Il fungaiolo

Luogo: Scalvaia (ogni fungàiolo tiene per sé il luogo dove andare a cercare i funghi…)

Comune: Monticiano

Descrizione: Monticiano è luogo noto per i funghi. La qualità dei boschi, soprattutto di lecci e castagni, garantiscono quel sottobosco ideale per la nascita di quelli più pregiati: i porcini e gli ovoli, che nel senese si chiamano anche cucchi. Sono questi i funghi più ricercati, sia perché di ottimo sapore, sia perché più facili da commerciare rispetto ad altre varietà meno note.
In effetti, soprattutto in passato, la ricerca dei funghi ha rappresentato anche una discreta fonte di guadagno. Giancarlo Magnani ricorda che, nei giorni della fungàta, alla fine di una giornata di raccolta si organizzava una sorta di mercato, dove i principali compratori erano un commerciante senese, il Gambelli, e una signora soprannominata “la fungaia di Genova”.

I funghi hanno rappresentato (e rappresentano ancora oggi) un elemento particolarmente importante nella strutturazione di relazioni sociali. La loro ricerca è soprattutto una passione, che specialmente in passato coinvolgeva l’intero paese, dai grandi ai piccini.
La raccolta dei funghi si fonda su una serie di competenze tecniche e di saperi che gli abitanti del posto condividono. Un adeguato periodo di pioggia, seguito da un periodo di sole non inferiore alle due settimane, è la condizione minima per la ricerca dei funghi. I primi esemplari trovati vengono spesso analizzati per capire se sarà una buona stagione, magari una di quelle di cui si parlerà in paese per lungo tempo e che verrà ricordata come fungàta. La nascita di funghi da un unico ceppo, ad esempio, è segno di un’annata sicuramente ottima. Magnani ricorda che le domande sui primi funghi trovati erano solitamente: Sono sani e venienti o brutti e mangiucati? Sono soli o accompagnati? Sono nati a bacìo o a solatìo? Al pulito o sotto i bràntoli? Nel bosco è poi necessario camminare piano (gli inesperti spesso calpestano inavvertitamente i funghi), saper inquadrare e guardare con attenzione le porzioni di terreno, ricordare la direzione del vento dei giorni precedenti, così da sapere la direzione delle spore nel caso in cui venga trovato un fungo.

Alle tecniche si uniscono i segreti dei luoghi, che nessun fungaiòlo che si rispetti condivide con gli altri, nemmeno con i propri amici. Così, nonostante i funghi siano ancor oggi uno degli argomenti principali nelle chiacchiere al bar, le persone sono sempre circospette e forniscono informazioni vaghe sui luoghi che frequentano in cerca di questi preziosi prodotti del bosco.
Ci sono infine le “buone maniere”, quelle regole non scritte che tutti conoscono e che rappresentano un modello di comportamento, da osservare soprattutto quando si va in cerca di funghi insieme ad altri. Non bisogna ad esempio parlare troppo né a voce troppo alta, perché la ricerca di funghi si svolge in silenzio, in ascolto della natura. I fungàioli non sopportano che qualcuno gli stia troppo vicino o, peggio, che trovi un fungo nelle sue vicinanze. Come dice il Magnani, queste sono regole “naturali”, incorporate in un habitus che gli abitanti del posto acquisiscono fin da bambini.

Bibliografia:

Calossi L., Monticiano Tant’anni fa. Vita di paese, Siena, Cantagalli, 1998

Magnani G., Quando Scalvaia era davvero un paese. I miei ricordi, Siena, Betti, 2010

Muscò D. (a cura di), Le mappe di comunità della biodiversità in Val di Merse, Monteriggioni, Associazione La Collina, 2009

Documenti:

Calossi-sui-funghi

Magnani-La-magia-dei-funghi-01

Magnani-La-magia-dei-funghi-02

Autore scheda: Pietro Meloni

 

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