Fosso La Bolza a Tocchi – Monticiano

Luogo: Riserva Naturale Statale Biogenetica di Tocchi

Comune: Monticiano

Descrizione Il Fosso de La Bolza, che fa parte del bacino idrografico del fiume Merse, si trova all’interno della riserva biogenetica Naturale di Tocchi, nel Comune di Monticiano, istituita nel 1977 e tutelata dal Corpo Forestale dello Stato.
La riserva si estende per circa 571 ettari dalla confluenza del torrente Gonna nel fiume Merse fino a Poggio Fontanelle ad un’altitudine compresa tra i 250 e i 500 metri sul livello del mare.
La formazione geologica affiorante della riserva fa parte del gruppo del Verrucano triassico (circa 250 milioni di anni fa): si tratta di sporadici affioramenti di rocce sedimentarie e della “formazione di Tocchi”, una breccia ad elementi di calcare cavernoso con frammenti di scisti grigio-verdi.
Il bioclima della riserva è di tipo temperato oceanico, con ombrotipo umido e termotipo collinare o mesomediterraneo. La vegetazione potenziale è rappresentata dai boschi misti decidui riferibili ai Quercetalia pubescenti-petraeae (Landi, Saveri 2006). Alcuni fattori propri dell’area della Bolza, quali l’azione mitigatrice dei corsi d’acqua e la morfologia del territorio che protegge tutta l’area dai venti, hanno contribuito alla formazione di un microclima peculiare caratterizzato da un’elevata umidità edafica.

Gli habitat particolari del Fosso della Bolza sono stati studiati nell’ambito del progetto Life promosso dal Corpo Forestale dello Stato e dall’Università degli Studi di Siena.
Lo strato arboreo-arbustivo è costituito da boschi igrofili caratterizzati dalla dominanza di ontani neri (Alnus glutinosa). Nelle zone di risorgiva, caratterizzate dalla presenza di acque di falda friatica, si trovano la felce florida (Osmunda regalis L.) e gli sfagni (Sphagnum subnitens e S. capillifolium): specie rare, sopravvissute alle glaciazioni del quaternario, che possono convivere nello stesso luogo grazie al microclima e all’azione termoregolatrice delle acque. Nello stesso ambiente, più comune e diffuso, l’agrifoglio e, tra le specie arboreo-arbustive, la frangola (Frangula alnus) e il salicine (Salix cinerea). Da segnalare, inoltre, la presenza di una specie erbacea igrofila rara, il Blechnum spicant, e altre specie come il Phragmites australis, la Molinia arundinacea, la Lysimachia vulgaris, la Carex remota, la C. pallescens e la C. virudula. Inoltre, il raro giunco Juncus bulbosus (Landi, Saveri 2006).

Al di sopra dell’ambiente di risorgiva, si trovano specie mesofite come la felce aquilina (Pteridium aquilinum), il castagno (Castanea sativa) e il pioppo tremulo (Populus tremula).
Lungo i corsi d’acqua si trovano gli ambienti riparili con ontano nero e nocciolo. Sempre lungo le sponde, alla confluenza con il torrente Gonna, prevale il salice rosso (Salix purpurea), il sambuco (Sambucus nigra), l’acacia (Robinia pseudoacacia), il rovo (Rubus ulmifolius), insieme a piante rampicanti come la vitalba (Clematis vitalba) e la dulcamara (Solanum dulcamara).
Lungo i terrazzi fluviali si trovano boschi mesoigrofili con cerro, rovere e carpino bianco, tipici di suoli acidi. Tra i 250 e i 400 metri di quota si trova anche il faggio (Fagus sylvatica), raro a queste altitudini. La particolare condizione ecologica consente infatti la formazione di una vegetazione con specie di norma tipiche di ambienti montani e submontani. Tra le specie erbacee, si trova l’Erythronium dens canis, inserito nella Lista Rossa Regionale come specie vulnerabile (Landi, Saveri 2006).

Le tipologie di fauna presenti sono tipiche di ambienti boscati. Tra i coleotteri, assai frequenti tra le fronde delle querce sono il cervo volante e il Calosoma sycophanta, mentre tra le specie di farfalle troviamo la Boloria dia, piuttosto rara in Italia centrale. Nidificano nella riserva due rapaci: il falco pecchiaiolo e il biancone. Di frequente si possono vedere l’allocco e lo sparviero.
Nei terreni a brugo ed erica si trovano l’occhiocotto e in particolare la magnanina (Sylvia undata), specie in progressiva diminuzione a causa della scomparsa degli habitat di riproduzione.
I mammiferi sono rappresentati dalle specie forestali (ghiro, scoiattolo, istrice, tasso, volpe e faina). Nell’area sono presenti anche la martora, poco comune nell’Italia centrale, e il gatto selvatico, specie ora protetta. La puzzola è, invece, l’unico mammifero presente in questo habitat in modo costante, insieme agli ungulati (cinghiale e capriolo). Tra i serpenti, il biacco è il più comune.

Di particolare rilievo scientifico è, infine, la presenza del gambero di fiume, della salamandrina dagli occhiali, la cui diffusione risulta in tutta Italia in diminuzione a causa dell’inquinamento, e della biscia tassellata, presente nel tratto inferiore del Fosso. La rana dalmatina sfrutta le acque della Bolza per deporre le uova.

Bibliografia:

AA.VV., Val di Merse. Casole d’Elsa, Chiusdino, Monticiano, Murlo, Radicondoli, Sovicille, Firenze, Aska edizioni, 2005, pp. 9-19

Landi M. e Saveri C. (a cura di), L’ambiente naturale del fosso La Bolza. Riserva Naturale Biogenetica di Tocchi, Corpo Forestale dello Stato, Ufficio Territoriale per la Biodiversità, Siena, Ed. Il Leccio, 2006

Muscò D. (a cura di), Le mappe di comunità della biodiversità in Val di Merse, Monteriggioni, Associazione La Collina, 2009, pp. 95-117

Nonis D., I mammiferi del “Farma-Merse” e le loro tracce, Siena, Tipografia S. Giovanni, 1994

Autore scheda: Emanuela Cerioli

 

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