 14 ottobre, si ricorda il Corpus Domini e la Natività di Maria. A partire dal 1930 le attività liturgiche iniziarono a essere svolte dalla pieve di Vescovado, intitolata anch’essa a San Fortunato.

L’attuale struttura della chiesa risale al Cinquecento, dopo che le truppe imperiali di Carlo V nel 1554 misero a ferro e fuoco il borgo di Murlo. La chiesa doveva essere in origine era più corta, forse a tre navate con facciata cuspidata. Oggi ha un’unica navata e presenta il piano sopraelevato rispetto all’originale, all’interno ci sono due altari in stucco, a imitazione di marmi policromi e decorata da tele dipinte, quella di destra è di Astolfo Petrazzi e raffigura I Santi Biagio, Domenico, Caterina da Siena e Sebastiano in adorazione della Madonna col Bambino e quella di sinistra, di Dionisio Montorselli, mostra L’Assunta con San Biagio e un santo vescovo. Entrambi gli altari con la loro complessa decorazione, testimoniano l’eleganza formale che connotava l’edificio prima degli interventi di restauro della metà del Novecento, che ne ha alterato la fisionomia.
Anche il fonte battesimale è seicentesco ma nella vasca conserva quello più antico, quattrocentesco, con scolpiti festoni, una fascia decorata a fogliame e il monogramma bernardiniano. Da notare anche due acquasantiere: una cinquecentesca e l’altra trecentesca. Di fronte all’altare maggiore si trova una lapide sepolcrale in marmo con lo stemma della famiglia Ercolani e una semplice epigrafe consunta, in cui si legge appena l’anno 1689.

Bibliografia:

Coppolaro A. M., Chiese, pievi e segreti: sulle colline di Siena, Monteriggioni, Il Leccio, 2013

Filippone M., Il territorio di Murlo e le sue chiese, una storia lunga mille anni, Siena, Nuova Immagine, 1994, pp. 107-115

Repetti E., Dizionario geografico fisico storico della Toscana contenente la descrizione di tutti i luoghi del granducato, ducato di Lucca, Garfagnana e Lunigiana, Vol. 3, Firenze, Coi tipi di A. Tofani, 1839, p. 392

Fonti:

Scheda ICCD di riferimento: ASBAP Si e Gr: scheda di catalogo n. 00384884 (compilata da F. Aiello, 1994)

Archivio Arcivescovile di Siena, Parrocchie extra moenia, Murlo, Memorie delle sepolture, n.77

Links:

Sito di Terre di Siena

Sito della rivista online “Murlo Cultura”, 4/2007

Sito della rivista online “Murlo Cultura”, 1/2008

Sito della rivista online “Murlo Cultura”, 5/2009

Note: Alla Pieve di San Fortunato veniva impropriamente attribuito il titolo di “Cattedrale”, perché quando i vescovi risiedevano nel Castello di Murlo, erano soliti celebrarvi la messa; anche la piazza antistante alla chiesa è chiamata “della Cattedrale”.

Autore scheda: Irene Sbrilli