I ruderi di Petriolo

Luogo: Petriolo

Comune: Monticiano

Denominazione: Terme di Petriolo

Data/periodo: La prima attestazione della località di Petriolo risale al 1130, in una donazione ricevuta dai canonici di Siena, ma nel documento i bagni non sono ancora citati.
Nel giuramento di sottomissione dei conti Ardengheschi al Comune di Siena del 1202, compaiono anche alcune famiglie abitanti in questa località, che dunque faceva parte nel XII secolo dei domini comitali.
Le prime notizie dirette sui bagni risalgono al 1230 e nel 1250 i bagni appaiono già organizzati secondo un sistema di affitto delle stationes ai clienti, i cui canoni erano regolamentati dal Comune di Siena. Nel corso del Duecento si hanno notizie dell’esistenza di almeno cinque vasche, diversi ospizi ed almeno cinque chiese poste nelle vicinanze.
A partire dal 1292, i bagni erano disciplinati da un rettore nominato dal Podestà di Siena, secondo precisi ordinamenti economici e di polizia. Inoltre il Comune, nel corso del secolo, si occupò più volte di cercare nuove vene termali, costruire nuove vasche e restaurare le vecchie, nonché di mantenere efficiente la viabilità e regolamentare lo svolgimento del mercato che si teneva presso le terme. La gabella sui bagni di Petriolo, del resto, costituiva un notevole introito per le finanze senesi.
Nel corso del XIV secolo, l’insediamento svolse un ruolo importante nell’amministrazione del contado: dal 1330 i bagni furono sede di un distretto podestarile (che comprendeva anche i vicini bagni di Macereto) e in seguito di un vicariato.
Nel XIV e XV secolo, i bagni di Petriolo erano molto rinomati, furono luogo di soggiorno di personaggi illustri (tra i quali il pontefice Enea Silvio Piccolomini) e sono menzionati nei principali trattati medici tardomedievali. Per garantire la sicurezza dei bagni, sempre più minacciata da briganti e soldati di ventura, all’inizio del Quattrocento l’insediamento venne fortificato tramite la costruzione di una cinta muraria con quattro torri e tre porte.
Nel corso del secolo, lo stabilimento era ancora molto frequentato. Col tempo però subì la concorrenza di Bagno Vignoni e Bagni San Filippo, collocati sulla Via Francigena, e venne gradualmente abbandonato.
Intorno al 1550 i bagni risultano deserti e in rovina

Descrizione: I ruderi delle terme medievali si trovano lungo il torrente Farma, presso la confluenza del botro delle Caldanelle. Sul luogo resta gran parte della cinta muraria quadrangolare quattrocentesca, pressoché integra a parte alcuni tratti lungo la riva del Farma. La cinta ha forma trapezoidale, ha una porta d’accesso sul lato nord-est ed è fornita di torri angolari, due delle quali ora molto danneggiate.
L’unico edificio superstite delle antiche terme è diviso in due livelli: il livello più basso è costituito da un ampio porticato a quattro archi a tutto sesto sostenuti da grossi pilastri ottagonali con capitelli sagomati, all’interno del quale si trovano quattro locali in serie, coperti da volte a crociera, dove si trovano tre vasche uguali rettangolari dotate di scalini. Al livello superiore si trova una cappella.

Bibliografia:

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Approfondimenti:

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Fonti:

Scheda ICCD di riferimento (Crocifissione con dolenti): ASBAP Si e Gr: scheda inventariale n. 00384961 – ASBAP Si e Gr: scheda inventariale n. 00384962 – ASBAP Si e Gr: scheda inventariale n. 00384960

Autore scheda: Maria Elena Cortese

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