Pieve di Sant’ Agnese in Chianti – Castellina in Chianti
Luogo: Località Sant’Agnese in Chianti
Comune: Castellina in Chianti
Descrizione: La chiesa di Sant’Agnese risulta come una tra le più antiche e importanti del Chianti.
Trovandosi nella parte più settentrionale della Diocesi senese, vicino al confine col contado di Firenze, la pieve fu per anni oggetto di aspre contese tra le due repubbliche. A testimonianza della sua antichità si hanno memorie fin dal 1046, quando appare citata in una carta della Badia a Passignano. All’epoca, la chiesa apparteneva alla diocesi di Siena, che nel 1056 vi concesse la fondazione di una piccola comunità di canonici, la quale dai documenti risultava ancora attiva nel 1225. L’importanza della chiesa è testimoniata anche dalla nuova consacrazione della pieve nel 1140, alla presenza del Vescovo di Pistoia e del Vescovo di Siena.
Nel 1155, all’epoca della fondazione di Podium Bonitii in territorio fiorentino da parte dei Conti Guidi, l’inclusione di Sant’Agnese nel distretto della città portò a un conflitto di competenze tra la diocesi senese e quella fiorentina, al quale pose termine la bolla di papa Alessandro III del 1189, che confermava all’episcopato senese la giurisdizione sulla pieve.
La disputa territoriale ebbe un seguito in occasione del ben noto “lodo di Poggibonsi”, un accordo sui confini tra Firenze e Siena del 1203, con il quale la pieve di Sant’Agnese veniva posta nuovamente sotto il contado fiorentino e che forzò i senesi a ricorrere a papa Gregorio IX per riottenerne l’assegnazione nel 1230. Probabilmente nel XIII secolo, come accadde anche per la Pieve di San Polo in Rosso, la pieve fu munita di opere di difesa, oggi solo parzialmente conservate, tra le quali svetta un poderoso torrione a pianta rettangolare posto a sinistra dietro la chiesa. Secondo una tradizione orale non comprovata, tale fortilizio venne realizzato intorno al 1400 dagli Squarcialupi, che possedevano vasti domini nel Chianti.
Nel 1378, come si apprende dalla lapide murata alla base, venne irrobustita la ragguardevole torre campanaria, anch’essa parte delle fortificazioni, dall’allora pievano Andrea Neri da San Donato in Poggio. Essa conserva ancora alla base la poderosa scarpatura e per circa metà della sua altezza è ancora presente il paramento murario originale, costituito da bozze di alberese; a metà del tronco si apre una finestra architravata.
Nel XVII secolo, a causa di un terremoto, il campanile franò per circa metà della sua altezza. Ulteriori, gravissimi danni si ebbero durante la Seconda Guerra mondiale, dopo la quale si dovette praticamente ricostruire quasi tutta la chiesa e il complesso annesso.
All’attuale edificio si appoggia sul fianco nord la cappella della compagnia laicale, mentre la canonica, situata dalla parte opposta, oggi ospita una casa di riposo per anziani. Il portale di ingresso è sovrastato da una lunetta con un rilievo raffigurante Sant’Agnese. La parte esposta a sud è l’unica a presentare ancora il paramento in alberese originale. Grazie al recupero delle pietre antiche, sono state ricostruite anche due monofore a doppia strombatura e il portale laterale che, nell’architrave, presenta delle decorazioni a rosette a quattro o più punte, tipiche della Val d’Elsa, e una croce greca.
Le tre absidi semicircolari, una per ogni navata, sono visibili anche dall’esterno: spicca per la sua particolarità la triplice apertura dell’abside centrale, la maggiore, che ha nel suo corpo tre monofore centinate a tutto sesto e a doppio strombo, mentre sulle absidi laterali vi è una piccola finestra architravata a doppio strombo.
L’impianto della chiesa è a tre navate, divise da cinque arcate poggianti su pilastri a sezione quadrata, ad eccezione dei due più vicini all’altare, che sono di forma circolare. La zona presbiteriale è rialzata su due gradini, mentre l’inusuale obliquità della facciata rispetto alle navate viene compensata da una minuscola arcata in più, a ridosso della controfacciata sulla destra.
Nella parte alta della navata centrale, più elevata rispetto a quelle laterali, si apre una serie di finestrelle a doppio strombo e altre due aperture sono visibili nella parete della navata destra. All’interno, l’unico elemento decorativo antico sopravvissuto è un capitello posto su una colonna sulla destra, vicino all’altare; va sottolineata anche la presenza di un tabernacolo cinquecentesco con stemma Squarcialupi, a sinistra dell’altare.
L’attuale arredo della chiesa consta di una riproduzione di un crocifisso duecentesco, sospeso sopra l’altare maggiore, di alcune statuette devozionali, di un busto di San Pio da Pietrelcina, firmato “M. Sabatell ’99”, di un leggio e di un’acquasantiera in pietra firmati “Ivo Bartalini 1980”.
È pertinente alla chiesa una Madonna col Bambino e santi di Bicci di Lorenzo, attualmente non esposta.
Bibliografia:
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Fonti:
Scheda ICCD di riferimento: ASBAP Si e Gr: scheda di catalogo n. 00186763 (compilata da M. Vivi)
Autore scheda: Michele Occhioni
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