Tipi di uva nel Chianti

Luogo: Chianti

Comune: Radda in Chianti, Castellina in Chianti, Gaiole in Chianti, Castelnuovo Berardenga

Data/periodo: Dal VI sec a.C.

Descrizione: Il Chianti è terra ricca di grande varietà vinicola, anche se (come in gran parte dell’Italia centrale) il vitigno più diffuso nell’area senese è il Sangiovese.

Il Sangiovese è un vitigno antico. In Toscana si distinguono le seguenti varietà: il Prugnolo Gentile, che viene coltivato soprattutto nell’area di Montepulciano, il Sangiovese Piccolo e il Sangiovese Grosso, che invece si usa per produrre il Brunello.

Il Sangiovese si caratterizza per la compattezza dei grappoli, particolarmente resistenti alle malattie; gli acini sono allungati e di medie dimensioni. Predilige – e anche per questo motivo dà il meglio in Toscana – i terreni argillosi e calcarei, molto diffusi tra l’area chiantigiana senese e quella delle crete, che gli garantiscono anche un’alta acidità totale, requisito fondamentale dei grandi vini da invecchiamento.

Se il Sangiovese è il vitigno autoctono più diffuso nel Chianti, altri tipi di uve ricoprono comunque un ruolo importante nella produzione vinicola della zona. Viene coltivato, in particolare, il Canaiolo, che produce un’uva dal grappolo medio e conico e dalla buccia sottile, dal sapore particolarmente dolce. Il barone Bettino Ricasoli, al quale si deve la prima “formula” del Chianti, lo utilizzò per addolcire il Sangiovese e rendere il vino più fruttato e morbido.

Tra i vitigni di uve bianche, invece, due sono di particolare importanza, utilizzati per la produzione di Chianti Classico fino a tempi recenti: il Trebbiano e la Malvasia bianca lunga del Chianti. Entrambe queste uve vennero usate da Bettino Ricasoli nella produzione del suo Chianti: la Malvasia, in particolare, viene menzionata nella lettera, contenente la prima formulazione scritta della composizione del pregiato vino, che il barone inviò nel 1872 al suo amico professore, Cesare Studiati.

Esistono poi vitigni meno noti, che di recente sono stati riscoperti e impiegati nella produzione enologica, in un progetto di valorizzazione della varietà vitivinicola locale. Il Colorino, a esempio, è un vitigno a bacca rossa autoctono, che oggi viene spesso usato insieme alle altre uve rosse che compongono il Chianti Classico. Il Foglia Tonda, poi, è un altro vitigno autoctono, diffuso in particolar modo nelle zone di Arceno (nel comune di Castelnuovo Berardenga) e di Brolio (nella tenuta della famiglia Ricasoli presso Gaiole in Chianti).

Lo Chardonnay, invece, lo troviamo più spesso a Radda, dove si produce un ottimo bianco IGT. Vengono infine coltivate varietà straniere, come il Merlot e il Cabernet Sauvignon che, in piccole percentuali, vengono utilizzate nella produzione del Chianti.

Autore scheda: Pietro Meloni

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