Il brigante Basilocco

Luogo: Monticiano

Comune: Monticiano

Settore di riferimento: Personaggio locale

Data/periodo: Basilocco nacque a Monticiano il 12 Marzo 1876; morì per mano dei carabinieri il 15 febbraio 1904

Descrizione: Antonio Magrini, noto come Basilocco, era un brigante. La sua storia è narrata in varie cronache e in un volumetto di Leonardo Calossi, vivace narratore della vita monticianese, che fa riferimento alle testimonianze orali e ai pochi documenti esistenti.

Antonio Magrini nacque a Monticiano nel 1876 in una famiglia molto povera. Il padre era un uomo poco avvezzo al lavoro e, quando ne ebbe l’occasione, lasciò i figli e la moglie per un’altra donna. Il giovane Antonio cominciò a lavorare da bambino come pastore presso una casa di contadini, poi si dedicò al taglio del bosco, il lavoro più diffuso in paese.
Le difficoltà economiche lo spinsero a cercare lavoro in altri luoghi e perfino all’estero (Francia), dove si spostò per alcuni mesi finché non fu assunto in una miniera metallifera nel grossetano, a Campiglia Marittima. Un giorno però, insieme ad altri operai, venne licenziato. La responsabilità del licenziamento fu attribuita ad un sorvegliante della miniera, al quale gli operai decisero di dare una lezione. La situazione degenerò e il sorvegliante rimase ucciso, non si sa esattamente per mano di chi. In ogni modo, il Magrini si accusò dell’omicidio, si dice per salvare il vero autore del gesto, un povero padre di famiglia.
Nacque così Basilocco.

Ricercato dalle forze dell’ordine, passò il resto della propria vita a nascondersi tra i boschi di Monticiano e della Maremma, vivendo di ricatti ed estorsioni. Ciò nonostante, le storie di paese lo dipingono come “brigante buono”, una persona schiva che rimarrà, per la sua breve esistenza, sempre legata a Monticiano e ai boschi circostanti. Si racconta ad esempio che nei primi anni del secolo scorso, durante il “festone” (la festa dedicata al Beato Antonio Patrizi, patrono di Monticiano), Basilocco andò a nascondersi tra le fronde del Bacoco, il grande cipresso nella piazza del paese, e lì rimase tutto il giorno a godersi i festeggiamenti. Si narra anche che avesse l’abitudine di frequentare alcune famiglie contadine, una nel massetano, verso il lago dell’Accesa, dove era sempre ben accolto.

Anche a casa del colono Gildo Pecorini, abitante al podere Serratina, nella tenuta di Peruzzo in frazione di Roccatederighi (comune di Roccastrada), il Magrini andava di tanto in tanto a giocare a carte.
Lì, una sera di febbraio del 1904, Basilocco si fermò per ristorarsi e mangiare. Nella cucina della casa colonica, fu sorpreso dai carabinieri. Quando si accorse di essere scoperto, cercò di aprirsi il passo sparando contro i gendarmi vari colpi di rivoltella, ma questi risposero uccidendolo.
Le circostanze della morte del brigante non sono del tutto chiare.

Non si sa esattamente chi avesse informato i carabinieri della sua presenza nella fattoria (forse lo stesso Gildo Pecorini, per intascare la taglia che pendeva sulla sua testa), né si sa con certezza se siano stati davvero i carabinieri a porre fine alla vita del brigante. L’unica cosa certa è che Basilocco fu ucciso la sera del 15 febbraio 1904, a soli 28 anni.

Bibliografia:

Calossi L., Il brigante Basilocco di Monticiano, Siena, Cantagalli, 1996

Calossi L., Monticiano Tant’anni fa. Vita di paese, Siena, Cantagalli, 1998

Cavoli A., Briganti in Maremma: storia e leggenda, Firenze, Tellini, 1983

Cavoli A., Maremma amara. Dagli etruschi ai briganti. Storia, curiosità, folklore, Viterbo, Scipioni, 1996

Documenti:

Calossi-Basilocco.pdf

Autore scheda: Pietro Meloni

 

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