Bagni di Macereto – Murlo

Luogo: Località Macereto

Comune: Murlo

Denominazione: Bagni di Macereto, Bagni di Filetto, Bagni del Doccio

Data/periodo: Si ritiene che il Bagno di Macereto esisteva già in periodo romano, poiché sono state ritrovate medaglie del III sec. d. C. Le terme sono rimaste in funzione fino al Cinquecento, nel secolo successivo sono ricordate  già come ruderi

Descrizione: Macereto ha dato il nome al ponte che attraversa il fiume Merse sulla vecchia strada Regia Grossetana, poco lontano dal Casolare “il Doccio” e dall’Osteria di Filetta. Nei pressi del ponte, nel punto in cui scaturisce l’acqua solfurea dal terreno, esisteva un bagno termale già nel III secolo, poiché sono state ritrovate medaglie e monete con l’effige di Gordiano, che fu imperatore dal 238 al 244 d. C. Il Benvoglienti riteneva che i Bagni di Macereto fossero quelli che Cicerone chiamò Balnea Senia.

Storicamente, la Repubblica di Siena, prima di venire in possesso dei Bagni di San Casciano, ebbe molti interessi verso i Bagni di Macereto che, nonostante le acque fossero meno ricche rispetto a quelle di Petriolo, furono restaurati nel 1273. Nel XII secolo il bagno era molto frequentato, nei pressi delle terme esisteva un piccolo ospedale intitolato a San Jacopo che doveva servire da alloggio e da luogo di cure per i bagnanti. Nel 1300 il governo senese fece ritrovare e riallacciare le vene deviate del torrente di acqua termale a Macereto e in quel luogo, nel 1335 fu costruita una fonte.
A Macereto vi fecero visita Enrico VII nell’agosto del 1313 e Piero de’ Medici nel 1455. In una lettera del 1° Maggio di quell’anno Piero, detto non a caso il Gottoso, ricorda che si era recato alle terme con il piccolo figlio Lorenzo, che poi sarà soprannominato il Magnifico, per curarsi dalla gotta, la malattia articolare di cui soffrivano molti appartenenti alla famiglia de’ Medici. Lo scritto di Piero de’ Medici fa luce anche sulle frequentazioni dei Bagni che non erano soltanto luogo di cure, ma anche luogo per socializzare, si legge che tra un bagno e l’altro si passava il tempo con giochi in cui si rifletteva il grado sociale dei bagnanti, il giovane rampollo di casa Medici per esempio fu eletto Signore dei Bagni al quale venivano donate leccornie di ogni tipo. Nel 1459 Papa Pio II si fermò ai Bagni di Macereto, che dopo poco più di un secolo furono abbandonati.

L’acqua di Macereto si caratterizza per il contenuto di acido carbonico e idrogeno solforato, e per la temperatura alla sorgente di 34°C. Nel 1870 l’acqua di Macereto veniva ricordata: “limpida, acidetta e inodora appena attinta; s’intorbida col riposo, e si altera alquanto di sapore, comunicandole un odore leggermente solforoso, in guisa che essa, decomponendosi all’aria libera, deposita un sedimento di zolfo misto al calcareo concrezionato. Da questa specie di travertino trovasi coperto non solamente il cratere, ma a qualche distanza intorno anche il sottostante suolo, che spetta a una roccia calcarea cellulosa traversata da filoni di spato cristallino, e da vene di zolfo”. Secondo questa descrizione si spiegano gli affioramenti di solfato di calce, le cosiddette gessaie che si affacciano come scogliere a poca distanza dalla strada che collega Siena a Grosseto.
Negli scritti dell’Ottocento, nonostante i bagni non esistessero più, si ricorda che gli abitanti della Val di Merse erano soliti immergersi nelle acque dei bagni di Macereto per alleviare dolori reumatici ed artritici, ma più che altro per mali cutanei.

Bibliografia:

Gigli G., Diario Senese, opera di Girolamo Gigli nel quale si veggono alla giornata tutti gli avvenimenti più ragguardevoli spettanti sia allo spirituale si al temporale della città e stato di Siena, II ed., Siena, Tipografia dell’Ancora di Landi e Alessandri, 1854

Giuli G., Lo stato antico e presente dei Bagni di Macereto, Lo stato antico e presente dei bagni di Macereto presso Siena e nuova analisi delle sue sorgenti coll’indicazione dell’uso medicinale delle medesime, Siena, Onorato Porri, 1840

Marieni L., Notizie sulle acque minerali del regno d’Italia e dei paesi limitrofi, Milano, Vallardi Editore, 1870

Perone A., Dizionario universale topografico storico fisico-chimico terapeutico delle acque minerali e delle precipue mofette e fumane di terreni evaporanti, ed emettenti fango, fino ad ora conosciute in tutte le province italiane, Napoli, Tipografia Angelo Trani, 1870

Piras A., La Toscana del Boccaccio, Itinerari culturali nel paesaggio toscano attraverso il Decameron, Milano, Ledizioni, 2013

Zuccagni Orlandini A., Ricerche statistiche sul Granducato di Toscana raccolte e ordinate da Attilio Zuccagni Orlandini segretario capo della sezione ministeriale dello stato civile e della statistica generale, vol. III,  Firenze, Tipografia Tofani, 1852

Documenti:

Romagnoli E., Vedute dei contorni di Siena, Siena, Betti Editrice, 2000, p. 10

Fonti:

Romagnoli E., Vedute dei contorni di Siena, Siena, Betti Editrice, 2000, p. 10

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Note: Si dice che presso Macereto abbia avuto origine la celebre famiglia magnatizia de’ Ghigi, vicino ai Bagni hanno avuto poderi e possedimenti le più note famiglie senesi, tra cui i Conti d’Elci e i Tolomei di Siena. Delle antiche terme oggi non rimangono che i ruderi di una costruzione in pietra e laterizio, per metà avvolta dall’edera. In facciata si può vedere una lapide datata 1838, che riporta la seguente iscrizione “IL NOB. CIG. LEONIDA LANDUCCI NELLA MINOR ETA’ DEL C. BERNARDO TOLOMEI AMPLIO’ E TOLSE ALL’INDECENZA”.

Autore scheda: Irene Sbrilli