Il territorio dell’Acropoli
Luogo: Piazza del Duomo, Via del Capitano, Piazza Postierla, chiesa di S. Pietro,Via del Poggio, Via di Città, via dei Percennesi, lato sinistro del Casato di Sotto – Siena
Contrada: Nobile Contrada dell’Aquila
Data/periodo: Dal secolo XI
Descrizione: Il territorio della Nobile Contrada dell’Aquila è quello dell’Acropoli, definizione data da Cesare Brandi, grande storico dell’arte e aquilino, all’area del Duomo. E che noi ci permettiamo di estendere alla zona circostante, da Via del Capitano alla Postierla, dalla chiesa di S. Pietro a Via del Poggio, da Via di Città alla pendice dei Percennesi fino al lato sinistro del Casato di Sotto.
Un territorio quanto mai ricco di case torri – le più possenti, quelle dei Marescotti e dei Forteguerri –, di edifici gotici – i palazzi Chigi, Marsili, Bonsignori, del Capitano, del Rettore del Santa Maria della Scala –, di gioielli architettonici del Quattrocento e del Cinquecento – il palazzo delle Papesse, il palazzo Piccolomini- Adami alla Postierla –, che dunque accoglie e conserva in sé uno straordinario campionario dell’architettura senese fra i secoli XI e XVI, delle sue stratificazioni e delle sue reinterpretazioni in epoche successive.
Come in ogni acropoli vi si trovano i principali luoghi della fede, del potere religioso, del governo statale, della pietà e della salute, della conservazione dell’arte e della memoria.
Per le caratteristica appena dette, difetta invece dell’elemento essenziale della vita contradaiola che è il rione.
Capace di costruire macchine come quella che, nel 1536, accolse l’imperatore Carlo V in visita alla città, e di dar vita a magnifiche sfilate fino a quando le famiglie nobiliari, che si raccoglievano sotto la sua insegna, furono in grado di schierare in Piazza del Campo decine di cavalieri riccamente abbigliati nelle loro gialle livree, l’Aquila ha storicamente patito la scarsità di una componente popolare legata alla residenza.
La sua natura è pertanto del tutto peculiare. Fin dal momento in cui, agli inizi del Settecento, ricomparve dopo quasi un secolo di assenza dal Campo, vive come atto di volontà dei suoi contradaioli. E ciò non l’ha resa, né la rende, meno compatta, anzi.
Nell’amalgama fra vita quotidiana nel territorio e libera scelta che è proprio di tutte le Contrade, per l’Aquila ha prevalso la seconda. Cosicché, anche oggi non è tanto la quotidianità rionale a determinare la Contrada, quando la Contrada e il suo spirito a rendere vive e presenti la definizione del rione e la gelosa cura dei suoi confini.
Autore scheda: Nobile Contrada dell’Aquila, Alessandro Orlandini
Lascia un Commento
Vuoi partecipare alla discussione?Fornisci il tuo contributo!