Fabio Bargagli Petrucci

Luogo: Via Vallerozzi – Siena

Contrada: Contrada della Lupa

Settore di riferimento: Storia

Data/periodo: Siena, 1875 – Roma, 1939

Descrizione: Il conte Fabio Bargagli Petrucci nacque il 13 febbraio 1875 da Pandolfo Petrucci ed Elena Pannilini Forteguerri, nobili famiglie senesi di antiche origini. Risulta uno dei più insigni lupaioli vissuti tra Ottocento e Novecento e, anche se personalmente non fu impegnato nella vita di contrada, ma piuttosto in ambito cittadino, fu il padre del capitano della Lupa Guidone, due volte vittorioso.

Questo illustre personaggio si formò culturalmente tra la fine del secolo XIX, con le sue crisi finanziarie e la nascita del nazionalismo, e gli inizi del nuovo secolo, con la nascita delle colonie del nuovo regno d’Italia; nella maturità visse la tragedia della prima guerra mondiale, cui partecipò, e poi il fascismo; durante il ventennio, fu nominato Podestà di Siena, ma prese delle posizioni autonome e distanti dal regime, a causa delle sue idee sulla gestione della grande banca senese, il Monte dei Paschi.

Il conte Fabio fu uomo erudito e colto, molto addentro alla vita culturale e politica cittadina dell’epoca ed autore di prestigiose pubblicazioni (impossibile non citare “Le Fonti di Siena e i loro acquedotti”). Dopo essersi laureato in Giurisprudenza, fu soprintendente dell’Istituto di Belle Arti, fu prima sindaco e poi podestà per oltre dieci anni. L’ideologia nazionalista, che abbracciò in giovane età, lo doveva portare, secondo le sue stesse parole, alla difesa del patrimonio artistico di Siena e del Senese. Partecipò attivamente alle vivaci discussioni in ambito nazionale sulla conservazione dei beni culturali e in un suo discorso del 1905 sosteneva per Siena: “il suo più grande museo è quello segnato dalla cerchia delle sue rosse mura; le sale più belle delle sue gallerie sono le chiese; nessun museo al mondo ha dei corridoi così meravigliosamente creati come le nostre vie, ha gli ingressi così trionfali come le porte della città nostra…”.

Leggendo oggi il testo di un altro suo intervento del 1905 si è colpiti dall’attualità di certe sue posizioni, per l’applicazione delle quali sono dovuti passare decenni e in qualche caso quasi un secolo “I locali dell’antico Ospedale Santa Maria della Scala, così vasti, così ariosi, così ornati di affreschi in ogni sala, sarebbero certamente sufficienti ad accogliere tutta la Pinacoteca e forse anche la Scuola d’Arte, mentre la Biblioteca potrebbe invadere pian piano anche tutto il palazzo dell’Istituto di Belle Arti e il Museo Civico formarsi nella sua sede naturale che è il palazzo della Signoria”.

Nel triennio 1905-1908 furono pubblicate per sua cura ben tre riviste, “Rassegna d’arte senese”, “Siena monumentale” e “Vita d’arte”, la più importante e longeva, diretta da lui e da Occhini, per un pubblico colto e raffinato, molto curata sia sotto il profilo grafico che nei contenuti. Di questo periodico uscirono ben settanta numeri, fino all’ottobre del 1913, e vi scrissero fra gli altri Giovanni Papini, Ardengo Soffici, Giuseppe Prezzolini, Margherita Sarfatti. La redazione della rivista era affiancata da un comitato composto da Benedetto Croce, Ugo Ojetti e Pasquale Villari, tanto per sottolineare come l’impegno culturale del conte Fabio Bargagli Petrucci, uno dei promotori della famosa Mostra dell’Antica Arte senese del 1904, fosse tutt’altro che provinciale. In seguito fu determinante nella concretizzazione di fondamentali opere cittadine, tra le quali il risanamento di Salicotto, la creazione dei nuovi quartieri di Valli e Ravacciano, la realizzazione dello stadio comunale e della nuova stazione, il ripristino del Cortile del Podestà. Ed ancora, il restauro delle antiche porte cittadine, l’istituzione del Preventorio antitubercolare, la creazione del Museo Civico e di quello archeologico, al quale donò la sua personale e preziosa collezione etrusca, e l’ampliamento della biblioteca.

Nel giugno 1935, inoltre, riuscì ad ottenere dal Ministero dell’Interno che la denominazione Palio fosse riservata soltanto “alle tradizionali manifestazioni che si svolgono in Siena”, per difendere l’originalità della nostra Festa dalle numerose imitazioni (Legnano, Asti, Ferrara) che per scopi esclusivamente turistici stavano fiorendo un po’ ovunque. Da ricordare, infine, che con la legge di riforma bancaria del 1936 il fascismo intese accentrare tutto il settore del credito, questo per Siena voleva dire la perdita della proprietà del Monte dei Paschi e Bargagli, incurante delle conseguenze personali e del categorico ordine del Duce di restare al suo posto, disinteressandosi dello Statuto della banca, si oppose con forza al regime e si dimise dalla carica di podestà, subendo per tale comportamento pesanti pressioni, minacce e ritorsioni.

Morì il 2 maggio 1939 a Roma, per una malattia ai reni. Al suo funerale a Siena, partecipò tutta la città, compresi gli avversari politici.

Bibliografia:

Catoni G., Il fiero Podestà. Fabio Bargagli Petrucci e il patrimonio di Siena, Siena, Fondazione Monte dei Paschi di Siena, 2010

Luchini L. (a cura di), Le pietre raccontano. Vallerozzi e dintorni, I Gemelli, Quaderno 9, Siena, Contrada della Lupa, 2013

Autore scheda: Contrada della Lupa, Donatella Ciampoli

0 commenti

Lascia un Commento

Vuoi partecipare alla discussione?
Fornisci il tuo contributo!

Lascia un commento