Il Sangiovese

Luogo: Chianti

Comune: Radda in Chianti, Castellina in Chianti, Gaiole in Chianti, Castelnuovo Berardenga

Data/periodo: Lo si vuole conosciuto fin dagli Etruschi, anche se notizie storiche precise su questo vitigno risalgono al XV-XVI secolo

Descrizione: Come ricorda Hohnerlein-Buchinger, il Sangiovese appartiene alle “viti classiche” della Toscana, dove trova la sua origine, nello specifico tra le montagne dell’Appennino tosco-emiliano.

Le notizie scritte più antiche ne datano la coltivazione con certezza tra il XV e il XVI secolo e testimoniano la presenza del vitigno anche in Emilia Romagna, in Umbria e in Puglia.

In Toscana, il Sangiovese è considerato uno dei migliori vitigni, mentre in altre regioni la qualità può variare molto. Ne esistono diversi cloni, ma i più importanti sono il “Sangiovese grosso” – a cui appartengono il Brunello, il Prugnolo gentile (dal quale si produce il Nobile di Montepulciano) e il Sangiovese di Greve in Chianti – e il “Sangiovese piccolo”.

Le caratteristiche ampelografiche del Sangiovese ci presentano una pianta con foglia media pentagonale che produce un grappolo piramidale di medie dimensioni, mentre l’acino è di colore nero-violaceo. Gli aromi del Sangiovese sono di solito orientati ai frutti rossi: amarene, ciliegie, ribes, mirtilli, more; talvolta sono presenti anche note floreali, solitamente di violetta e di rosa; non mancano, nel caso di barrique in botti di legno, le note speziate composte da liquirizia e vaniglia.

Dal Sangiovese si ottengono vini importanti come il Brunello, il Chianti e il Chianti Classico. I vini prodotti da queste uve sono predisposti all’invecchiamento, grazie anche all’alta acidità totale del Sangiovese.

Data la sua grande diffusione sul territorio italiano, non è possibile parlare di un unico tipo di Sangiovese, perché nel corso dei secoli si è diversificato in numerosi cloni. Così si può ottenere dallo stesso vitigno un vino da tavola di poco pregio e, allo stesso tempo, un vino di grande struttura e qualità, frutto di lunghi studi e selezioni di uve. Ovviamente il territorio gioca un ruolo fondamentale nella qualità del vitigno e, di conseguenza, nella qualità del vino che viene prodotto. La specificità della zona di Montalcino, a esempio, si è specializzata a tal punto da essere divenuta unica per la produzione del Brunello. Anche il Chianti offre un terroir particolarmente favorevole alla coltivazione del Sangiovese. In questo territorio, inoltre, si porta avanti da diverso tempo una selezione delle varietà di uve, importante per la diversificazione e l’individuazione dei migliori cloni di Sangiovese. Giova ricordare che molti studi in questa direzione furono compiuti anche dal barone Bettino Ricasoli.

Bibliografia:

Ciuffoletti Z., Alla ricerca del “vino perfetto”. Il chianti del barone di Brolio. Ricasoli e il risorgimento vitivinicolo italiano, Firenze, Olschki, 2009

Hohnerlein-Buchinger Th., Per un sublessico vitivinicolo: la storia materiale e linguistica di alcuni nomi di viti e di vini, Tubingen, Max Niemeyer Verlag GmBH, 1996

Redi F., Bacco in Toscana, Pisa, Piero Matini, 1691

Sangiorgi S., L’invenzione della gioia. Educarsi al vino: sogno, civiltà, linguaggio, Roma, Porthos, 2011

Scaccheri A., (a cura di) Vino e territorio. Tipicità del vino e gusti del consumatore, Milano, Angeli, 2010

Sicheri G., Imbottigliamento e conservazione del vino. Tutti i segreti per allungarne la vita e migliorarne la qualità, Milano, Hoepli, 1997

Stopani R., I tre Chianti: il Chianti geografico, il Chianti storico, il Chianti enologico, San Casciano Val di Pesa (FI), Centro di Studi Storici Chiantigiani, 2010

Note: Secondo alcuni storici, il Sangiovese sarebbe stato impiegato sin dall’epoca romana, tanto che la radice del nome sarebbe da ricondursi all’espressione “sangue di Giove”.

Autore scheda: Pietro Meloni

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