Necropoli di Bucciano – San Gimignano

Luogo: Località Racciano-Bucciano

Comune: San Gimignano

Data/periodo: Dalla seconda metà del IV sec. a.C al II sec. d.C.

Descrizione: Nel 1896 a Bucciano, nelle proprietà di Carlo Moggi, venne rinvenuta una tomba a camera a pianta rettangolare, che, nonostante le violazioni, restituì importanti elementi dei corredi relativi alle sepolture. Sono gli anni immediatamente successivi al fortunato ritrovamento della tomba del Calisna Śepu nella necropoli del Casone  a Monteriggioni (1893), ma il complesso non ebbe lo stesso ‘fortunato’ epilogo: infatti nonostante l’interessamento del direttore del Museo Civico e della Biblioteca Comunale, Ugo Nomi Venerosi Pesciolini, il complesso venne occultato per due anni ed i materiali recuperati furono visionati solo in parte: ad esempio alla Biblioteca di San Gimignano venne donata (9 giugno 1898) una fotografia della parure d’oro composta da orecchini ed anello con scaraboide (ancora oggi conservata), ma gli oggetti vennero venduti ad un collezionista americano.

Nel 1901, acconto a quella monumentale del 1896, vennero trovate altre otto tombe, simili alla precedente (anche se più piccole) e quasi tutte prive di materiali: lo scavo in questo caso venne seguito da Giuseppe Pellegrini, ispettore della Regia Soprintendenza di Firenze. Dopo tale data non vennero più effettuati scavi, ma dagli inventari del Museo Civico ricaviamo che nel 1906 Carlo Moggi donò al Museo Civico alcuni oggetti, tra cui vasi a vernice nera ed un’urna con la cassa decorata con scena di caccia la cinghiale calidonio, che andarono ad aggiungersi ad un nucleo consistente giunto in precedenza nei fondi del museo.

Purtroppo non esistono relazioni precise dello scavo della tomba maggiore, ma dai pochi dati d’archivio ricaviamo che furono recuperate diciassette urne (di cui tre di alabastro e le altre di travertino o arenaria, detta localmente tufo), cinque della quali con cassa decorata con bassorilievi. Interessante segnalare che, tra le tombe scavate nel 1901, venne trovata  una tomba a fossa di età romana con un’anfora e due lucerne decorate con maschere sileniche.

Dal punto di vista storico il sito di Bucciano è estremamente significativo: infatti sulla base dei dati recuperati possiamo affermare che l’area sepolcrale venne utilizzata tra la fine del IV ed il II secolo d.C. Sotto l’aspetto sociale è importante notare la differenza tra la grande tomba del 1896 e quelle scavate nel 1901: infatti se la prima richiama nella forma (rettangolare  e con pilastro centrale) le coeve esperienze dei sepolcri riferibili alla ricca aristocrazia del primo ellenismo (sul tipo del complesso dei Calisna Śepu a Monteriggioni), le altre tombe ricordano le strutture diffuse in tutto il territorio volterrano tra il III ed il II secolo a.C., espressione di quella classe media che andò ad occupare i piccoli centri d’altura (come nell’area di Cellole a San Gimignano o nella necropoli di Orli a Casole d’Elsa) o che collaborava, in posizione subalterna, con le grandi famiglie che dominavano il territorio rurale, come troviamo attestato, ad esempio, nella necropoli di Dometaia e di Scarna: in queste necropoli, come anche nel sepolcreto orientale de Le Ville, è evidente come la vicinanza topografica dei sepolcri (la tomba principale al centro e le altre disposte attorno) corrisponda ad un legame sociale forte.

Bibliografia:

Acconcia V., Paesaggi etruschi in terra di Siena. L’agro fra Volterra e Chiusi dall’età del Ferro all’età romana, Oxford, Archaeopress, 2012, p. 19

Baldini G., Note sul popolamento di età etrusca in Valdelsa: la ‘facies’ arcaica, in Schörner G. (a cura di), Leben auf dem Lande. ‘Il Monte’ bei San Gimignano: Ein römischer Fundplatz und sein Kontext, Internationales Kolloquium (Jena, 19. – 21. Juni 2009), Wien, Phoibos Verlag, 2013, pp. 145-177 (in particolare pp. 166-169)

Baldini G., I protagonisti: Giuseppe Pellegrini (1866-1918), una pagina di archeologia valdelsana, in Paolucci G. (a cura di), In viaggio con i grandi archeologi. Sulle tracce degli Etruschi nelle terre di Siena, Milano, Silvana editrice, 2010, pp. 23-25

Bianchi Bandinelli R., Edizione archeologica della carta d’Italia al 100.000, foglio 113 (San Casciano Val di Pesa), Firenze, Istituto Geografico Militare, 1927, p. 22 (s.v. Bucciano)

Bianchi Bandinelli R., Materiali archeologici della Valdelsa e dei dintorni di Siena, Siena, Stabilimento arti grafiche S. Bernardino, 1931 (estratto da “La Balzana”, II, 1928), pp. 37-39

de Marinis G., Topografia storica della Valdelsa in periodo etrusco, Castelfiorentino, Società Storica della valdelsa, 1977, pp. 76-77

Mannelli N., San Gimignano, in AA.VV., Museo Archeologico Bianchi Bandinelli, Firenze, Le tre arti, 1990, pp. 83-84

Merli R., Il Museo Etrusco di San Gimignano, Roma , Vision – Viella, 1991

Merli R., Una fotografia di fine ottocento nella Biblioteca Comunale di San Gimignano e il riesame di un contesto tombale etrusco da Bucciano, in “Miscellanea Storica della Valdelsa”,  CI, 270, 1995, pp. 23-41

Merli R., La nostalgia dell’antico: dalla meraviglia al collezionismo. La scoperta degli Etruschi a San Gimignano, in Bartoloni V., Borghini G., Mennucci A. (a cura di), San Gimignano. Contributi per una nuova storia, Poggibonsi, Arti grafiche Nencini, 2003, pp. 329-351

Pellegrini G., San Gimignano. Tombe etrusche rinvenute nel territorio del comune, in “Notizie degli Scavi di Antichità” 1901, pp. 7-10

Volpi F., Foglio 113 Castelfiorentino, in Torelli M. (a cura di), Atlante dei siti archeologici della Toscana, Roma, L’Erma di Bretschneider, 1992, pp. 199-224, p. 210 (s.v. Bucciano)

Documenti:

Pellegrini 1901

Fonti:

Archivio Musei Civici di San Gimignano, San Gimignano

Archivio dell’Associazione Archeologica Sangimignanense, San Gimignano

Testimonianze orali raccolte presso la famiglia Moggi e presso i soci dell’Associazione Archeologica Sangimignanense, in particolare da Pier Giuseppe Baldini, Francesco Saverio Gigli e Claudio Sanciolo e Luciano Spini.

Schede inventariali:  I reperti, confluiti a più riprese nelle collezioni dei Musei Civici, sono oggi in gran parte confusi con gli oggetti provenienti dagli altri contesti del territorio.

Note: La tomba scavata nel 1896, rimasta sempre visibile, non è mai stata sottoposta ad una ripulitura accurata (non è visitabile). Nei primi anni della prima decade del XXI secolo, a seguito di alcuni lavoro di riqualificazione agricola dell’oliveto impiantato nell’area archeologica, la Soprintendenza per i Beni Archeologici della Toscana, in collaborazione con l’Associazione Archeologica Sangimignanese, ha raccolto alcuni frammenti ceramici di età etrusca, da riferire ai corredi presenti nel sepolcro. Gli oggetti trovati negli scavi 1896 e 1901, solo in parte attribuibili al sito, sono conservati nel Museo Archeologico di San Gimignano e nei relativi depositi.

Autore Scheda: Giacomo Baldini

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