La fine della mezzadria

Luogo: Chianti

Comune: Radda in Chianti, Castellina in Chianti, Gaiole in Chianti, Castelnuovo Berardenga

Data/periodo: Seconda metà del Novecento

Descrizione: A un certo punto, anche se i segnali di crisi erano evidenti da tempo, la mezzadria finisce. Siamo nella seconda metà degli anni Cinquanta, gli anni del boom economico, del miracolo italiano, ossia gli anni della ricostruzione, dell’urbanizzazione, della nascita dei consumi di massa. Il Lodo de Gasperi del 1947 e le modifiche relative alle agevolazioni tributarie del 1954 sono un segnale che i tempi stanno cambiando, i proprietari terrieri non hanno più convenienza a mantenere i poderi a mezzadria; molti vendono, alcuni ai propri mezzadri che, con tassi agevolati, comprano; altri riqualificano e trasformano intere unità poderali; altri ancora abbandonano, lasciando un paesaggio di ruderi agricoli che solo diversi anni dopo verranno riscoperti e ristrutturati.

I contadini non vogliono più lavorare la terra, il fascino della cultura di massa seduce e chiede un cambiamento di status: il mezzadro, il contadino, nella nuova società dei consumi, sembra non essere un buon partito. Le donne di campagna, infatti, sognano di sposarsi fuori, non vogliono un contadino per marito, desiderano entrare a pieno titolo in quel mondo che si intravede nelle prime televisioni, nei giornali, che si può immaginare nei discorsi fatti alla radio.

Nascono nuovi bisogni e nuove ambizioni, il superfluo comincia a essere alla portata di molti. Così i contadini si trasformano in operai, vanno a lavorare nelle fabbriche o a fare i muratori, si trasferiscono a vivere nei quartieri popolari delle piccole città, abbandonando definitivamente le campagne. Qualcuno va a fare il cameriere. Fanno la loro comparsa la lambretta e il gabbiano, oggetti del desiderio di una generazione di giovani che non si riconosce più nel mondo dei padri, e di giovani donne che non vogliono ripetere la vita delle loro madri.

Nelle città non sempre è facile ricavarsi il proprio spazio, le differenze con la campagna sono tante, in primo luogo di carattere sociale. Il cittadino, il borghese guarda con diffidenza questo nuovo soggetto sociale che si appresta a divenire la nuova classe popolare. Il contadino, o meglio l’ex-contadino, cerca di adeguarsi a nuovi modelli sociali, ma spesso viene identificato come parvenu, chiamato con l’appellativo di “contadino rivestito”. Il miracolo italiano, il bisogno di ricominciare dopo la guerra e la Resistenza spazzano via il mondo mezzadrile, ormai insostenibile, tanto che i primi figli di contadini si vergognano delle proprie origini e dei propri padri. Solo dopo molti anni, quando la mezzadria sarà solo un ricordo da nonni, ai nipoti sarà concesso di ricordarla con la nostalgia che si deve a un oggetto irrimediabilmente perduto.

Bibliografia:

Solinas P. G., L’acqua strangia. Il declino della parentela nella società complessa, Milano, Franco Angeli, 2004

Video:

Intervista a Pier Giorgio Solinas raccolta da Valentina Lusini e Pietro Meloni a Siena l’8 maggio 2013

Autore scheda: Pietro Meloni

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